La
bambina melodrammatica
di
Adele D´Addario
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Edizioni
Poesia
Pagg.
67
ISBN
979-8336790696
Prezzo
Euro 10,00
Adele
D´Addario nasce a Locarno, in Svizzera sul finire del secolo
scorso, da genitori siciliani. All´età di 10 anni, a seguito della
separazione dei genitori, si trasferisce a Messina con la madre. A
Messina termina gli studi conseguendo la laurea in
Lettere.Attualmente vive in provincia di Monza-Brianza dove insegna,
come precaria, nelle classi medie inferiori.
"Seguendo
il solco delle più collaudate tecniche narrative in questo libro si
narra il percorso che dalla crisi passa alla lotta e dalla lotta
approda a una risoluzione, con o senza lieto fine lo stabilirà la
sensibilità e la personale biografica del lettore. Questo è il
primo livello di lettura, il primo strato di terra letteraria che il
lettore incontra. Scavando sotto il primo strato viene portata alla
luce la poesia. Perché quando la poesia è davvero valida allude
sempre ad un altrove, opera uno slittamento di percezione, rimanda a
uno scavo ulteriore, più profondo, a ulteriori significati senza mai
venire meno alla fedeltà nei confronti dello strato più evidente,
quello in superficie. Adele D´Addario lo fa utilizzando un
linguaggio contemporaneo, che affonda le proprie radici in un solido
terreno di tradizione lirica ma che si spinge in territori che
potremmo definire pop in cui risuona l´eco di rime interne nascoste
e di quelle ben visibili a fine verso. D´Addario usa una lingua
piana, comprensibile che rifugge artifici, abbellimenti inessenziali
e virtuosismi fini a se stessi.
Malgrado
non miri alle altezze rarefatte del sublime punta comunque decisa
alla verticalità del verso piantando al contempo con decisione i
piedi a terra, nel quotidiano.Questa schiettezza e questa chiarezza
formale vengono attraversate a tratti da metafore spiazzanti e
inaspettate che innescano complessità ma non complicazione nel
tessuto sintattico e semantico".
L´anniversario
Celebriamo
oggi, a questa mensa,
l´anniversario
del nostro incontro
mancato,
il fiorire disatteso
dei
germogli che mai ponemmo a dimora.
Guardami.
Sono
un´attesa che freme,
un
desiderio che geme e si sconfessa,
una
belva che divora se stessa,
la
propria ostinata autarchia.
Sono
una asserzione reiterata, spogliata
di
ogni aggettivo garbato,
sono
la soglia di un bisogno
occultato,
di un bisogno
che
ripudia attese ulteriori
e
mai se ne affranca.
Schiava
dei miei rimpianti,
della
mia sottomissione.
Tu
ora guardi altrove, tu
mai
davvero sfiorato
dal
crollo
del nostro
destino mancato.
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