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  Bell'Italia  »    »  Sassari, la mia cittą, di Piera Maria Chessa 31/07/2021
 
Sassari, la mia città

di Piera Maria Chessa



E’ stato duro, tanti anni fa, lasciare Sassari per trasferirmi altrove. E ancora oggi, a distanza di decenni, lei rimane e rimarrà la mia città, pur trovandomi bene anche nel luogo in cui abito ormai da tanti anni.

Nel Medioevo Sassari era un piccolo borgo, il suo nome, in lingua sarda, era Thatari, e in esso trovarono rifugio le popolazioni che vivevano vicino al mare e che scappavano dalle incursioni dei pirati, che certamente non rendevano loro la vita facile.
In seguito, diventato un po’ alla volta più popoloso, divenne la capitale del
 Giudicato di Torres, cittadina che si trovava sul mare, non distante da Sassari, e che oggi si chiama Porto Torres.
L’antica Thatari, in seguito, fu dominata dai pisani, dai genovesi e dagli aragonesi. Nel 1500 fu occupata dai francesi, per ritornare poi sotto il dominio degli spagnoli. Soltanto con Carlo Alberto, nel 1835, i feudi furono finalmente aboliti.

Sassari è una bella città, ha circa 125.000 abitanti, e dopo Cagliari è il centro più importante della Sardegna, non soltanto per quanto riguarda la popolazione, ma anche in ambito culturale ed economico. Si trova a circa 10 km dal mare.
Nell’800, nella struttura urbana sono state fatte purtroppo delle modifiche importanti, e per quanto mi riguarda, assolutamente incomprensibili: sono stati abbattuti infatti il castello aragonese e buona parte delle mura medievali, probabilmente con lo scopo di creare altri spazi per nuove costruzioni. Di certo si sa che dopo la demolizione del Castello, nel 1877, esattamente nella stessa area, venne costruita una caserma intitolata ad Alfredo Ferrero della Marmora, che oggi ospita il Comando della Brigata Sassari.
Nel frattempo Sassari vedeva aumentare il numero dei suoi abitanti, e questo si verificò in modo particolare dopo la seconda guerra mondiale. In quegli anni vi fu inoltre un buon sviluppo del settore terziario e di alcune industrie. Nonostante ciò, il movimento migratorio fu però notevole. Prima i capifamiglia, poi intere famiglie si trasferirono al nord, spesso lasciando l’isola per sempre.
In seguito, tuttavia, con il turismo e le attività ad esso collegate, le migrazioni si ridussero notevolmente, soprattutto nel decennio che va dal 1981 al 1991.

