Il
Santuario della Madonna della Corona
di
Renzo Montagnoli
Il
santuario è un luogo sacro o una costruzione ritenuta sacra per
tradizione religiosa, un punto preciso di richiamo per i fedeli dove
possono venerare le spoglie di persone particolarmente pie, oppure
oggetti alle stesse appartenute. Altre volte invece è la località,
il punto esatto di un´apparizione, di un miracolo, insomma il
santuario è il posto ideale in cui raccogliersi a pregare, a
chiedere grazie, a cercare di comunicare con il trascendente.
I
santuari esistono in tutto il mondo e non sono monopolio della
religione cristiana, anche se questa ne conta il maggior numero; in
Italia, paese dove in passato i Santi non sono mancati, mentre oggi
sono rari, c´è una notevole frequenza di santuari, a volte edifici
semplici, altri vere e proprie opere d´arte, e fra questi ve ne
sono alcuni in posizioni particolarmente belle, immersi nella natura,
un colpo d´occhio che è un motivo in più di attrazione.
Chissà
quante volte percorrendo l´autostrada A22, quella del Brennero per
intenderci, ci siamo passati sotto, a volte ignorandone la presenza,
altre consapevoli, ma presi dall´attenzione della guida non abbiamo
potuto vederlo, anche perché è molto in alto rispetto al piano
stradale.
Parlo
del Santuario della Madonna della Corona che è posizionato a ridosso
di uno strapiombo a 775 metri s.l.m e che si affaccia sulla Val
d´Adige. E´ tanto parte integrante della montagna che si ha
l´impressione che esca dalla roccia, semplice in una sua naturale
imponenza.
Per
le caratteristiche orografiche, per le solitudini consentite, la
località fu scelta da un gruppo di eremiti, che edificarono un
modesto rifugio che nel corso dei secoli diventò una piccola
cappella con contiguo monastero diventando un centro religioso via
via più importante. Le leggende, le storie, le fantasie si sprecano
ed è giusto fare un po´ di chiarezza, anche se non è per niente
facile. Si narra del miracoloso ritrovamento di una statua
rappresentante la Pietà sull´orlo del dirupo, statua che in
origine era custodita nell´isola di Rodi e che per sfuggire
all´invasione dei turchi di Solimano era stata trasferita lì con
l´aiuto divino; se ne accorse un gruppo di residenti che videro
accendersi una luce sulla parete rocciosa e contemporaneamente
udirono un coro angelico; rimasero impressionati, certi di trovarsi
di fronte a un fatto miracoloso, tanto che si sentirono in dovere di
costruire una cappella per ospitare la statua. La leggenda incontrò
il favore di molti credenti che cominciarono ad affluire per
raccogliersi in preghiera, ma data la notevole difficoltà per
arrivare lì in un percorso più da rocciatori che da pellegrini fu
decise di costruire un sentiero, chiamato della Speranza, con il
famoso ponte del Tiglio e di scavare una lunga scalinata nella
roccia, un´opera questa di notevole impegno con oltre un migliaio
di gradini.
Più
realisticamente Lodovico Castelbarco, nobile di Rovereto, donò la
scultura alla comunità monastica del luogo nel 1432 e a
testimonianza della verosimiglianza di questa versione la piccola
scultura in pietra dipinta è del primo Quattrocento, il materiale è
senz´altro della zona e la forma deriva dallo stile Vesterbild,
tipico delle sculture devozionali tedesche sviluppate nel XIV secolo.
Nel
corso degli anni l´afflusso dei pellegrini divenne consistente,
tanto che si fu quasi costretti a edificare un ospizio e fu uno dei
tanti lavori che portarono alla struttura attuale (dal 1480 al 1522
fu edificata la chiesetta di circa 126 mq., che divenne santuario nel
1625 quando fu riedificata, allargandola, dai Cavalieri di Malta che
lo gestirono fino al 1806; l´ultimo intervento è della seconda
metà del secolo scorso).
Il
santuario è lungo 30 metri e largo 20 e quindi insiste su 600 mq.;
la facciata è neo-gotica e presenta un campanile alto ben 33 metri;
c´è un portone d´ingresso centrale, con ai lati due statue
realizzate da Ugo Zannoni (Verona, 21 luglio 1836 - Verona, 3
giugno 1919), che ha realizzato pure altre opere presenti
all´interno; l´edificio di culto è su tre navate, con quella
centrale che misura 16 metri in altezza; la parete della navata
sinistra e l´abside sono state ricavate scavando nella roccia. La
statua della Madonna della Corona (chiamata così per la forma
semicircolare della roccia intorno) è posta sopra l´altare
maggiore. C´è anche una Cappella, quella delle Confessioni, che è
sita sotto la chiesa principale e a cui si può accedere con la Scala
Santa. All´interno si trova pure il Sepolcreto degli eremiti e
all´esterno, ma integrato nell´insieme, si trova un tempietto
esagonale, il Sacellum Pietatis, che sorge nel punto esatto in cui,
secondo la leggenda, fu ritrovata la statua della Madonna.
