Non
ora, non qui - Erri De Luca - Feltrinelli - Pagg.
112 - ISBN 9788807881534
- Euro 9,00
Erri
De Luca, con una prosa riesce a toccare le corde dell´anima, e allo
stesso tempo accessibile per la sua semplicità, ci guida attraverso
un viaggio emozionante nel paesaggio della memoria e dell´identità.
Nel
suo romanzo d´esordio, "Non ora, non qui", l´autore invita a
esplorare le profondità dell´animo umano, mentre ci svela segreti
e ricordi nascosti.
La
struttura psicoanalitica del libro avvolge come un abbraccio, e la
sua narrazione intima risuona con ogni lettore che ha mai cercato di
comprendere se stesso e il mondo che lo circonda.
Al
centro del racconto c´è un uomo adulto che, nonostante ormai
anziano, sembra raggiungere la piena maturità solo in età avanzata.
La narrazione, densamente stratificata, si sviluppa attraverso un
monologo interiore, un flusso di coscienza che esprime il tormento e
la necessità di liberarsi da un senso di inquietudine.
Con
l´aiuto di una vecchia fotografia, il protagonista rievoca la sua
infanzia e l´adolescenza trascorse nella Napoli del dopoguerra,
questo immaginario dialogo con sua madre diventa il cuore pulsante
del romanzo: De Luca, usa la fotografia come un ponte per collegare
passato e presente. Un processo di sovrapposizione temporale che crea
un dialogo silenzioso tra madre e figlio, un tentativo di colmare le
distanze del tempo e dell´esperienza.
Il
romanzo è una sorta di lettera aperta alla madre, un tributo sincero
e al tempo stesso un´indagine profonda sui legami familiari.
"Non
ora, non qui" non è un libro da leggere in modo superficiale;
richiede attenzione e una certa disposizione alla riflessione, la
prosa di De Luca è coinvolgente e profonda, trasportando il lettore
in un mondo di sentimenti autentici. È un romanzo che lascia il
segno, che invita a pensare e a sentire.
De
Luca ci regala un´opera che parla al cuore, ma riesce anche a
evocare l´atmosfera di una Napoli che prende vita attraverso le sue
parole.
Citazioni
tratte da: Non ora, non qui di Erri De Luca
Non
riuscivo a parlare bene: Mentre la mente comandava la prima lettere,
la bocca premeva per emettere l´ultima. Ero balbuziente per fretta
di concludere. In compenso sapevo trovare il punto di equilibrio
degli oggetti. "In compenso": uso questo termine perché credo
che le abilità abbiano un vincolo di reciprocità con le goffaggini.
Riuscivo a tenere in bilico le cose per qualche durevole attimo: una
forchetta restava dritta sulle punte come una ballerina quadrupede,
una penna restava sul foglio a disegnare il punto. Perché poi il
bilico delle cose dovesse ripagarmi del capitombolo delle parole in
bocca, a questo non saprei rispondere, pur restando fermo nella
convinzione che le due caratteristiche erano messe in me a
bilanciamento. (pag 8/9)
Un
bambino sa molte differenze anche se non sa applicarle. Mi forzai a
dissimulare i ribrezzi, così mi addestrai da straniero. (pag 12)
Katia
Ciarrocchi
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