Il luogo più bello di questa città è indubbiamente la Piazza d’Italia, denominata nel passato Il salotto di Sassari, che probabilmente mantiene ancora oggi questo privilegio, e sulla quale si affacciano alcuni dei suoi palazzi più belli.
Innanzitutto, l’ottocentesco 
Palazzo della Provincia, in cui hanno sede sia gli Uffici Provinciali che la Prefettura.
Fu eretto verso la fine del 1800 (1873 -1880) e ha degli interessanti elementi neoclassici e barocchi.
Sulla parte opposta della Piazza si trova il 
Palazzo Giordano, in stile neogotico veneziano, ed è intestato al suo committente, Giuseppe Giordano Apostoli, avvocato e politico italiano nato a Sassari. Oggi è la sede della Banca Intesa Sanpaolo.
La Piazza d’Italia, tanti anni fa, era anche il punto d’incontro per i ragazzi della mia generazione. Tutte le sere, ma anche durante il giorno, era il luogo in cui ci si incontrava; lì nascevano, e spesso si concludevano, le prime storie d’amore, tanto intense quanto fugaci.
E’ una piazza molto spaziosa, ed è proprio questa sua ampiezza a renderla così speciale, a parte, naturalmente, come si è detto, la presenza dei bei palazzi che la circondano.
Nella Piazza si trova anche il 
Monumento a Vittorio Emanuele II di Savoia. Si tratta di una scultura posizionata su un’ampia base sulla quale si trovano altre due sculture. L’opera è stata eseguita dallo scultore Giuseppe Sartorio.
Non lontano dalla Piazza ci sono 
i Portici, molto frequentati negli anni 60, 70, e forse anche 80. Quante volte li ho percorsi in una direzione e nell’altra! Vi erano, e vi sono ancora, diversi negozi e caffè. E poi, un’edicola molto ben fornita che attirava moltissime persone. Oggi, purtroppo, non cattura più l’attenzione come allora.
Proseguendo nella direzione opposta rispetto alla Piazza d’Italia, si va verso la via Roma, una strada molto frequentata, con tanti caffè e tavolini all’aperto.
Sulla destra, si trova il Tribunale, sulla sinistra, un po’ più avanti, il bel 
Museo nazionale archeologico ed etnografico Sanna.
Fu istituito nel 1931 e intitolato a Giovanni Antonio Sanna, politico e imprenditore di origine sassarese, assolutamente meritevole di una visita approfondita.
Tornando indietro, ripercorrendo la Piazza e arrivando ai Portici, si può proseguire invece verso la
 Piazza Castello, dove era situato il Castello Aragonese, e percorrere quindi il lungo Corso Vittorio Emanuele II. Scendendo, sulla destra, si trova prima di tutto la bella Piazza Azuni, sulla quale si affacciano alcuni bei palazzi degni di nota. Al centro della Piazza è situata la statua dedicata appunto a Domenico Alberto Azuni, giurista e storico sassarese. Poco distante, si trova la mitica antica libreria Dessì. Entrarvi è come arrivare in un altro mondo, persino l’atteggiamento dei librai, quasi austero, è in piena sintonia con l’edificio che sa di tempi illustri e di amore per il sapere.
Andando ancora avanti, si arriva alla 
Piazza Tola, sulla quale si affacciano altri bei palazzi antichi. La Piazza, intitolata nel 1848 a Carlo Alberto, re di Sardegna, dopo la morte del magistrato sassarese Pasquale Tola, avvenuta nel 1874, fu a lui dedicata.
Proseguendo ancora lungo il Corso, sulla destra, ecco l’antico
 Teatro Civico, inaugurato nel 1829 e intitolato al compositore e patriota sassarese Luigi Canepa. Qui ho scoperto la bellezza della recitazione a diretto contatto con il pubblico quando, da ragazza, i professori ci portarono a vedere una commedia. Tutta un’altra cosa rispetto al cinema, per quanto assolutamente da apprezzare.
Va ricordato, a questo punto, anche il bello ed elegante 
Teatro Verdi, che venne inaugurato l’8 dicembre del 1884 con l’esecuzione di un’opera dello stesso Luigi Canepa: il Riccardo III.
Continuando la passeggiata fino in fondo al Corso, si raggiunge un altro pezzo del centro storico.
Ed è qui che si ritrovano le vie della Sassari “vecchia”, quelle in cui si respira in parte quel passato che non c’è più, eppure è come se lo si avvertisse ancora nell’aria e nel comportamento delle persone più anziane.
Vi è un’altra parte dell’antica città che merita di essere conosciuta. E’ 
la via Turritana, una strada lunga e stretta che purtroppo da diversi anni è stata trascurata, ma ancora oggi suggestiva e piacevole da percorrere.
In questa via le case sembrano abbracciarsi da un lato all’altro della strada, come accade nei centri storici di tanti altri borghi, mentre sui piccoli balconi i panni stesi stanno ad asciugare, portando comunque un po’ di luce con i loro colori. Poi ci sono degli slarghi, delle piccole piazze, dove il sole arriva con più generosità, e accanto agli ingressi si trovano fiori e piante curati da mani sapienti.
Nei quartieri più antichi di Sassari si possono visitare delle belle chiese. Innanzitutto, la
 Cattedrale, dedicata a San Nicola, patrono della città. E’ cattedrale dal 1441, ma dagli abitanti è conosciuta soprattutto come “il Duomo”. Numerosi gli stili architettonici. Si va dal romanico al gotico, dal rinascimentale al barocco.
Vi è poi la bella chiesa di
 Santa Maria di Betlem, dedicata alla Madonna, la cui facciata è del tredicesimo secolo. Sant’Agostino risale invece al sedicesimo secolo. Interessante anche Santa Caterina, dedicata a Caterina d’Alessandria.
Merita una visita approfondita la 
Chiesa della Madonna del Rosario, è in stile barocco, e venne edificata, insieme al convento, nel 1635 grazie all’impegno dei frati domenicani. Fu ricostruita e ampliata vent’anni dopo. Di grande rilievo, sull’altare maggiore, l’intera parete sullo sfondo occupata dal retablo del Rosario, del 1682,considerato, sia per la bellezza che per la grandezza, una delle opere più pregiate per quanto riguarda l’arte sacra della nostra isola.
Assolutamente da visitare è la
 bella chiesa di San Pietro di Silki, situata quasi fuori dalla città. La sua costruzione iniziò nel 1065, ma fu completata nel XVII secolo. Diversi gli stili architettonici: romanico, gotico e barocco. La chiesa è dedicata all’apostolo San Pietro.
Non bisogna dimenticare neppure la chiesa di
 San Giuseppe, situata non lontano dalle ex carceri di San Sebastiano. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1884 e venne conclusa quattro anni dopo, nel 1888. Lo stile architettonico è quello neoclassico.

