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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Gli amanti del mattino, di Giuseppe Carlo Airaghi 30/05/2024
 

Gli amanti del mattino

di Giuseppe Carlo Airaghi

 

 

Fidandosi della parzialità dei propri sguardi

i due amanti sulla panchina

si illudono di sedere in un idillio

dove lui può poggiare la mano

sul ginocchio consenziente di lei

(fantasticando di alzarle la gonna

f in oltre le mutandine che immagina rosa).

 

Lei indica il grano già verde

oltre la roggia e la cadenza dei tigli,

lui bestemmia gli insetti molesti

e il f iato caldo di un maggio anormale.

Capiamo bene che non si capiranno mai.

 

Se non fosse per le grida dei bimbi,

liberati a sfogarsi in giardino,

si convincerebbero davvero

(malgrado le grammatiche non condivise)

di sedere dentro un paesaggio

dipinto soltanto per loro.

 

"Lancino in aria ora le loro grida di vittoria,

ora che ancora possono,

ora che ancora la vita non li ha ammaestrati"

pensa lui ma non lo dice

(non si può criticare l´infanzia

senza apparire privo di cuore).

 

"Non è necessaria alcuna approvazione

dell´amministrazione comunale"

pensa lei meditando la fuga

"per aprirsi un sentiero tra l´erba alta

dietro quello che resta della cascina,

per andarsi a cercare il silenzio

di cui abbiamo evidente bisogno".

 

Da Quello che ancora restava da dire (Fara, 2020)

 
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