Grazia
Deledda.
I
luoghi gli amori le opere
di
Rossana Dedola
Avagliano
Editore
Biografia
Pagg.
400
ISBN 9788883092848
Prezzo
Euro 22,00
Interessante
biografia datata 2016, pubblicata da un piccolo editore, ha raggiunto
nel 2021 la settima ristampa, la leggo nel 2023.
La lettura è
resa molto gradevole dall´espediente di scandire la vita della
grande narratrice sarda seguendo tre grandi direttrici: i luoghi, gli
amori, le opere. Come in ogni biografia il criterio di presentazione
dei fatti è puramente cronologico, ma l'intrecciarsi di queste tre
componenti ha vivacizzato la narrazione che fonde gli eventi con lo
spazio geografico nei quali essi si realizzano, aprendo però a
prospettive molto intime e tutte verificabili desunte dalle lettere
che ci permettono di ripercorrere gli amori da ragazza, mentre
progressivamente si inseriscono efficaci richiami agli scritti via
via pubblicati.
L´aspetto più vivace e fresco è proprio la
restituzione della bambina poi della ragazza e infine della donna che
viene tracciata attraverso alcuni epistolari recentemente divulgati,
soprattutto quelli con la coppia Julius e Justine Rodenberg risultano
particolarmente importanti perché dimostrano la notorietà raggiunta
dalla scrittrice sarda in ambito europeo attraverso i suoi scritti.
Molti ancora non la conoscono, non la leggono, a scuola è
schiacciata in manuali che la situano in ambito post verista
privandola della sua peculiarità che ne fa un unicum nella narrativa
del primo Novecento e che lo stesso Nobel per l´anno 1926 le ha
accreditato. Un premio Nobel che non viene letto e non è conosciuto
come dovrebbe anche se ultimamente l´interesse accademico e
culturale in genere si sta occupando di lei con un fioccare di
pubblicazioni, tesi di laurea, monografie che fanno ben sperare.
Non
intendo con queste poche righe anticiparvi la biografia della
Deledda, la mia intenzione è quella di incuriosirvi, con questo
intento vi dico quindi che si tratta di una giovane nata a Nuoro nel
1871, figlia di una comunità di settemila anime e di una famiglia
agiata ma che visse dispiaceri legati a morti premature e a
figliolanza problematica. La stessa Cosima Grazia, andata a scuola
fino alla quarta elementare perché non esistevano scuole per bambine
oltre quell´età, mostrò subito spiccato interesse verso lo
studio, la lettura e scrittura, attività non proprio riconducibili
agli interessi primari di una futura buona massaia. Grazia si mostrò
inoltre intraprendente e riuscì ad affrancarsi da un ambiente che la
costringeva all´unica frequentazione dei propri familiari per mesi,
senza avere nessun altro stimolo esterno. Furono i suoi primi
racconti, editi dapprima in riviste regionali e nazionali, poi
pubblicati a sue spese in volume, "Racconti sardi" ad aprirle la
strada a fitte corrispondenze con uomini di cultura. Fra di essi , il
suo primo amore platonico, il giornalista Stanis Manca, a seguire
l´illustre Angelo De Gubernatis, in mezzo Giovanni de Nava, mentre
corrispondeva in termini amorosi anche con Andrea Pirodda, un giovane
conosciuto a Nuoro ma osteggiato dalla famiglia perché privo di
mezzi. Nessuno di questi amori epistolari andò in porto e la
giovane, al suo primo viaggio a Cagliari, tornò fidanzata in maniera
fulminea con quello che sarà il suo consorte chiacchierato e
invidiato, Palmiro Madesani. Grazia ha ventotto anni, nel 1900 si
trasferisce a Roma e mette su famiglia mentre l´abile capacità di
intessere relazioni diventa più proficua grazie all´epicentro
culturale esercitato da una neonata capitale che richiamava a sé il
mondo economico e culturale.
La vita romana è ben tratteggiata
come i suoi ritorni nell´isola, una vita scandita da un´attività
prolifica e indipendente sul piano culturale, non si fece lusingare
dal fascismo e non utilizzò la sua fama per emergere più di quanto
i suoi scritti già le permisero, mantenne sempre un´indole
indipendente e onesta e con la sua vita, pur non attivandosi in
azioni dirette, mostrò al mondo culturale prevalentemente a
componente maschile l´importanza di dare voce alle donne; la
possiamo sicuramente annoverare tra le più accreditate femministe
della sua epoca accanto a Maria Montessori e a Sibilla Aleramo le cui
vicende private, di donna, furono invece molto più dolorose. A lei
la fortuna di una bella famiglia, di un rapporto stabile con il
marito ma in compenso tanta invidia, la più nota quella di
Pirandello, alla quale il volume dedica un´ampia e giusta
trattazione evidenziando oltre l´invidia una comunanza latente fra
i due Nobel, grazie a una lettura attenta del noto romanzo
pirandelliano "Suo marito", teso a colpire Palmiro Madesani e
rivelatosi poi un ritratto delle proprie sfortune familiari. Il
volume è ricco di tanti aneddoti e permette di ricostruire insieme
alla biografia della scrittrice, un intero clima culturale, risulta
dunque avvincente e particolarmente interessante.
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