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  Letteratura  »  Madre di un Partigiano. Diario di Rita Nencetti, a cura di Matteo Scarpelli, edito da Aska e recensito da Franca Canapini 03/08/2024
 

Madre di Partigiano. Diario di Rita Nencetti - a cura di Matteo Scarpelli - Aska - Pagg. 80 - ISBN 9788875423841 - Euro 12,00




" Gli uomini fanno la vendetta, la vendetta porta alla vendetta e il mondo finisce sempre più nell´abisso"

Madre di partigiano nasce dalla volontà di Matteo Scarpelli, curatore del libro, e dell´Amministrazione comunale di Lucignano di continuare a recuperare, conservare e mantenere viva, tramite gli scritti lasciati dalla madre, la memoria del giovanissimo concittadino partigiano Licio Nencetti, vittima del nazifascismo, che con il suo coraggio e sacrificio ha contribuito alla nascita di una Costituzione, la nostra, ispirata ai principi di Libertà, Giustizia sociale, Democrazia e Pace.

Il testo, gradevole nell´editing anche per la significativa copertina e il corredo di   documenti iconografici, nasce nel 2023 come ristampa debitamente aggiornata di  MADRE DI PARTIGIANO Diario di Rita NencettiPref. di Nilde Jotti, Pres. Della Camera dei Deputati edito dal Comune di Lucignano con la collaborazione della sezione ANPI "Licio Nencetti" di Foiano della Chiana e dell´Amministrazione Provinciale di Arezzo, Dicembre 1984, nel 40° anniversario della Liberazione.

Nella prima edizione del 1984, oltre alla prefazione di Nilde Jotti, c´erano solo l´appassionata Presentazione di Guido Perugini, all´epoca sindaco di Lucignano  e a seguire l´asciutto racconto/diario,  di Rita Aguzzi Nencetti composto da un breve racconto della sua vita,  alcuni frammenti di diario del periodo in cui il figlio Licio è partigiano, un promemoria e due lettere.

La presente ristampa, a quasi 40 anni dalla prima edizione, presenta alcune modifiche e varie aggiunte: alla Prefazione di Nilde Jotti, sono stati affiancati la prefazione di Livia Turco, un commento alla figura di Rita da parte di Roberta Casini, sindaco di Lucignano e infine la Nota del curatore che ci spiega quali modifiche ha messo in atto e perché. A seguire troviamo il Diario di Rita, che Matteo Scarpelli ha lievemente aggiornato nel linguaggio per renderlo più comprensibile ai giovani, implementato da alcune lettere di Licio, dalle Memorie di Guido Perugini, che ci racconta come nacque il primo libro e dell´impegno, in primis di Ezio Raspanti, per ottenere nel 1990 la commutazione della medaglia d´argento di Licio in medaglia d´oro, nonché le Appendici che riportano  foto e documenti inediti riguardanti la storia personale di Licio ragazzo.

Come già detto il libro vuole  mantenere viva, tramite soprattutto la testimonianza della madre, la memoria  di Licio Nencetti[1], giovane diciottenne comunista che, dopo avere maturato la sua avversione al Fascismo, il 9 novembre 1943 si "dà alla macchia" divenendo Capo della Banda partigiana "la Teppa volante".  

9.11.1943

"Cara Mamma,

perdonami di quello che ho fatto e che faccio, era necessario perché io non potevo più stare quassù in mezzo a una masnada di vigliacchi. Io vado con i ribelli per difendere l´idea di mio padre che è sempre viva in me e per ridare ancora una volta l´onore alla mia bella Patria..."

(da Ezio Raspanti Ribelli per un ideale, pag.32)

Il giovane, evidentemente dotato di coraggio, capacità organizzativa e carisma personale, riuscì a guidare il gruppo durante l´inverno e la primavera 1944 in varie imprese su un vasto territorio che va dal Calcione, al Pratomagno, all´alpe di Catenaia.

"Sentimmo il loro canto e contemporaneamente li vedemmo sbucare in fondo alla valle già coperta di neve. Salivano arrancando a fatica lungo la mulattiera ghiacciata, agitando un bandierone rosso e, quando giunsero a noi al Romito (Valle Santa) si fece avanti un ragazzo giovanissimo, bello, biondo, con occhi vivaci, che si presentò con simpatica spavalderia: Sono Licio, mi hai mandato a chiamare, eccomi qua... (Un ricordo di Licio Nencetti di Raffaello Sacconi-  da Ezio Raspanti ribelli per un ideale )

Il 24 maggio 1944, mentre si recava da solo a un incontro con altri capiformazione, venne catturato dai nazifascisti nei pressi di La Crocina del Pratomagno, torturato e la mattina del 26 maggio fucilato dai Repubblichini nella piazza di Talla.

Però in Madre di partigiano Licio è l´assente, il figlio per la cui sorte trema la madre, per la cui morte la madre si dispera.

la voce narrante, infatti, è quella di Rita Aguzzi Nencetti, donna del popolo che ci racconta per iscritto parte della vicenda e parte della sua vita. E´raro che una donna del popolo di quell´epoca scriva le sue memorie e di notevole importanza. Infatti Rita scrivendo di sé riesce a rendere visibile non solo la sua vita grama, ma anche quella dei milioni di esseri umani come lei che, generazione dopo generazione, vivono nella fatica e nel dolore andando a formare l´immenso carnaio degli invisibili che alimenta la vita dei pochi visibili. Non solo, le pagine dell´autobiografia ci mostrano uno spaccato della storia di un paese della Val di Chiana nella prima metà del Novecento, in cui la maggioranza della popolazione subisce i grandi eventi storici: emigrazione in sud America, Grande guerra, Leghe contadine, ascesa del Fascismo, Seconda Guerra Mondiale, Resistenza.

