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  Letteratura  »  Quel che resta del giorno, di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi e recensito da Siti 24/06/2024
 

Quel che resta del giorno - Kazuo Ishiguro - Einaudi - Pagg. 276 - ISBN 9788806229900 - Euro 13,00



Teatralità odierna nell´affrontare il dolore, il fatto più privato che la Natura ci abbia concesso, contro un uomo che indossa una maschera fatta di dignità e di congiunta comunione tra l´essere e il fare.
È un maggiordomo, fosse stato altro nella vita, lui sarebbe stato comunque fedele a se stesso, alla sua storia, alla sua famiglia, alla sua collocazione sociale.
Ishiguro ha creato un personaggio che mi rimarrà nel cuore per coerenza, intransigenza , savoir faire, equilibrio, rigore, responsabilità. Non una piega se non il percorso, questo viaggio, raccontato come un diario e impreziosito dalle analessi di una vita. Un viaggio verso il recupero, verso il punto di origine, verso se stesso, sempre negato, mascherato e, in fondo, ritrovato e confermato.
Si è quel che si vuole essere, sempre. Le opportunità, le possibilità sono sempre e comunque anche atti di volontà.
Voler non essere: una possibilità.
Quel che resta? L´accettazione di ciò che è stato.

Non ho altre parole, se non il consiglio di centellinarlo, questo libro, come un buon vino d´annata.
A piccoli sorsi, il suo gusto, il suo calore, il suo sentore avvolgente vi placheranno, ad ogni rigo, l´animo. Stevens, il maggiordomo-voce narrante, ha reso così anche questo servizio: coccolare l´ennesimo ospite. Abnegazione fino alla fine. E in fondo chi ci dice che lui non abbia saputo coglierle le sue possibilità? È stato per trentacinque anni al servizio di Lord Darlington e vivere nella sua dimora gli ha permesso di vivere la storia dell´Europa interessata da due conflitti mondiali "vicino al fulcro della storia del mondo" quindi "orgoglioso e grato" del fatto che gli sia stata concessa questa possibilità "un simile privilegio": l´ha saputo cogliere appieno. Se si pensa, inoltre, al ruolo di testimone storico che gli attribuisce Ishiguro poi, non mi rimane che invidiarne benevolmente, il ruolo di memoria storica che assume.
Quando gli eventi si allontanano con il loro carico di dolore ed errore, è difficile, con equilibrio, ricordare i percorsi intrapresi, accettati o semplicemente subìti e diventa invece infinitamente più facile con un colpo di spugna cancellare tutto e condannare la Storia, i suoi protagonisti, se stessi.
La vita offre la possibilità di evitare anche questo semplicemente contemplando la sera ed accettandola con il suo carico di nuove opportunità.


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