Letizia
Bonaparte.
Vita,
potere e tragedia della madre di Napoleone
di
Edgarda Ferri
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Biografia
Pagg.
318
ISBN
9788804520719
Prezzo
Euro 14,96
La
matriarca
Che
Napoleone Bonaparte sia stato un personaggio storico di grande
interesse è testimoniato dalle numero biografie che lo riguardano;
meno scontata è l´attenzione per sua madre, Maria Letizia
Ramolino, conosciuta anche come Madame Mère, in quanto genitrice
dell´imperatore dei francesi. Scrivere della sua vita, soprattutto
di quella condotta dopo la caduta del figlio e il suo esilio a
Sant´Elena potrebbe sembrare di scarsa rilevanza, e invece non lo
è, e la prova è data da questa sua biografia, uscita dall´abile
penna di Edgarda Ferri. Ne scaturisce la figura di una matriarca, una
donna dal polso fermo che ama indubbiamente i figli, soprattutto
Napoleone, ma che cerca di plasmarli alle sue caratteristiche di
persona devota, benché non indulgente, ferma e incrollabile nei suoi
propositi. Era nata ad Ajaccio il 24 agosto 1750, allorché la
Corsica era parte della Repubblica di Genova; di famiglia nobile
convolò a nozze all´età di 14 anni - era incinta - con Carlo
Maria Buonaparte, più vecchio di lei di 4 anni. I due ebbero dodici
figli, due dei quali nati morti e altri due deceduti in giovanissima
età, restando così in vita Giuseppe, Luciano, Luigi, Girolamo,
Elisa, Paolina, Carolina e Napoleone, il futuro imperatore dei
francesi. Il libro, molto opportunamente, tralascia il periodo
dell´ascesa da Generale a Primo Console e poi a Imperatore di
Napoleone e, ovviamente con riferimento al tema, quegli anni vissuti
da Maria Letizia, sia perché si sarebbe corso il rischio di scrivere
un´opera mastodontica, sia perché il personaggio della madre
assume particolare importanza nei suoi sforzi per liberare o rivedere
i figlio, segregato a Sant´Elena dagli inglesi. Però l´ex
imperatore è tenuto in costrizione nell´isola atlantica dal 1815
al 1821, anno della sua morte, ed è proprio questo lasso di tempo
che porta alla ribalta la figura e l´opera della Ramolino. Si
batterà come una leonessa, bacchettando gli altri figli, i quali
nella disgrazia generale pensano più a se stessi che a quel fratello
artefice prima delle loro fortune e poi della loro caduta. Tutto il
denaro, sia quello in contanti che le aveva lasciato il figlio, sia
quello derivante dalla vendita di beni mobili e immobili viene speso
con il solo scopo di avere notizie da Sant´Elena e con la speranza,
che si affievolisce di anno in anno, di ottenerne la liberazione,
magari con un colpo di mano. In questi sei anni le vicende di Letizia
e del figlio procedono di pari passo ed è di particolare interesse
l´ultimo scorcio di vita dell´imperatore, in pratica un
prigioniero anche se all´apparenza ancora riverito, con la dignità
che gli resta degli anni felici che acuisce però ancor più il
disagio proprio di chi non ha più potere. Alle speranze e alle
illusioni di Madame Mére si contrappongono la volontà degli inglesi
di isolarlo per sempre e il male in crescendo che lo porterà alla
morte (probabilmente un tumore) il 5 maggio 1821. Sua madre tuttavia
gli sopravviverà di altri quindici anni, quindici anni a cui Edgarda
Ferri dedica quasi metà del libro. Cosa accadde in quel periodo per
meritare così tanta attenzione?
Un
buon numero di pagine è costituito dalle testimonianze di coloro che
erano presenti a Sant´Elena e che in lettere inviate a Madame Mère
e ad altri familiari stretti di Napoleone descrivono gli ultimi
giorni di vita dell´imperatore e la sua dipartita da questo mondo.
Poi,
pur non venendo meno il dolore per la scomparsa di quel figlio che
non ha potuto vedere nemmeno da morto, le sensazioni si
affievoliscono, subentra una rassegnazione che è anche propria della
tarda età, si ingenera una generale sfiducia che porta Letizia a
perdere poco a poco la figura di matriarca e oltre ai primi malanni
(la cecità) e incidenti della vecchiaia (cade lungo una scalinata
rompendosi il femore) si accentuano i dispiaceri per quei familiari
così diversi da Napoleone, spendaccioni, pieni di debiti, incapaci
di essere perfino l´ombra dell´augusto fratello, ed ecco, come se
non bastasse questo quadro desolante, che cominciano i lutti, con
strane e improvvise morti. Sembra quasi che una maledizione sia
calata su quella famiglia da quel fatale 18 giugno 1815 allorché a
Waterloo l´armata francese subì una sconfitta che non fu solo di
una battaglia, ma che chiuse una guerra e consacrò un definitivo
regolamento di conti con Napoleone. Si potrebbe dire che ormai la
vita di Letizia procede stancamente verso la soglia finale,
impietrita di fronte alla tragedia familiare. E´ una lunga serie di
lutti e così muoiono i nipoti, ma soprattutto dopo una breve vita
minata dalla tubercolosi viene a mancare il Re di Roma, Napoleoni
Francesco Giuseppe Carlo, il figlio del grande imperatore e di Maria
Luisa d´Austria. E´ il 22 luglio 1832 quando il giovane Franz
(così era stato chiamato alla corte austriaca) chiude gli occhi per
sempre a Vienna, un colpo micidiale per Letizia che sperava sempre di
vederlo, illudendosi anche che potesse seguire le gesta del padre,
ritornando sul trono in Francia.
Dopo
gli anni sono di attesa per il passo fatale e Letizia, ormai ridotta
a un lumicino dalla tremula fiamma, si spegne in silenzio, con i
parenti lontani, il 2 febbraio 1836. Il suo corpo viene sepolto a
Corneto (Tarquinia) nella chiesa delle monache passioniste e da lì
nel 1851 sarà traslato nella cripta della cappella imperiale di
Ajaccio, fatta costruire da Luigi Napoleone, figlio di Luigi
Bonaparte e Ortensia de Beauharnais, diventato imperatore dei
francesi con il nome di Napoleone III.
Edgarda
Ferri con questa biografia si è superata, perché, sempre brava come
in altre occasioni, ha saputo tenere ben distinti i tanti personaggi,
dando vita a una narrazione che avvince dalla prima all´ultima
pagina. Personalmente ritengo che sia la sua opera migliore fra
quelle sue che ho letto, un autentico capolavoro la cui lettura è
senz´altro raccomandata.
Edgarda
Ferri
è
nata a Mantova e vive e lavora a Milano. Scrittrice, saggista,
giornalista ha esordito nel 1982 con Dov´era
il padre,
un romanzo che rimane tuttora un ritratto fondamentale e un punto di
riferimento per un´intera generazione. Ha pubblicato
inoltre, Contro
il padre (1983), La
tentazione di credere (1985), Il
perdono e la memoria (1988), Luigi
Gonzaga (1991), Quello
che resta di Cristo dopo 2000 anni (1996)
e, per Mondadori, Maria
Teresa (1994), Giovanna
la Pazza (1996), Io,
Caterina (1997), Per
amore (1998), L'ebrea
errante (2000), Piero
della Francesca (2001), La
grancontessa (Le
Scie, 2002), Letizia
Bonaparte (2003), L'alba
che aspettavamo (2005), Il
sogno del principe (2006), Rodolfo
II (2007), Uno
dei tanti (2009).
Renzo
Montagnoli