Fiori
rossi
di
Gabriele Oselini
Prefazione
di Alessia Rovina
Fara
Editore
www.faraeditore.it
Poesia
Pagg.
64
ISBN
978
88 94903 43 0
Prezzo
Euro 10,00
Lungo
il Grande Fiume
Gabriele
Oselini è un poeta che non mi è sconosciuto, tanto che
l’ho anche intervistato il 12 febbraio 2012 in relazione alla
sua silloge Piove
da me recensita positivamente. Questo autore, che abita in provincia
di Mantova, in un paese rivierasco del Po, come del resto anche il
sottoscritto, trova la sua fonte di ispirazione nella natura, in
quel paesaggio piatto, i cui unici rilievi sono dati dagli argini,
fra i quali scorre il più grande fiume italiano. Qualcuno
potrà obiettare che il tema della natura è assai
diffuso, quasi inflazionato, ma è altrettanto vero che il
particolare rapportarsi di ognuno di noi con la stessa fa sì
che venga vista in un modo del tutto autonomo e personale, e questo
vale anche per Gabriele Oselini. Se poi c’è chi
manifesta il timore di una serie di quadri idilliaci, nella scia di
una magica e irripetibile Arcadia dico subito che non è il
caso, perché la natura di Osellini è indubbiamente
poetica, ma reale, cioè non ha nulla di mitico o comunque
conforme a canoni arcaici. Ed è per questo che saper cogliere
in un mondo, in cui tutto cambia, lo spirito primigenio è
un’occasione per riscoprire, in un’altra luce, se stessi.
E’ talmente importante che il corso naturale non venga
sovvertito che l’autore giunge a ipotizzare, in caso contrario,
una caduta in un baratro senza fondo come in Abisso
(l’usignolo / non
canta / sulla magnolia / i balconi / sono spogli / dei gerani in
fiore / profondo / abisso / del nostro tempo).
Dato
che noi inevitabilmente cambiamo con il trascorrere del tempo l’unica
certezza, forse ancora per poco, è che la natura segue sempre
il suo corso, così che l’estate, che dopo ferragosto in
pratica finisce, è l’occasione per pescare nell’antro
della memoria i ricordi da bambino; altre volte invece la natura è
evocativa del ciclo della vita che nell’ultimo temporale si
chiude per un vecchio porcospino. Non poteva altresì mancare
un riferimento al grande fiume, alle sue piene che incuriosiscono,
pur incutendo tanto timore (improvvisa
corre / in golena / l’acqua gonfia / del fiume in piena /
grigia / increspata / affamata di terra /nel tempo negata / e lepri /
e corvi / e ramarri impauriti / si confondono / con bici curiose /
bimbi / cani felici / e guardiani della notte / sui fratelli argini /
custodi delle nostre radici).
In queste poesie ci sono il sole estivo che dardeggia e incendia la
pianura, l’incedere lento dell’autunno nebbioso che
annuncia il gelo e a volte la neve dell’inverno che qui in
queste terre pare più riposare che dominare e infine
l’annuncio della primavera, il verde nei campi, l’aria
nuova che inebria e rivitalizza l’amore con la bella stagione
che arriva al galoppo, insomma c’è lo spirito di questa
pianura e delle sue genti, tutte raccolte intorno a questo grande e
maestoso fiume. Leggere questa silloge sarà un po’ come
ripensare al proprio passato e al proprio presente per chi, come me,
è di questi luoghi; per gli altri, invece sarà
l’occasione per apprezzare posti che occhi disattenti
potrebbero definire monotoni e piatti, ma non è così,
perché la natura è una continua scoperta, basta saperla
osservare, come ha fatto appunto Gabriele Oselini.
Gabriele
Oselini (1953)
è nato e risiede a Viadana (MN).
Ha
conosciuto negli anni ‘70 Daniele
Ponchiroli,
caporedattore della casa editrice Einaudi, col quale ha intessuto un
rapporto di profonda amicizia e dal quale ha ricevuto numerosi
stimoli culturali e umani.
Ha
partecipato a diversi concorsi nazionali di poesia: segnalato alla
III edizione del concorso “Pubblica con noi” di Fara
Editore, con cui ha pubblicato (2005) una selezione di versi
all’interno di Antologia
pubblica,
e successivamente le
sillogi Specchio (2006), Finito(2008), Piove (2011)
e La
mia casa (2014).
Ha collaborato con l’editore Afro Somenzari di Fuoco
fuochino.
Recentemente è stato premiato (2° classificato) al VII
Concorso di poesia Roberto
Fertonani di
Rivarolo Mantovano (2017).
Renzo
Montagnoli
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