Rane
nello stagno
di
Gianluca Ferrari
L´Estate
dalle gote
d´irti
cardi
si
divertiva a soffiar fuoco
sui
torbidi paduli;
due
rane esacerbate
dovettero
sloggiare
dal
limo abituale,
tutto
sterili screpolature.
Sull´orlo
di gran pozzo
saltò
su una:
"Amica
mia, sorella,
precipitiamo
senza indugio
nell´oasi
più profonda!".
E
l´altra: "Bra... bra... braaava!
in
tale guisa, se piaccia al sole,
ci
troveremo bell´e pronte
già
in padella..."*.
Da
questa nella brace
cadi
infatti se agisci
senza
riflessione alcuna.
* Se
cioè il calore prosciugherà anche il pozzo.
Da Argentea
Scaltra e altre favole (edito in proprio)