La
fine dell´indigenza e l´inizio del miracolo economico
di
Renzo Montagnoli
E´
indispensabile una premessa, e cioè che negli anni dell´immediato
dopoguerra, orientativamente fino al 1951, il nostro paese poté
godere di un colossale piano di aiuti americano, il cosiddetto piano
Marshall, un progetto per la ricostruzione dell´Europa che per
l´Italia ammontò a circa 1.200 milioni di dollari, comprese non
solo facilitazioni finanziarie, ma anche aiuti economici veri e
propri, fra i quali diversi prodotti alimentari.
Come
ho già scritto in un altro racconto di questa serie si mangiava poco
e male, mentre si lavorava molto, assai più di adesso. Non sto ora
a esprimere opinioni di carattere politico ed economico perché non è
lo scopo di questo scritto; sta di fatto che l´odierno benessere
all´epoca era limitato a poche persone e così come ci si
alimentava poco, non esistevano comodità. La maggior parte delle
case erano riscaldate con stufe a legna, gli elettrodomestici si
potevano vedere solo nei film americani, le automobili erano talmente
una rarità che il poco traffico era del tutto scorrevole. Gli
apparecchi radio erano pure in numero limitato e poi sovente di
fabbricazione artigianale e soggetti a interferenze (ricordo che
l´accensione della nostra prima radio diede luogo a una serie di
suoni che ricordavano i miagolii dei gatti). Comunque la radio fu la
prima conquista e piano piano entrò nelle case di tutti; ricordo
alcune trasmissioni, come il Gazzettino Padano, una specie di
giornale radio locale.
A
poco a poco, come uscivamo dallo stato di indigenza, arrivavano certe
novità che avevamo visto nelle pellicole americane, e alcune
dapprima erano rarità, come la la lavabiancheria, che tutte le donne
sognavano e che poterono avere dopo tre-quattro anni dalla prima
apparizione nel paese. Quello che però calamitò l´attenzione di
tutti fu il televisore, uno scatolone enorme con uno schermo piccolo,
dove si agitavano figure lontane centinaia di chilometri, il tutto in
bianco e nero. Ciò che fece decollare la televisione fu un concorso
a quiz, Lascia o raddoppia, condotto da un simpatico
italo-americano, Mike Bongiorno e che ebbe inizio il 26 novembre
1955. Qualche bar pensò bene che quello spettacolo avrebbe potuto
attirare clienti, e non si sbagliava, perché i locali furono
rapidamente riempiti da gente di ogni ceto e cultura, attratti
irresistibilmente dalla febbre del gioco. C´è da dire poi che fra
i concorrenti c´erano delle vere e proprie personalità, come
l´esteta Gianluigi Marianini, la prosperosa e bella Paola
Bolognani, il professor Lando Degoli, solo per citarne alcuni e solo
quelli che ricordo. Al prezzo di un caffè si trascorreva una serata,
disertando in quell´occasione i cinema, che corsero subito ai
ripari, proponendo la visione del quiz installando due o più
apparecchi in platea.
Fu
una rivoluzione per un popolo che cominciò a sognare, che si
entusiasmò per le utilitarie della Fiat, prima la Topolino, poi la
500 e poi la mitica 600. Per le auto occorse aspettare un po´ più
di anni, cioè oltre il periodo che ho considerato per questa serie
di racconti, che non va al di là della fine degli anni `50.
Infatti fu con gli anni `60 che gli italiani si mossero sulle
quattro ruote, ma già si erano abituati ai motori a due ruote, con
progetti di minima cilindrata.
E´
forse superfluo che dica che le due più grandi ambizioni del popolo
furono il televisore e l´automobile, che divennero un simbolo di
una condizione sociale, anche se vennero acquistati firmando montagne
di cambiali. Tutti volevano avere il televisore e l´auto e tutti,
anche se in tempi non brevi, li ebbero. Contemporaneamente le donne
portavano avanti il discorso delle lavabiancheria e al tempo stesso
quello dei frigoriferi, sì perché quando ero bambino ignoravo che
cosa fosse quel mobile che raffreddava. All´epoca c´erano le
ghiacciaie, dove venivano messi dei blocchi di ghiaccio venduti a
domicilio
e trasportati da una carrozzetta a motore, coperti da panni perché
non si sciogliessero subito. A Mantova c´era la fabbrica del
ghiaccio e, quando ci passavo davanti, nella mia fantasia infantile
immaginavo che ci fosse dentro tanta neve con i pinguini. La
carrozzetta adibita al trasporto era un´invenzione del genio
italico, chiamata Ape ed è tuttora in produzione ovviamente molto
più evoluta, un mezzo di trasporto per brevi distanze, di discreta
capacità e nel complesso solido ed economico.
Forni
a microonde, computer, ecc. erano cose del tutto inimmaginabili ed è
giusto che sappiano i giovani d´oggi come quei beni che considerano
di uso comunissimo siano entrati nella nostra storia senza che noi
anziani potessimo non dico prevederli, ma nemmeno ipotizzarli.
Erano
altri tempi in cui ci si divertiva a chiacchierare la sera d´estate
seduti sulla porta di casa, ci si guardava negli occhi, ci si
scaldava anche discutendo con passione, poi è venuta la televisione
e fino a quando è rimasta relegata nei bar è stata motivo di
confronto fra gli spettatori, ma quando è entrata nelle case ha
isolato le famiglie, ha tolto quella comunicazione diretta che che
genera conoscenza, comprensione e amicizia.
Da
C´era una volta