Alexis
o il trattato della lotta vana -
Marguerite Yourcenar- Feltrinelli - Pagg. 96 - ISBN 9788807810558
- Euro 5,00
`Alexis
o il trattato della lotta vana´, seppur scritto nel lontano 1929,
ha una rilevanza senza tempo, affrontando tematiche come
omosessualità che continuano a risuonare ancora oggi.
Marguerite
Yourcenar dipinge un ritratto crudo e struggente della lotta
interiore di Alexis, il protagonista che si rivolge alla moglie
Monique in una lunga e dolorosa lettera di addio e confessione. È un
viaggio nell´anima di un uomo che ha combattuto strenuamente contro
se stesso, cercando di adattarsi alle convenzioni sociali e ai
pregiudizi del suo tempo, nascondendo la sua vera natura
omosessuale.
La
capacità di Yourcenar di esplorare le profondità psicologiche di
Alexis è straordinaria: ci porta attraverso i suoi tormenti, la sua
solitudine e la sua disperata ricerca di una verità più profonda di
sè. La struggente confessione di Alexis rivela il peso della
menzogna, l´angoscia della prigionia dell´inganno e la difficoltà
di essere sinceri senza deludere coloro che amiamo.
La
scrittura di Yourcenar è affilata, poetica e densa di significato,
trasportando il lettore in un mondo di emozioni contrastanti. Ho
apprezzato il modo in cui l´autrice affronta con coraggio e
sensibilità il tema dell´identità, della solitudine e del
conflitto interiore, lasciandoci riflettere sul valore
dell´autenticità e della compassione.
`Alexis
o il trattato della lotta vana´ non è solo un libro sulla lotta
contro l´omosessualità repressa, ma è un´esplorazione più
ampia della condizione umana, delle sue contraddizioni e delle sue
struggenti tragedie. È un´opera che scava profondamente nell´animo
umano, lasciandoci con una potente riflessione sull´accettazione di
sé e sull´importanza di vivere una vita autentica, libera dagli
inganni e dalle convenzioni sociali.
Citazioni
Tratte da: Alexis
di Marguerite Yourcenar
...ogni
cosa ha il suo segreto, gli stagni come il resto; che la pace, come
il silenzio, non è mai altro che una superficie, e che la peggior
menzogna e la menzogna della calma. (pag 18)
Il
passato, per poco che ci si pensi, e una cosa infinitamente più
stabile del presente... (pag 19)
...si
dice che le vecchie case contengono sempre fantasmi; io non ne ho mai
visti, eppure ero un bambino pauroso. Forse comprendevo già che
fantasmi sono invisibili perché li portiamo con noi. Ma ciò che
rende inquietanti le vecchie case non è che i fantasmi ci siano, e
che possono essercene. (pag 22)
Siamo
tutti distratti, perché abbiamo i nostri sogni; solo il perpetuo
ricominciare dalle stesse cose finiscono per impregnarcene. (pag 22)
Quando
il silenzio si è fissato in una casa, farlo uscire difficile; più
una cosa è importante, più sembra che la si voglia tacere. Lo si
direbbe una massa di materia ghiacciata, sempre più dura e compatta:
sotto di essa la vita continua; ma non si sente. (pag 23)
Siamo
tutti uguali: abbiamo paura di un dramma; qualche volta siamo tanto
romantici da desiderare che avvenga, e non ci accorgiamo che è già
cominciato. (pag 24)
La
vita, anche lei, non è che un segreto fisiologico. Non vedo perché
il piacere, in quanto pura sensazione, debba essere un male, mentre
non si disprezza il dolore, che è pure una sensazione. Si rispetta
il dolore perché non è volontario, ma c´è il problema di sapere
se il piacere lo è sempre, o se per caso noi lo subiamo. (pag 25)
...non
bisogna aver timore delle parole, dopo che si è ceduto ai fatti.
(pag 26)
La
vita è molto più complessa di tutte le possibili definizioni; ogni
immagine semplificata rischia sempre di essere volgare. (pag 26)
La
gelosia è un sentimento riprovevole, ma bisogna perdonare ai bambini
che vi si lasciano irretire, se questo capita a tante persone
ragionevoli. (pag 28)
La
gente che parla per sentito dire sbaglia quasi sempre, perché vede
dall´esterno e vede volgarmente. Non capisce come certi atti
cosiddetti riprovevoli possono essere insieme facili e spontanei,
come la maggior parte degli atti umani. La gente si scaglia contro
l´esempio, contro il contagio morale, e così facendo rinvia sempre
più la possibilità di un chiarimento. Non sa che la natura è più
varia di quanto la si immagini; non vuole saperlo, perché è più
facile indignarsi che pensare. Tesse l´elogio della purezza; non sa
quanto di torbido può contenere la purezza; e soprattutto ignora il
candore della colpa. (pag 31)
...ci
si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera. (pag 34)
...la
morte non ha senso laddove la vita non giunge...
(...)
...poiché
tutti noi ci trasformeremo se avessimo il coraggio di essere ciò che
siamo. (pag 37)
Sono
stanco di questo essere mediocre, senza avvenire, senza fiducia
nell´avvenire, di questo essere che sono veramente costretto a
chiamare Me Stesso, perché non posso staccarmene. Mi ossessiona con
le sue tristezze, con le sue pene; lo vedo soffrire, - e non sono
neppure capace di consolarlo. Io sono certo migliore di lui: posso
parlargli come farei con un estraneo; non capisco quali ragioni me ne
faccia prigioniero. È il più terribile forse è che gli altri non
conosceranno di me che questo personaggio in lotta con la vita. (pag
60)
Non
soffriamo dei nostri vizi, soffriamo soltanto di non saperli
accettare con rassegnazione. (pag 60)
Dominiamo
qualche volta i nostri atti; dominiamo meno i pensieri; non dominiamo
i sogni. (pag 61)
Ho
sempre pensato che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio. Il
mistero del silenzio che cerca di esprimersi. Guarda, per esempio,
una fontana. L´acqua muta riempie i condotti, vi si raccoglie,
trabocca, e la perla che casca e sonora. Mi è sempre sembrato che la
musica non dovrebbe essere che l´eccedenza di un grande silenzio.
(pag 63)
Katia
Ciarrocchi
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