Il
giallo e il nero
di
Renzo Montagnoli
Agli
appassionati di lettura non sfugge di certo la differenza fra romanzo
giallo e romanzo nero (più conosciuto con il termine "noir"),
laddove il primo è la vicenda raccontata dai buoni, che in genere
sono i rappresentanti della legge, mentre il secondo è la storia
narrata dal punto dei vista dei cattivi. Al riguardo, considerato che
si tratta di due specializzazioni, ci sono autori diversi e cioè
quelli dei polizieschi, fra i quali Agathe Christie, Raymond Chandler
e Maurizio De Giovanni solo per citarne alcuni tra i tanti; fra i
narratori di noir, pure numerosi, mi permetto di ricordarne alcuni e
cioè Jean Claude Izzo, Ed McBain e Massimo Carlotto.
Occorre
poi precisare che alcuni romanzieri si cimentano con entrambi i
generi, come per esempio Raymond Chandler e soprattutto Georges
Simenon.
Ed
è di quest´ultimo che intendo parlare vista la sua grandezza che
lo porta a primeggiare sia nel giallo che nel noir.
L´autore
belga è sempre stato un produttore in grande scala di romanzi,
scritti con una facilità sorprendente e spesso in pochissimi giorni,
tanto che diventa difficile essere messi in condizione di leggerli
tutti, nonostante la buona volontà dell´editore Adeplhi che si è
proposto di pubblicare gradualmente l´intera produzione.
Al
riguardo ricordo che Simenon scrisse la sua prima prosa lunga all´età
di diciotto anni e che già nel 1923 collaborava con diverse riviste
in cui, utilizzando diversi pseudonimi, pubblicava racconti
settimanali; ebbene questi furono 750 in soli tre anni. I suoi lavori
piacquero al pubblico e cominciarono ad assicurargli l´indipendenza
economica. L´anno di svolta però fu il 1929 allorché in una serie
di novelle scritte per la rivista Détective apparve
per la prima volta il personaggio del commissario Maigret; iniziò
così una serie di romanzi che, oltre alla simpatia innata del
poliziotto, presentano caratteristiche ben definite che vanno oltre
la pur pregevole trama i cui canoni non vengono mai meno (scoperta di
un delitto, indagine che immancabilmente si conclude con l´arresto
del colpevole). Infatti, i personaggi di contorno, la posizione
sociale, l´ambientazione, l´atmosfera assumono un rilievo del
tutto particolare contribuendo non poco al piacere della lettura e al
successo dell´autore. Inoltre, nei settantacinque romanzi e 28
racconti con protagonista Maigret l´analisi psicologica è frutto
di un virtuosismo mai superato da altri; nessuno dei personaggi è
minore o irrilevante, a tutti è dedicato un profilo spesso conciso,
ma che ne denota le caratteristiche, diventando di fatto non una
comparsa, ma un protagonista; inoltre Simenon non si limita a cercare
il colpevole, ma persegue uno scopo ben preciso e cioè comprendere i
motivi per i quali è stato commesso il reato, perché un delitto non
avviene pressoché mai a seguito di un raptus, ma matura in un
ambiente particolare ed è frutto di una storia precedente anche di
parecchio tempo.
Questo modus
operandi è indubbiamente l´origine del successo di questa
serie con il commissario Maigret ed è talmente importante che
successivamente altri giallisti di valore finiranno con il seguire lo
stesso metodo.
Simenon
si comporta analogamente quando scrive i noir che in genere sono
opere di alta drammaticità, con un denominatore comune, e cioè che
il delitto non paga mai. In questo senso la condanna del criminale da
parte del romanziere belga non viene mai meno anche se, raramente,
l´atteggiamento nei confronti del personaggio che ha creato può
essere di autentica pietà. E´ così che sono nate opere
memorabili, di grandissimo valore letterario, quali I
fantasmi del cappellaio, dove il cappellaio Labbé è il
serial killer che sta lasciando dietro di sé una scia di sangue in
tutto il paese, ma nessuno sa chi sia l´assassino, tranne un
modesto sarto, l´armeno Kachoudas, che però non parla per paura.
Sono tanti i noir e quasi sempre molto belli, caratterizzati da
individui che si macchiano di un delitto e che spesso fuggono
braccati dalla polizia, quando già da tempo sono in fuga da se
stessi, come nel caso di L´uomo che guardava passare i
treni, con un Kees Popinga che a un certo punto della sua
vita si scopre insofferente della vita agiata, ma monotona, che
conduce, accorgendosi di non tollerare più il mondo che lo circonda,
vedendo gli altri, tutti, anche gli sconosciuti, come una minaccia
della sua esistenza, così che nasce un odio implacabile nei
confronti dell´intera umanità.
Ci
sarebbe da parlare a lungo del Simenon autore di noir e di gialli, e
non solo di quelli, ma nulla si potrebbe aggiungere per meglio
comprendere se non cominciando a leggere le opere di questo grande
romanziere; ci si potrà accorgere così che possono esistere dei
capolavori anche in generi che molti ritengono minori, quali appunto
il giallo e il nero.