La
madre - Grazia Deledda - Catartica - Pagg. 144 -
ISBN
978-88-85790-91-9
- Euro 14,50
Un
affresco profondo della società sarda del primo `900
Grazia
Deledda, la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la
Letteratura, ha lasciato un´impronta indelebile nella storia
letteraria con il suo romanzo "La madre". Pubblicato per la prima
volta a puntate, il libro fu poi pubblicato integralmente nel 1920
dalla casa editrice Treves, e da allora ha continuato a suscitare
interesse per la profonda analisi psicologica e la vivida descrizione
dell´ambientazione sarda.
La
storia ruota attorno a Maria Maddalena, madre del parroco del paese
di Aar, Paulo. La tranquillità della donna viene sconvolta quando
scopre la relazione segreta tra il figlio e Agnese, dando inizio a un
conflitto interiore devastante per la madre, costretta a confrontarsi
con doveri morali, desideri personali e le aspettative sociali del
tempo.
La
scrittura di Deledda, seppur datata, trasuda un forte realismo,
consentendo ai lettori di immergersi completamente nella vita
quotidiana di Aar. La mancanza di capitoli, sostituita da capoversi
separati, contribuisce a mantenere un ritmo incalzante e a
sottolineare i momenti cruciali della narrazione.
I
personaggi sono dipinti con maestria, con Maria Maddalena che emerge
come una figura femminile emblematica dell´epoca, costretta tra la
tradizione e il desiderio di vedere suo figlio felice. Paulo, il
parroco diviso tra i doveri religiosi e la sua umanità, offre una
prospettiva complessa sulla lotta tra la fede e l´amore.
Il
tema della duplicità permea il romanzo in modo subdolo, Dio e il
diavolo, bene e male, confliggono nelle anime dei personaggi, creando
un contesto simbolico che amplifica le tensioni emotive e morali. La
presenza sfumata di Dio si scontra con l´influenza palpabile del
Diavolo, manifestato nel vento che soffia attraverso le vie di Aar,
simbolo delle tentazioni che affliggono i personaggi.
"La
Madre" è un capolavoro letterario intriso di intensità emotiva,
un romanzo che continua a catturare il cuore dei lettori per la sua
capacità di esplorare le complesse sfaccettature dell´animo umano
in un contesto ricco di tradizione e conflitto. Grazie a questa
opera, Grazia Deledda conferma il suo status di autrice immortale
nella letteratura italiana.
Citazioni
tratte da: La
madre di Grazia Deledda
«Voi
potete aver ragione» disse, sempre più umile ed addolorata, ma
adesso con un po´ di finzione; «io sono una povera donna ignorante
e non capisco nulla; ma una cosa certa so: che Dio ci ha messo al
mondo per soffrire».
«Dio ci ha messo al mondo per godere; ci
fa soffrire per castigarci di non aver saputo godere, questo sì,
idiota d´una donna. Dio ha creato il mondo con tutte le sue
bellezze e poi lo ha regalato all´uomo perché se lo godesse:
peggio per chi non lo capisce. Del resto non m´importa di
convincerti, come tu pensi. M´importa di cacciarvi lontani da qui,
tu e il tuo Paulo. Peggio per le vostre viscere se avete voluto
venire a star qui». (pag 22)
...e
ti dico che il peccato è una malattia peggiore di ogni altra Perché
intacca all´anima. (pag 26)
Era
così; ed era così perché la natura dell´uomo è questa:
soffrire, amare, congiungersi, godere, soffrire ancora: fare e
ricevere il bene, fare e ricevere il male: questa è la vita
dell´uomo. (pag 31)
Eppure
sentiva bene che questa sicurezza in fondo non era ferma: ma che cosa
c´è di fermo nella nostra vita, Dio mio? Neppure le radici dei
monti, neppure le fondamenta delle chiese, poiché un tremito della
terra le può sollevare... (pag 78)
L´istinto
non ci inganna mai. (pag 82)
Katia
Ciarrocchi
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