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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Uomini come rane, di Gavino Puggioni 04/07/2024
 

Uomini come rane

di Gavino Puggioni



Ho visto pareti dipinte dalla rabbia degli uomini,

rondini allontanarsi per il fuoco che bruciava l'aria,

ho visto prati annullati dalla cupidigia di alcuni

quando ne avevano bisogno i bambini.


Mi sono iscritto all'albo di quelli che protestano

ma volevano troppi soldi per la tessera di socio

ed allora mi son convinto che in questo paese

è meglio vivere con poco, possibilmente a zero spese


Ho ascoltato le voci arroganti dei Grandi,

la terra globalizzata per gli interessi di tanti meschini.

Me ne è rimasta impressa una, unica e ancora sola,

che è quella universale del Mahatma Gandhi.


Ho visto tutto quello che si può rivedere

e mi sono accorto che, come gamberi, andiamo a ritroso

A questa età sto ancora attento ai problemi veri

e, credimi, a volte non riposo


Non so neppure perché ne sto scrivendo,

forse perché non costa niente.

Ho parlato con molti che la pensavano come me

ma dopo a casa ognuno dormiva e si pentiva.


Non sono abituato alle meraviglie,

nulla mi stupisce e non da ora,

se non l'indifferenza che premia gli stolti,

gli arrivati, gli stupidi e i manigoldi


A me, a te, a noi non resta che guardare

in questi giardini, finti di ricchezza

Continuiamo pure ad ascoltare voci della miseria umana

che ci sembreranno come sempre, ahimè!, quelle di una rana!


Da Le nuvole non hanno lacrime (Il Foglio, 2011)


 
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