Panem et circenses
In epoca imperiale erano abbastanza
frequenti feste di varia natura tenute al Colosseo,
durante le quali venivano generosamente distribuiti
cibi e vivande.
Il volgo si divertiva e chiudeva volentieri
un occhio, se non addirittura tutti e due, sugli intrallazzi a suo danno
perpetrati dal Senato e dall'imperatore stesso.
Se la storia insegna, occorre anche
dire che la quasi totalità dei suoi scolari è disattenta, perché continua
ricadere, inesorabilmente, nello stesso errore.
Il miglioramento delle condizioni
economiche non rende più necessaria la distribuzione dei cibi, ma i circenses sono insostituibili, tanto che con il tempo si è
riusciti a radicare nel popolo italiano il convincimento che il gioco del
calcio è lo sport nazionale. Si comincia a giocare a calcio fin dalla più
tenera età, inseguendo il miraggio di successi smisurati, si diventa i patiti
di una squadra, si parla di foot ball in televisione,
nei bar, nei posti di lavoro, si azzardano strategie da Von
Clausevitz, ci si rode il fegato nel guardare una
partita e se i propri beniamini vengono sconfitti la
colpa è solo degli allenatori o degli arbitri.
E' da un po' che non vado allo
stadio, ma ricordo i volti dei tifosi: tesi, spasmodici, per dilatarsi nel
momento della rete segnata dalla squadra del cuore. Persone insospettabili
nella vita comune diventano improvvisamente dei leoni, oppure degli animi
straziati, demandando il loro equilibrio interno alle pedate a una sfera di
cuoio.
Non deve essere stato facile per
costoro digerire l'ultimo degli scandali del calcio, con partite dai risultati
pilotati e interferenze di ben noti personaggi. Dal boom della notizia iniziale
( un fuoco pirotecnico di intercettazioni, di smentite, di accusati che
diventano accusatori) si è passati poco a poco a una fase di stanca che non
lascia presagire nulla di buono in ordine a condanne severe e indispensabili
per moralizzare un ambiente che ha sempre difettato del più elementare senso
etico.
Ma i tifosi buggerati, che hanno
gioito allo spasmo per la vittoria della propria squadra, convinti che fosse
maturata nel contesto di un'autentica competizione sportiva, che faranno?
Chiuderanno un occhio, perché quel
che conta è il successo della propria squadra a prescindere dal mezzo per
ottenerlo?
Oppure faranno il gesto tipico di chi
è stato truffato, vale a dire non autoalimenteranno
questa incredibile frode, disertando in massa gli stadi?
Difficile a dirsi, anche perché
quando le malefatte sono così diffuse diventano parte normale di una società,
con il risultato che ai rei si finirà con lo strizzare l'occhiolino.
In tal caso, il mio fondato timore è
che i tifosi buggerati, di fronte alla chiusura di un occhio di chi dovrebbe
sanzionare questi misfatti finiranno con il chiuderli tutti e due (come è
sempre stato, del resto…).