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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Triste Natale di un uomo solo, di Grazia Giordani 22/12/2022
 
Triste Natale di un uomo solo

di Grazia Giordani



Stanotte ho avuto un incubo angosciante. Ho rivisto, separati dal volto, gli occhi miti di Luisa che mi guadavano, pieni di lacrime. E poi, come in uno schermo sospeso nel nulla, è apparsa, per una frazione di secondo, la bella bocca della mia Gloria, atteggiata ad un flebile sorriso, le labbra dischiuse appena, quasi volessero parlarmi…

"Cosa ti sta succedendo?" - la voce inquieta di mia moglie.

"Nulla, forse ho qualche linea di febbre, ieri ho preso freddo".

In ufficio, la segretaria aveva letteralmente riempito il mio tavolo di documenti, una montagna cartacea inutile, perché lontana dal percorso inquieto dei miei pensieri.

Volevo ripensarle - quelle due Thelma e Louise, formato nostrano - per riappropriarmene, riaverle. Luisa, in effetti non era mai stata veramente mia, ma mi era appartenuta di riflesso, come la coda sta alla cometa, o un satellite sta ad un astro.

Avvertire un nodo alla gola e decidere di uscire, furono quasi un'azione unica. Eccomi in strada, in orario di lavoro, senza una precisa meta, i pensieri in rivoluzione, sul controcanto di un organino (ma quanti anni sono che non se ne vedevano per strada?). Sembra quasi che un invisibile regista, mi abbia preparato una scenografia, perché io vi proietti dentro il mio film dell'immaginario. È tutto così irreale, che persino il caffè che bevo, mi sembra non esserci nella tazza. Ricordate quel vecchio film con i due famosi comici americani, in cui la padrona di casa, folle, versa dalla zuppiera un brodo che non c'è? Ecco, così, mi sento io, adesso. Proprio in questo modo.

Potrò vivere sempre attanagliato dai rimorsi?

Immerso in sogni alienanti? Tanto che non so più dov'è il vero, dov'è l'inventato?

Mi siedo su una panchina, per pochi minuti, come un vecchio pensionato e guardo una coppietta scialba, senza segni di distinzione, ma con l'aria felice. Lui le parla fitto; lei lo contempla come se lo vedesse per la prima volta, tanto è l'entusiasmo. Chissà cosa si diranno? Ridono. Lui la bacia. Sono bruttini.

Avranno un felice Natale perché sono insieme.

Gloria era speciale. Non una bellezza, ma aveva quel quid, quell'aria aristocratica senza leziosaggini, un modo di chinarsi a raccogliere un oggetto caduto per terra, che illeggiadriva le sue movenze, uno sguardo "obliquo", allusivo, che mi innamora più oggi, ripensandolo, che allora quando la consideravo un bene scontato.

Devo rituffarmi nel lavoro. Smetterla di pensarla in maniera così ammalata.

Stasera porterò la moglie al cinema.

Domani andrò in montagna con un gruppo di amici.

Tra qualche giorno sarà Natale, ma io non avverto l'emozione di un tempo

E via di questo monotono passo.

Ho perso le mie bollicine di champagne.

Ho perso la sua invadenza.

Il suo starmi troppo addosso.

L'ardore del suo corpo.

La delizia dei suoi baci.

La vita va avanti.

"Ci sono state chiamate urgenti per lei"

"Dica che sono ancora fuori, dica che non sono ancora tornato"

"Dica che non tornerò mai più"

Ora sono solo.


 
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