Nel centro storico della città, è situato anche il Palazzo Ducale. Venne costruito nella seconda metà del settecento sotto la guida dell’architetto piemontese Carlo Valivio, su commissione del nobile don Antonio Manca Amat. E’ in pietra calcarea e in stile neoclassico. L’ interno è arredato con mobili, dipinti, arazzi e stucchi. Attualmente è la sede del Comune.
In questa presentazione della città di Sassari, che avrebbe necessitato di ben altri approfondimenti, non può però mancare almeno un accenno a un monumento speciale, che è diventato uno dei più importanti simboli della città: La 
Fontana di Rosello.
Si trova al centro della valle di Rosello, ed è sovrastata dall’omonimo ponte.
La data d’inizio della sua costruzione è il 1295 a opera di maestranze genovesi, ma è stata poi rinnovata nel 1605 in stile tardo-rinascimentale. I materiali utilizzati sono stati il marmo e la pietra.
E’ un monumento molto particolare ed è stato inserito nella serie di francobolli “Fontane d’Italia”.

Un’ultima cosa ancora prima di concludere. Voglio ricordare che Sassari ha dato i natali a due Presidenti della Repubblica: Antonio Segni e Francesco Cossiga, oltre che a diverse altre personalità di rilievo. Tra queste merita, a mio parere, un posto speciale Enrico Berlinguer.

Come dicevo prima, non basta questa presentazione per parlare di Sassari in modo adeguato, spero tuttavia di essere riuscita a dare parecchie indicazioni su questa bella città ottocentesca, e soprattutto di aver suscitato una certa curiosità per un luogo che merita di essere conosciuto e visitato senza fretta.

Di seguito, un po’ di foto.

1)Il Palazzo della Provincia. 2) Il Monumento a Vittorio Emanuele II di Savoia. 3) Il Palazzo Giordano. 4) I Portici, sulla sinistra. 5)I Portici, sulla destra. 6) La Caserma Lamarmora. 7) La Piazza Azuni. 8) La Piazza Tola. 9) La Cattedrale di San Nicola. 10) La Chiesa di San Pietro di Silki.

Le notizie relative alla città sono state reperite sul web, in diversi siti.



https://pieramariachessa.wordpress.com/






 
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