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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Storia del Contino, di Gianluca Ferrari 25/07/2024
 

Storia del Contino

(canzone di Giuseppe Santi)

di Gianluca Ferrari



Questa è la storia del Contino

sette figli molti rimpianti.

Gli affari nel commercio

del legname andavan bene

ma risaputa, la volubile

natura del destino.

Accumulavi montagne

di carbone dalla Toscana

alla riviera genovese:

qui le pendici nere

fiorivano nel rapido sgorgare

dei quattrini. Poi venne il giorno

in cui il carbone nero rimase,

come una salma in magazzino.

Non potesti più pagare

i creditori. Son gente esosa:

c´è chi non s´accontenta

d´un contrito inchino.

Fosti trovato come un tronco:

riverso sulla schiena, corroso

dalle acque e dai riflessi della luna

in fondo al pozzo, un sasso al collo.

Erano quelle plaghe malsicure

ed oscillava l´occhio per le macchie

aspre come sestante intento

a calcolare agguati all´orizzonte

eventuali vie di scampo.

Diceva identikit dell´assassino:

"probabile brigante

dal volto contadino

arso rugoso con barba

ispida intricata. Un uomo

dei malarici acquitrini come

la solitudine crudele e come

la disperazione ardito"*.

Tu non potesti, al modo di quell´altro^,

cavartela con una schioppettata

sulla tesa quindi cantare:

"Dio immortale! Se muoio io

rimbomberanno le campane

ed in gramaglie le puttane

piangeran tutte per me".

Tu non cantasti: "Dio immortale!

Se muoio io saranno in lutto

le puttane, un po´ più fosco

il vino nel bicchiere".


*Do a Cesare quel ch´è di Cesare: la citazione è tratta dal libro Delitti e misteri sul crinale tosco-emiliano, curato da Luigi Bonaldi (la storia è narrata alle pagine 125-26).


^Un altro debitore (rimando alla nota precedente).


Da Acquerelli gotici (edito in proprio, 2020)

 
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