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  Letteratura  »    »  Vincenzo D'Alessio, un uomo, un poeta e un critico letterario, di Renzo Montagnoli 10/04/2020
 
Vincenzo D’Alessio, un uomo, un poeta e un critico letterario

di Renzo Montagnoli



Malato da molto tempo, Vincenzo D’Alessio ci ha lasciato, una notizia che mi ha addolorato quasi che la sua scomparsa fosse stata del tutto improvvisa e non prevista, e ciò nonostante sapessi da diversi mesi dell’esito infausto del male che lo affliggeva. Nell’attesa di scrivere qualcosa di più approfondito sulle sue capacità letterarie, espresse peraltro in numerose opere, riporto il mio contributo al suo ultimo libro L’empatia del critico, edito da Fara, e che Vincenzo ha appena fatto in tempo a leggere.

Ho conosciuto Vincenzo D’Alessio nel luglio dell’ormai quasi lontano 2010, allorchè ho avuto modo di leggere Profili critici, una raccolta di recensioni stilate dallo stesso e pubblicata dall’editore Fara. Poichè pure io amo esprimere un giudizio sulle mie letture in quell’occasione provvidi in merito, anche se ritenni necessario una premessa, vale a dire mi chiesi se fosse opportuno che io scrivessi la recensione delle recensioni, problema tanto più rilevante perché molte delle opere presenti nel libro mi erano sconosciute. Ho convenuto comunque che in ogni caso avrei dovuto esprimere un’opinione e proprio di opinione si trattò, e non tanto di disamina critica. Vediamo quello che scrissi all’epoca, delineato in quattro punti che, nel loro insieme, provvedevano a delineare un quadro positivo:

1)    L'indipendenza del giudizio che mi sembra chiara, senza che insorgano sospetti, merce rara si direbbe, considerata l'epoca in cui il dio denaro induce non pochi editori a condizionare numerosi critici:

2)    Una struttura espositiva sperimentata e che si ripete, perché ormai radicata nella logica di D'Alessio; quindi niente improvvisazioni, tanto che, se non fossimo in campo letterario, direi che il metodo ha connotati scientifici;

3)    L'indole poetica che, a volte di più, a volte di meno, lo conduce a diventare, peraltro piacevolmente, un coprotagonista nel testo e anche a ricorrere a un ragionamento metaforico;

4)    La semplicità e la praticità, insomma il giudizio che può farsi l'eventuale lettore dell'opera recensita appare supportato da tutti gli elementi indispensabili, esposti  razionalmente e in modo accessibile ai più.

In seguito cominciai a conoscere il D’Alessio poeta, anche saltuariamente narratore, e fui colpito subito sia dai temi trattati, afferenti i gravi problemi del Meridione, sia dallo stile con cui era espresso questo impegno civile, tanto che mi venne subito in mente un altro poeta del Sud, da me particolarmente apprezzato, e cioè Rocco Scotellaro. Più che l’altro l’accostamento a quest’ultimo è per il tema trattato, perché lo stile, se pur simile, differisce, e probabilmente in meglio, vuoi per gli studi di Vincenzo laureato in Lettere sia per una assiduità poetica che gli ha consentito di acquisire una notevole esperienza.

Ma se poeta è la vocazione, rimane sempre quella passione per la lettura di opere d’altri, ultimata la quale viene in lui naturale scrivere una recensione approfondita, in cui la disamina del testo non lascia in ombra nulla, pur manifestando – e questo è un suo innegabile merito – la volontà di porre maggiormente in risalto gli aspetti positivi. Non c’è leziosità, né ricorso ad astrusi paradigmi nelle sue critiche letterarie che cercano di essere le più semplici possibili di modo che possano essere comprese da tutti, qualsiasi sia il loro livello di studio. E si guardi bene che semplicità non vuole dire temino da quinta elementare, bensì la capacità di andare al sodo spiegando in modo facilmente intelleggibile. Questo modo di operare è da me particolarmente apprezzato, tanto che cerco di tendervi anch’io, perché la diffusione della cultura non può prescindere dalla capacità di illustrarla alla maggior parte delle persone, e considerato che la poesia è una Cenerentola, se si vuole accostare a essa sempre più gente, oltre alla capacità dei poeti di comunicare in modo chiaro, deve esserci anche altrettanta chiarezza in chi scrive i giudizi.”.




 
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