La
malora - Beppe Fenoglio - Einaudi - Pagg. 168 -
ISBN 9788806253615
- Euro 10,00
Racconto
lungo o romanzo breve del 1954, uno dei tre pubblicati in vita, di
ambientazione langarola, fece tremare Vittorini il quale, pur
garantendone la pubblicazione presso la collana "I gettoni", lo
accompagnò con un monito che traduceva il suo timore di
sovvenzionare autori che, terminato di attingere alla loro esperienza
personale, non sarebbero più stati capaci di alcuna originalità,
rischiando di ricalcare i moduli naturalistici. Grande fu la
delusione di Fenoglio che già con i racconti di "I ventitre giorni
della città di Alba" era stato tacciato di profanare la Resistenza
e ora era addirittura accusato di astoricità.
Noi
che siamo lontani dai moduli neorealisti, lontanissimi da quelli
veristi e se vogliamo immersi in un nuovo realismo che sa solo di
fiction dozzinale, come dovremmo interpretare questo scritto?
La
chiave di lettura è solo una: è un piccolo capolavoro.
Ha
una voce narrante, il giovane protagonista Agostino Braida, che
mentre subisce il suo destino avverso, assorbe tutta la malora della
sua famiglia e la rappresenta con la naturalezza di chi pur sapendo
di essere ad essa destinato cerca di scavalcare le differenze e le
ingiustizie, aspettando un piccolo colpo di fortuna.
La
sua è una vicenda in solitaria, giovanissimo viene sacrificato dalla
famiglia per andare servo in una famiglia di mezzadri, il fratello
maggiore parte dapprima militare poi si occupa delle poche terre
rimaste, l´altro fratello è costretto a studi religiosi ad Alba
per volere di una maestra verso la quale la famiglia è in debito.
Il
nucleo familiare subisce una disgregazione esponenziale man mano che
avanza la malora che poi culmina nella morte del padre e nella
delusione di Agostino che meditava di lasciare il servizio attraverso
i suoi risparmi. La morte del padre lo costringe a incatenarsi ancor
di più alla famiglia, alla quale ora deve mandare tutti i suoi
soldi. Quando la sorte diventerà meno dura, la sua vita potrà
continuare presso la casa paterna ma la sventura continuerà
privandolo ancora della serenità, a lui infinito il debito di
riconoscenza nel pianto della madre...
Non
solo un protagonista indimenticabile ma un´intera rete di rapporti
familiari che vedono i maschi prevalere sulle donne, sfruttarle
nell´assurda conduzione economica della famiglia, uomini induriti a
loro volta dall´essere stati bambini privi di infanzia e ora padri
apparentemente crudeli perché destinati anch´essi a soccombere
come bestie da soma, che siano nullatenenti o quasi, o ancora più
fortunati mezzadri.
Uno
stile asciutto, sobrio, una evidente maestria nel dosare i tempi
della narrazione, un linguaggio mimetico, necessario, un´economia
narrativa senza uguali fanno di questo scritto un `opera d´arte.
Siti