La
diva Julia - W. Somerset Maugham - Adelphi -
Pagg. 275 - ISBN 9788845919978
- Euro 14,00
Apoteosi
teatrale
"Julia
parlava in modo assai diverso con se stessa e con gli altri; il suo
linguaggio, parlando con se stessa, era piuttosto
crudo."
Esteriormente
una donna di successo, assistiamo alla narrazione della sua carriera,
dagli esordi alla ribalta, un successo meritato per doti innate, una
moglie fedele, una madre coscienziosa.
Intimamente
una donna irrisolta, lacerata dall´avanzare dell´età,
sessualmente attiva, nonostante il matrimonio quasi bianco con il suo
amato Michael, "il più bell´uomo di Inghilterra", attore
mancato, imprenditore teatrale di successo.
Una
coppia glamour, una vita sociale da fare invidia, una quotidianità
ingabbiata dai ritmi del teatro, schiavizzanti.
Julia
a me sembra solo una donna in cerca di libertà di espressione,
bisognosa di eterna e continua gratificazione che le confermi che
oltre a essere una brava attrice, è anche una bella e desiderabile
femmina.
E
quando è femmina può permettersi di uscire dalla finzione, dalla
sua eterna maschera, centuplicata non dai centomila che la leggono
sempre diversa, alla maniera pirandelliana, ma dagli innumerevoli
ruoli che nella sua carriera hanno ibridato la sua identità. Lei non
sa più chi è, agisce come da copione, pensa come da copione, parla
con le battute dei vari copioni, fino a quando non coglie nella
sessualità la sua massima libertà di espressione. Curioso che non
la consumi con il suo adorato marito, ma che si abbandoni a incontri
fortuiti, ad avances di imberbi e generosi giovanotti, rigettando
magari la devozione di un fedelissimo.
E
l´amore? Che posto ha nella sua vita?
"...significa
pena e angoscia, estasi, vergogna, paradiso e inferno; significa
vivere, intensamente, e noia indicibile; significa libertà e
schiavitù; significa pace e tormento."
La
sua maschera coincide con lo strato di cerone che le regala "un´altra
personalità immune dai dolori umani".
Sarà
il figlio Roger a smascherarla, a metterla di fronte alla realtà,
quella assurda circostanza misteriosa che tanto la spaventa.
Lei
preferisce essere quell´ectoplasma che assorbe l´ansia della
vita, quel simbolo che nel palcoscenico assume le forme e gli umori
più vari per concedere al pubblico con la finzione l´unico
briciolo di realtà.
Apoteosi
teatrale!
Lettura
gradevole, apparentemente leggera, rispolvera i noti temi
pirandelliani con una vena umoristica e atteggiamento indulgente
verso i limiti dell´essere umano così ben compendiati nella
finitezza bohémienne di Julia.
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