Dalì
genio e sregolatezza
di
Felice Serino
Eccessivo,
eccentrico, paradossale, contraddittorio. Non ci sono appellativi che
non siano stati usati per esprimere le caratteristiche di questo
personaggio eclettico e dissacrante, nato per eccellere e stupire
agli inizi del XX secolo. Salvador Dalì è nato due volte. La prima,
a Figueras, il 21 ottobre 1901, ma il bimbo morì a 21 mesi di vita.
Il Nostro nascerà nove mesi e dieci giorni dopo la sua morte, l'11
maggio 1904. Egli si trascinerà dietro tutta la vita il peso di
dover reincarnare il fratello maggiore di cui porta il nome: "una
sorta di complesso di colpa del sosia, trasformato in fissazione
paranoica, estetica" (Marco Vallora). "Tutte le mie
eccentricità, tutte le mie esibizioni incoerenti sono la tragica
costante della mia vita", si legge in Conversazione con Dalì
(1969), di Alain Bosquet. "Devo provare a me stesso che non sono
il fratello morto ma quello vivo. Come nel mito di Castore e Polluce,
uccidendo mio fratello ho conquistato l'immortalità per me stesso".
Come dire che la morte del primo Salvador è la molla, l'arco teso
che lo lancerà molto lontano...nel firmamento della pittura. "Lo
si voglia o no, sono stato chiamato a realizzare prodigi", ha
dichiarato. Nella sua biografia si legge che ha una relazione ambigua
col poeta Garcia Lorca, ma si dice che Dalì abbia sempre rifiutato
le ripetute avances di Federico. "Canto le tue ansie d'eterno
illimitato", scriverà il poeta in una sua ode dedicata
all'amico. Dalì è stato uno dei maggiori esponenti del Surrealismo
(nuovo spirito dell'arte battezzato da Apollinaire col nome di
Superrealismo, al debutto del balletto Parade di Cocteau, 1917);
costituito fra gli altri dai poeti Paul Eluard e Andrè Breton, dal
cineasta Bunuel, dagli artisti figurativi Manritte, Ernst, Mirò, Man
Ray; e ancora, Edward James, Hans Arp, Arpo Marx (solo per citare
quelli che diverranno famosi). Sposò dopo una convivenza di molti
anni, Gala Diakonoff di dieci anni più grande, moglie del poeta
Eluard (da cui poi divorziò), ed ex compagna di De Chirico; una
donna-manager avida di potere, la quale impostò da subito la
relazione col ruolo di "protettrice", o meglio di
impresario, relegando a Dalì quello di "dipendenza", e
desiderosa di organizzargli la vita. In amore prediligeva il
triangolo; ma grandi furono le sue sfuriate di gelosia quando nel
periodo precedente la seconda guerra mondiale Dalì divenne amante di
Edward James. Egli non era per lei che una semplice "macchina
per far soldi". "I Dalì sono due, uno appartenente al suo
mondo di vivida, geniale e avvincente paranoia, in cui vive più
della metà della sua vita; l'altro è l'accorto affarista, creato
dalla moglie Gala" (Edward James a Dalì, marzo 1941). (Fu Andrè
Breton a coniare l'anagramma Avida Dollars dal nome Salvador Dalì -
cosa che divertì molto l'interessato). Il miele è più dolce del
sangue (1927) fu il suo primo dipinto surrealista. Famosa la serie
dei suoi orologi molli. Molti i disegni e i dipinti raffiguranti la
moglie Gala. Soggetti della sua arte, anche i ritratti di Eluard,
Lenin, Freud. Dal 1927 al 1929 fu il periodo per lui più prolifico e
rappresentativo. Famoso resta il suo ritratto a una vedette del
cinema, Mae West.
La
sua potenza espressiva, l'intensità cromatica delle forme nello
spazio e nella luce, davano voce e sangue alla tela. Alcuni dei suoi
quadri, unici e dalla stesura raffinata, restano l'espressione
dell'inconscio collettivo del XX secolo. Egli, il genio, ne è
l'archetipo. Vogliamo qui aprire una parentesi per dire che
nell'immaginazione popolare il genio è sempre dotato di poteri
magici; è sempre considerato come agente di una forza esterna.
Questo potere può risultare misterioso anche al genio stesso. Egli
obbedisce a una sorta di desiderio istintivo, a una necessità
interiore. L'arte visionaria di Dalì passa alla storia anche per i
titoli bizzarri e improponibili quali, per citarne qualcuno:
"Burocrate medio atmosferocefalico nell'atto di mungere un'arpa
cranica", "Teschio atmosferico che sodomizza un pianoforte
a coda", "Autoritratto molle con pancetta fritta", "Lo
svezzamento del nutrimento dei mobili", "Acido
Galacidalacide sossiribonucleico (Omaggio a Crick e Watson)".
Nella storia dell'arte, in modo specifico egli è il Surrealismo, in
una rappresentazione personalissima, spesso dal contenuto delirante,
definita "metodo paranoicocritico".La sua opera apre le
porte verso universi paralleli, in una visione allucinatoria; ma Dalì
è ben consapevole del confine che separa il mondo reale
dall'immaginario. Nel 1944 Alfred Hitchcock lo volle per la
realizzazione delle sequenze oniriche per il film Io ti salverò, con
Gregory Peck e Ingrid Bergman. Si trattava di illustrare i sogni del
protagonista in preda ad amnesia. Egli era originale ad ogni costo e
viveva di un protagonismo insaziabile. Sempre in equilibrio sulla
corda tesa delle sue assurde trovate, ad una conferenza alla Sorbona
del 1955, si presentò in una RollsRoyce bianca, stipata di
cavolfiori. Nelle sue performances, ogni cosa che toccava si
trasformava in oro. Scrive nel suo Diario di un genio: "in uno
stato di permanente erezione intellettuale ogni mio desiderio è
esaudito". Un sempre crescente numero di psichiatri vedevano in
lui un caso allettante dal punto di vista di uno studio ravvicinato.
Egli è noto agli studiosi della psiche come un "perverso
polimorfo". Nell'opera daliniana gli istinti sessuali appaiono
cerebralizzati e sublimati dall'arte. Dalì era sempre eccessivo e le
sue manie grandiose e strampalate spesso infastidivano. Fu molto
criticato dalla stampa e dall'opinione pubblica, e anche minacciato,
per aver dichiarato di simpatizzare per il generale Franco. Fino alla
fine, ebbe il culto paradossale della propria immagine. Negli ultimi
tempi, fra gli alti e bassi della malattia che lo aveva colpito
(morbo di Parkinson), si lamentava dicendo com'era difficile morire.
(Gli era già mancata Gala da alcuni anni). Fantasma di se stesso,
morì a 87 anni, il 23 gennaio 1989, nella clinica dove era stato
ricoverato per collasso cardiaco.
Fonte:
Meredith Etherington-Smith, Dalì, Garzanti 1994.
Da La
vita immaginata (Youcanprint, 2023)