Rita esordisce nell´ Autobiografia con la costatazione che la sua vita è stata fin dall´inizio funestata dalla povertà. Qualche anno dopo la sua nascita (1988 ) il padre se ne va in America lasciando sola la madre di nuovo incinta.   Comincia  per lei "l´Odissea dolorosa". Sballottata tra la famiglia del padre e quella della madre, rimproverata di essere una mangiaufo, si sente rifiutata dai parenti, cosicché  a soli dodici anni decide di andare a servizio. Trova ristoro alla sua fame d´amore quando giovinetta s´innamora ricambiata di Silvio Nencetti. I giovani vogliono sposarsi, ma la madre di Rita si oppone perché lui è povero e, quando decidono di sposarsi lo stesso, la madre scaglia una maledizione ... Lo vuoi? Prenditelo...ma che Iddio non dia mai bene né a te né a lui!...  Moltissime disgrazie si abbatteranno sulla sua famiglia che lei cercherà sempre con tutte le sue forze di proteggere e tenere unita. Ciononostante dal 1909 al 1942 perderà il marito, socialista perseguitato dai fascisti, e 4 figli.

"Oh, come tracollò la mia famiglia, le mie creature che avevo saputo educare cristianamenteE con mia educazione degna di famiglia per bene. Non le avevo mai abbandonate un solo istante le mie creature, non le lasciavo mai a nessuno, solo in compagnia mia o del padre..."

Nel 1942 le resta solo Licio che ha 16 anni e di cui fino ad ora non ci aveva dato alcuna notizia. Perché il racconto di Rita è smozzicato e talvolta mancano informazioni di cui saremmo curiosi. Tuttavia ci coinvolge emotivamente al pari di una brava scrittrice e ci sorprende per la capacità di resilienza, il coraggio, la forza, l´impegno lavorativo, la dignità, l´onestà e il senso di sé con i quali lotta per difendere e accudire i suoi cari.

Anche Il diario vero e proprio, quello che prevede una data e un racconto giorno dopo giorno, è  breve. Si tratta di 8 pezzi scritti dal 31 dicembre 1943 al 18 maggio 1944 , che Matteo Scarpelli raccorda con le amorevoli e dolcissime lettere scritte da Licio alla madre.

Qui le parole di Rita giungono a un´intensità  che fa male; sono così veri, così autentici il suo dolore e la paura che il figlio venga catturato.  Non mitizza le azioni del combattente e dei compagni ma ha pietà di loro, inculcati da qualcuno che li ha mandati allo sbaraglio nei boschi.

...Iddio sa chi me lo ha inculcato, chi se ne è avvalso perché non aveva padre, perché era orfano, giovane, ubriacato da chissà quale bella speranza, per mandarlo a morire..

La paura diventa incredulità, orrore, disperazione nel Promemoria, solo tre pagine in cui racconta tutta la via crucis vissuta dopo la notizia della fucilazione del figlio.

...Oh, Licio dal 12 aprile non ti ho più visto... Non ebbi che una lettera e una cartolina , il 15 maggio dalla Madonna del Sasso, sopra Vallombrosa e da allora tutto fu tenebre in me...

Tra novene, sogni e annunci per ben due anni non riesce a credere alla morte di  Licio  e  continua dolorosamente ad aspettarlo. Unica consolazione la Fede in Gesù e la preghiera.

Concludendo, questo "diario", scritto da una donna appena alfabetizzata, avrebbe potuto essere una racconto - elenco di vicissitudini,  invece Rita con sensibilità e intelligenza ha trasformato le tragiche vicende personali in un´opera letteraria sui generis, che raggiunge livelli eccelsi nell´espressione del suo dolore di madre, tanto che in certi passi ricorda  la Laude "Donna de paradiso" di Jacopone da Todi,  là dove Maria grida

O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio!
Figlio, chi dà consiglio
al cor me´ angustïato?

Figlio occhi iocundi,
figlio, co´ non respundi?
Figlio, perché t´ascundi
al petto o´ si lattato?».
...

«Figlio, ch´eo m´aio anvito, (io ne ho ben ragione)
figlio, pat´e mmarito!
Figlio, chi tt´à firito?
Figlio, chi tt´à spogliato?».

«Mamma, perché te lagni?
Voglio che tu remagni,
che serve mei compagni,
ch´êl mondo aio aquistato».

...E infatti Rita conclude il diario scrivendo due lettere affettuose ai compagni del figlio, dichiarandosi loro madre.

Nonostante le tragedie, la povertà, le ingiustizie, le tragedie  subite, non prova astio, rancore, odio bensì amore, pietà e desiderio che le condizioni dei sopravvissuti migliorino e sia loro garantita finalmente la pace. E´ davvero una donna antica e moderna, come afferma Nilde Jotti nella prefazione. Donna d´amore antica per il modo di vivere e il suo darsi totalmente alla propria famiglia, donna d´amore moderna perché pensa e decide con la propria testa e ha ben chiaro nella mente chi ha ragione e chi ha torto, dove sta il bene e dove sta il male.  

A 80 anni dalla morte del partigiano Licio NENCETTI


[1] Per la Storia del partigiano Licio Nencetti possiamo consultare i seguenti libri di Ezio Raspanti staffetta della Teppa e amico di Licio, che ha dedicato molta parte della sua vita a  recuperare testimonianze orali e scritte dell´attività antifascista in Valdichiana:


Ezio Raspanti RIBELLI PER UN IDEALE pref. Nilde Jotti, Ed. Argonautiche 2010

Racconti in bianco e nero di Ezio Raspanti (1943/44)

Momenti in bianco e nero Licio Nencetti nei racconti di Ezio raspanti ....

Comune di Foiano 2014 70° anniversario della Resistenza (1944-2014)


Franca Canapini



 
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