Un
tempo il Santuario era raggiungibile dalla Valle dell´Adige solo
attraverso una scalinata di ben 1614 gradini dal paese di Brentino in
Vallagarina; ora è possibile utilizzare anche una comoda strada
asfaltata che parte dal vicino paese di Spiazzi e termina con una
galleria scavata nella roccia nel 1922 dove è anche esposto un
quadro raffigurante la Madonna. Questo più comodo itinerario, con
una modesta discesa e poi una altrettanto modesta risalita, è
percorribile solo a piedi e lungo il tragitto ci sono le quattordici
stazioni della Via Crucis con statue bronzee e la riproduzione del
sepolcro in cui venne messo Cristo dopo la sua morte.
Lo
spirito dell´autentico pellegrino dovrebbe indurre a preferire la
scalinata, ma l´età, gli acciacchi e anche una mancanza
d´abitudine a certi percorsi fanno pendere la bilancia verso la
strada asfaltata.
Il
Santuario è aperto tutto l´anno ed è possibile assistere alle
funzioni religiose che vi si tengono, non si paga per entrare, c´è
anche un punto di ristoro.
Orari
di visita:
Novembre
- Marzo:
dalle
ore 8.00 alle ore 18.00
Aprile
- Ottobre:
dalle
ore 7.00 alle ore 19.30
Come
arrivare:
Da
Spiazzi: Spiazzi
si trova sopra il santuario, a 864 metri, ed è il luogo dove
lasciare l´auto per raggiungere a piedi il Santuario in 15 minuti
di cammino in discesa. La località è fornita di parcheggi e
strutture recettive per l´alloggio e la ristorazione. Da Spiazzi
parte il servizio bus navetta a pagamento dell´ATV (fornito di
passerella per disabili) che collega la località al Santuario e che
è attivo dalla primavera all´autunno (sul sito gli orari e il
periodo di attività). Per raggiungere a piedi il Santuario è
possibile percorrere la scalinata storica che scende attraverso il
bosco, sia dalla piazzetta centrale di Spiazzi che dal Piazzale
Giovanni Paolo II dove si trova l´Hotel Stella Apina, oppure
percorrere sempre a piedi la strada asfaltata dove, lungo i tornanti,
si susseguono le stazioni della affascinante Via Crucis in bronzo. È
vietato scendere al Santuario con le biciclette.
Da
Brentino: Sentiero
storico, che collega il fondo valle con le alture del Baldo, il CAI
N° 73, chiamato anche "Sentiero della Speranza", porta al
santuario con una salita a piedi di 600 metri di dislivello,
percorribile in circa 1h e 30 m di cammino. Il percorso, di 2,5 Km
circa, sale ripidamente lungo il fianco del Monte Cimo lungo scalini,
dalla altezza variabile, ricavati nella roccia. Presso il sentiero si
snodano le stazioni dei Misteri che compongono il Rosario, cinque per
ciascuno: Gaudiosi, della Luce, Dolorosi, Gloriosi. Raggiunto il
ponte del Tiglio si sale la scalinata della Via Matris Dolorosae che
porta ai piedi del santuario, dove sette edicole invitano alla
riflessione su alcuni momenti della vita di Maria particolarmente
carichi di dolore per la sorte del Figlio. La località di Brentino
non è collegata al santuario da mezzi di trasporto, perciò chi sale
dal sentiero deve anche ridiscende a piedi. È opportuno avere
calzature adeguate e scorta di acqua e cibo.
Dove
dormire e mangiare a Spiazzi:
https://www.spiazzituttolanno.it/dove-dormire/
http://www.cercaristoranti.com/citta.cfm?frazione=Spiazzi&citta=Caprino%20Veronese&IDregione=20
Dove
dormire e mangiare a Brentino:
https://www.bed-and-breakfast.it/it/brentino-belluno
https://www.oraviaggiando.it/ristoranti/brentino-belluno/3102/1/
Fonti:
Basilica
Santuario Madonna della Corona
Viaggi
e ritratti
Il
Sentiero di Maria
Nota:
Le
foto a corredo dell´articolo sono state reperite in diversi siti
Internet.