Il
compleanno
di
Renzo Montagnoli
Era
così tutti gli anni, in quel giorno tutta la famiglia si riuniva,
arrivavano i figli alla spicciolata, per prima Loretta con suo marito
e il bambino, lei che stava più lontano, che viveva all´estero per
motivi di lavoro, poi Giacomo con consorte e bimba che abitavano a
Milano e infine Giuditta, ancora nubile a quarant´anni e che
risiedeva in fondo alla via. Tutti portavano qualche cosa, un
regalino, un piccolo presente, perché lui, il festeggiato, aveva
sempre detto che non si preoccupassero, perché non aveva bisogno di
niente, ma che quel che contava era il loro affetto.
Anche
oggi sono venuti, alla spicciolata, Loretta con un dolcetto, Giacomo
con una bottiglia di vino, Giuditta con un foglio bianco. Un foglio
bianco? Sembrerebbe uno scherzo e da Giuditta, eterna bambina, ci
sarebbe da attendere di tutto, ma lui sa cosa vuol dire quel foglio
bianco e si commuove.
Poi
i fratelli riuniti chiacchierano fra loro, del più e del meno, della
scuola dei figli, delle passate villeggiature e delle prossime; mia
moglie sta ad ascoltare, ogni tanto annuisce, fa una carezza ai suoi
nipotini, è presto per il pranzo, ma lei ha già apparecchiato, nove
posti sulla tovaglia buona, con il servizio di porcellana e le posate
d´argento perché per un compleanno si deve festeggiare, è giusto
che sia così. L´atmosfera è gaia, quasi allegra, i bambini si
rincorrono, solo Giuditta non partecipa, sta sola in un angolo e con
le dita arriccia i capelli, i suoi bei capelli color rame, quelli di
una bella ragazza, ma che fra tanti amori non ha ancora trovato, e
forse mai troverà, quello giusto.
Le
lancette dell´orologio girano, fra poco è mezzogiorno, mia moglie
è andata in cucina e fra poco si pranza. Mano a mano che si avvicina
l´ora le risate si affievoliscono, il tono delle voci si abbassa,
succede quello che non vorrei, accade che il ricordo prende piano
piano il sopravvento. E io invece vorrei che ci fosse la gioia, ma
capisco, capisco i miei figli che adesso si mettono a tavola, ognuno
prende il suo posto, ecco tutte le sedie sono occupate, meno una...la
mia. E´ così da tre anni che festeggiano la memoria, ma mentre
mangiano buttano ogni tanto un´occhiata a quel posto vuoto, a quel
piatto vuoto, poi finito il pasto se ne vanno alla chetichella. Resta
solo mia moglie a sparecchiare, dà di tanto in tanto uno sguardo
alla mia fotografia sulla credenza, asciugando una lacrima con una
manica della maglia.
Sul
tavolo è rimasto solo un foglio bianco, su cui Giuditta ha scritto
"Auguri caro papà, ovunque tu sia".
E
anche questo compleanno è andato.