Piccolo racconto di Natale n. 2
Verso sera iniziò a nevicare, prima qualche rado
fiocco, poi, nel giro di pochi minuti, una vera e propria tormenta, che
accelerò i passi della gente che affollava le strade il giorno della vigilia di
Natale.
Giacomo alzò il bavero del cappotto, cercando anche
di togliersi di dosso la neve, ma era inutile, tanta ne veniva; a differenza
degli altri, certi della loro meta, proseguiva lentamente, gettando ogni tanto
un'occhiata distratta alle vetrine sfavillanti.
Pensava a tutta quella gente che tornava a casa con
i regali, che di lì a poco si sarebbe messa a tavola per l'immancabile e
opulenta cena della giornata forse più importante dell'anno, e si sentì ancor
più solo, lui che non era atteso da nessuno, se non da una casa vuota e fredda
nonostante il calore del camino.
Non voleva rincasare, non poteva neppure
immaginarsi seduto ad una tavola senza commensali se non se stesso; da quando
gli era morta la moglie, aveva trascinato un'esistenza svilita di ogni emozione,
di ogni sentimento, se non il ricorrente e tambureggiante ricordo di un passato
sereno e felice.
Le ore passavano e ormai si avvicinava la
mezzanotte; di gente per la strada non ve ne era più. Giacomo andava su e giù,
senza più pensare, senza alcun senso ed allora si chiese se valeva
la pena di vivere, non riuscendo a trovare un motivo che potesse giustificare
un suo ulteriore permanere in questo mondo che tanto lo aveva dimenticato.
“Buon Natale” risuonò una voce alle sue spalle; si
volse, ma non gli parve di vedere nulla nel fitto nevischio.
“Buon
Natale” e gli parve, dato il tono forte, che chi pronunciava quell'augurio inaspettato gli fosse
più vicino di quanto non pensasse.
Si stropicciò gli occhi, guardò a lato, spostò
anche lo sguardo in alto, ma fu solo quando volse il
viso verso il basso che la vide, che vide o pensò di intravedere un volto
minuto, dalla capigliatura rossa, che sbucava da una finestrella rasente il
marciapiedi.
Era una bambina, una bellissima bambina dallo
sguardo dolce e angelico.
Chinò il capo, si inginocchiò e il suo viso quasi
sfiorò quello di lei; poté così osservare i suoi lineamenti perfetti, il nasino
leggermente all'insù, la piccola bocca incorniciata da due sottili labbra rosa
e, soprattutto, gli occhi grandi di un incredibile colore azzurro.
Fu un attimo, quasi un battito d'ali la sua mano
che sfiorava quei lineamenti delicati, poi la figura si ritrasse dalla
finestrella e sparì.
“Dove
sei? Perché te ne vai?”, ma non ottenne risposta.
Allora volse lo sguardo all'intero caseggiato e si accorse che era una chiesa.
Trovò l'ingresso, camminando rasente il muro, ed entrò.
Non era ancora la mezzanotte e la gente doveva
ancora arrivare; si inginocchiò di fronte al presepe e osservò le figure di
cartapesta, la capanna con il bambino, Giuseppe e Maria, i pastori all'intorno
e i due angioletti che quasi proteggevano la nascita del figlio di Dio.
Si ritrasse sgomento, guardò meglio, ma non c'erano
dubbi: uno degli angioletti aveva il volto inconfondibile della bimba
sconosciuta incontrata poco prima. Rimase a lungo attonito e intanto la chiesa
si riempì di fedeli. La Messa stava volgendo al
termine, quando udì nuovamente quella voce “Buon Natale”; istintivamente guardò
il presepe e noto immediatamente che dei due angioletti sopra la capanna ne
mancava uno. Corse fuori e in affanno si diresse verso casa; ogni tanto
sentiva, o gli sembrava di sentire quella voce, ora più vicina, talvolta più
lontana.
Arrivato al suo caseggiato, aprì in fretta il
portone, volò su per le scale, entrò come una furia nel suo appartamento.
Gli mancava il fiato per la corsa e udiva ormai
l'augurio in continuazione; stravolto e in preda a una stanchezza indicibile si
buttò sul letto, senza nemmeno spogliarsi, tanto era preso da un sonno
incontrastabile.
Gli occhi si fecero sempre più pesanti e la luce
sparì. Allora sognò, o immaginò un prato verde con tante margherite in
fiore, una donna che lo chiamava e lui
che a larghi passi, quasi saltellando, le si faceva incontro, un cielo terso,
una luce accecante, un lontano suono di violini, poi più nulla.
Fu ritrovato da un parente nella tarda mattinata;
giaceva sul letto immobile e completamente vestito.
Si parlò di un colpo apoplettico, ma il medico che
visitò il cadavere non poté fare a meno di osservare la straordinaria serenità
del volto, l'espressione invero felice degli occhi spalancati e, quasi per
caso, notò un lungo capello rosso sulla guancia sinistra.
Giacomo seduto su una nuvoletta guardava il mondo e sorrideva tenendo per mano la moglie, i cui
capelli emettevano ampi riflessi rossastri sotto la calda luce dell'eternità.