METAMORFOSI
DI UN CHICCO DI GRANO
Ero un chicco di grano
- intirizzito -.
La TERRA mi
avvinghiò
tra le sue
braccia.
Di me s'innamorò la PIOGGIA, poi,
e
tutto m'irrorò.
M'abbandonai a LEI, come assetato
lasciando
all'altra amante
le radici.
Germoglio diventai
e filo
d'erba
e venni su
diritto
e verde
e ardente.
Mi amò subito il SOLE
E io… m'innamorai di LUI.
Di rugiada mi vestivo
la notte
e di
rugiada ancora
per
consegnarmi a LUI
tenero e verde.
M'arse coi raggi incandescenti, LUI,
e linfa e
vene e stelo…
senza pietà
per me
- SPIGA ingiallita! -
M'accarezzò il VENTO allora
e mi
sedusse.
Ondeggiavo ai suoi baci
sottomessa…
ma la falce
– invidiosa –
mi
trafisse.
Così… per evitare
altri amanti
strani…
tornai alle
RADICI,
alla mia TERRA.
(da “ I risvolti della memoria”, Agemina, 1988)
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