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  Letteratura  »    »  Visti dalla meta siamo tutti ultimi, di Francesca Picone, edito da Lettere Animate e recensito da Rosella Rapa 22/12/2022
 
Visti dalla meta siamo tutti ultimi Francesca Picone – Lettere Animate – Pagg. 272 – ISBN 9788871121604 (eBook 9788871121901)Euro 23,50 (eBook Euro 2,99)



Questo romanzo ha potenzialmente centinaia, migliaia di lettori, ciascuno con la sua storia e la sua sensibilità. Tuttavia, essendo fortemente inserito nel tessuto abitativo della città di Napoli, ho individuato alcune categorie preminenti:

  • Coloro che vivono a Napoli e la amano,

  • Coloro che hanno vissuto a Napoli, ed hanno giurato di non tornarci mai più

  • Coloro che non hanno mai messo piede a Napoli, e non la conoscono per nulla

A questi ultimi occorre chiedere di prestar fede all’autrice: tutto quel che racconta è vero, sono situazioni reali di vita napoletana. A dire il vero, è un po’ eccessivo che tanti infortuni capitino tutti in sequenza alla medesima persona. Questo potrebbe indurre la prima categoria di lettori a negare la veridicità degli episodi, mentre i secondi vengono indotti a pensare che la protagonista, Sally, napoletana “bene”, in realtà arrivi da Marte o da un collegio chiuso come un convento. Bisogna addentrarsi nella storia, per comprendere il significato di questa serie di peripezie, scandite dai racconti e dalle poesie di Sally, brandelli di un suo diario che le viene rubato, proprio all’inizio del romanzo.



Un po’ espediente letterario, un po’ esempio significativo di una crescita personale, Sally conquista pian piano la simpatia del lettore, unita a una sorta di commiserazione. Le persone che le ruotano intorno riescono tutte ad adattarsi, scegliendo di vivere, più o meno onestamente, nelle pieghe del “sistema”. Sally no. Sally rifiuta di sottomettersi alla convivenza endemica con la microcriminalità; alla corruzione, piccola e grande, che serve per ottenere un buon lavoro o semplicemente per vivere discretamente a casa propria, scelta in un vicolo non particolarmente malfamato, ma comunque malmesso, e molto triste. Quel che manca, in questo vicolo, è la tipica allegria napoletana, la convivialità, le spaghettate, la pace dopo le litigate ad alto volume. Mancano, perché Sally non le vuole vedere, non le accetta. Nel vicolo abita temporaneamente anche una ragazza milanese, Ale, che si muove nei meandri di Napoli con molta più scioltezza di Sally, lavora con lei al falso recupero di ragazzi drogati o disturbati, e intanto introduce Sally all’uso di droghe pesanti. Un personaggio ambiguo, come quasi tutti quelli che ruotano intorno alla protagonista, capaci di agire in un modo, e parlare in un altro. L’unica che le vuole veramente bene è la sua gemella Lù, che ha scelto di vivere lontana dalla città, tra lago, mare e cielo. Un Eden, nel quale tenta di attirare la sorella, mentre questa precipita sempre più in basso nella scala sociale.


Il libro che chiede pazienza per leggere, e ancor più per interpretare. In ogni pagina c’è un fatto, o una frase, su cui occorre fermarsi a riflettere. Tanti argomenti scottanti affrontati con rabbia, con una tenace determinazione a non volersi piegare. Eppure, Sally, scontrosa e intransigente, cade in modo assai rapido nel buio tunnel della droga. Il linguaggio è secco, duro, frammentato; si apre all’improvviso in descrizioni musicali quando compaiono i frammenti del Diario (l’Agenda, come dice Sally), o quando lei medita; questa differenza aumenta la distanza fra realtà ed illusione.


Il finale sarà amaro, così come è amaro il titolo. “Tutti ultimi”.

Non ci sono vincitori, soltanto vinti.



Rosella Rapa


(da www.letteratour.it)

 
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