Triste
Natale di un uomo solo
di
Grazia Giordani
Stanotte
ho avuto un incubo angosciante. Ho rivisto, separati dal volto, gli
occhi miti di Luisa che mi guadavano, pieni di lacrime. E poi, come
in uno schermo sospeso nel nulla, è apparsa, per una frazione
di secondo, la bella bocca della mia Gloria, atteggiata ad un flebile
sorriso, le labbra dischiuse appena, quasi volessero parlarmi…
"Cosa
ti sta succedendo?" - la voce inquieta di mia moglie.
"Nulla,
forse ho qualche linea di febbre, ieri ho preso freddo".
In
ufficio, la segretaria aveva letteralmente riempito il mio tavolo di
documenti, una montagna cartacea inutile, perché lontana dal
percorso inquieto dei miei pensieri.
Volevo
ripensarle - quelle due Thelma e Louise, formato nostrano - per
riappropriarmene, riaverle. Luisa, in effetti non era mai stata
veramente mia, ma mi era appartenuta di riflesso, come la coda sta
alla cometa, o un satellite sta ad un astro.
Avvertire
un nodo alla gola e decidere di uscire, furono quasi un'azione unica.
Eccomi in strada, in orario di lavoro, senza una precisa meta, i
pensieri in rivoluzione, sul controcanto di un organino (ma quanti
anni sono che non se ne vedevano per strada?). Sembra quasi che un
invisibile regista, mi abbia preparato una scenografia, perché
io vi proietti dentro il mio film dell'immaginario. È tutto
così irreale, che persino il caffè che bevo, mi sembra
non esserci nella tazza. Ricordate quel vecchio film con i due famosi
comici americani, in cui la padrona di casa, folle, versa dalla
zuppiera un brodo che non c'è? Ecco, così, mi sento io,
adesso. Proprio in questo modo.
Potrò
vivere sempre attanagliato dai rimorsi?
Immerso
in sogni alienanti? Tanto che non so più dov'è il vero,
dov'è l'inventato?
Mi
siedo su una panchina, per pochi minuti, come un vecchio pensionato e
guardo una coppietta scialba, senza segni di distinzione, ma con
l'aria felice. Lui le parla fitto; lei lo contempla come se lo
vedesse per la prima volta, tanto è l'entusiasmo. Chissà
cosa si diranno? Ridono. Lui la bacia. Sono bruttini.
Avranno
un felice Natale perché sono insieme.
Gloria
era speciale. Non una bellezza, ma aveva quel quid, quell'aria
aristocratica senza leziosaggini, un modo di chinarsi a raccogliere
un oggetto caduto per terra, che illeggiadriva le sue movenze, uno
sguardo "obliquo", allusivo, che mi innamora più
oggi, ripensandolo, che allora quando la consideravo un bene
scontato.
Devo
rituffarmi nel lavoro. Smetterla di pensarla in maniera così
ammalata.
Stasera
porterò la moglie al cinema.
Domani
andrò in montagna con un gruppo di amici.
Tra
qualche giorno sarà Natale, ma io non avverto l'emozione di un
tempo
E
via di questo monotono passo.
Ho
perso le mie bollicine di champagne.
Ho
perso la sua invadenza.
Il
suo starmi troppo addosso.
L'ardore
del suo corpo.
La
delizia dei suoi baci.
La
vita va avanti.
"Ci
sono state chiamate urgenti per lei"
"Dica
che sono ancora fuori, dica che non sono ancora tornato"
"Dica
che non tornerò mai più"
Ora
sono solo.
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