Capitalismo
e comunismo, sulla scia di un cristianesimo interpretato nel tempo
di
Lorenzo Russo
Se
si riuscisse a creare una simbiose tra i tre orientamenti
fondamentali della vita in terra, sarei certo di poter affermare che
staremmo tutti meglio.
Niente
conflitti gravi, niente guerre, piena solidarietà nei casi di
necessità e sventura.
Il
capitalismo è necessario perchè sostiene la creatività
dell'uomo in ogni sua forma espressiva, senza la quale egli
diverrebbe pigro, apatico, nichilista, fino a renderlo bisognoso di
un'assistenza che diverrebbe poi insostenibile per la collettività.
Capitalismo
crea progresso sia materiale sia sociale, perchè mantiene
attive tutte le energie che l'uomo possiede in virtù della sua
predisposizione e volontà di vivere.
Questo,
naturalmente, quando le sue attività avessero un riferimento
cristiano, con il quale diventare, almeno un pò, un essere
socializzato.
Si
realizzerebbero così due fini, senza i quali la vita umana
rimarrebbe primitiva e brutale, perchè seguirebbe ancora il
principio primario arcaico di prevalere sul prossimo, considerato un
nemico da dominare o eliminare.
I
due fini sono sviluppo intellettuale e cognitivo accoppiato con il
senso positivo del sociale, nel senso che è meglio vivere
insieme.
L'energia
primaria è rappresentata dalla forza della sopravvivenza, che
si manifesta nelle più svariate forme secondo lo sviluppo
cognitivo e conseguentemente di coscienza raggiunto dall'uomo.
Sta
poi al lui di riflettere sulla scelta del proprio orientamento
affinchè porti frutti migliori.
Ed
è così che l'uomo, nel corso dei secoli fino ad oggi, è
riuscito a creare un sistema economico altamente produttivo e una
forma societaria evoluta non riscontrata prima.
Ed
è anche qui che l'orientamento cristiano ha portato i suoi
frutti, ma questo non basta oggi, in quanto l'uomo si è
progredito ulteriormente e i suoi fini non concordano più con
le posizioni delle autorità ecclesiastiche, con il loro
ritenersi esclusivi detentrici delle verità cristiane.
Le
chiese sono oggi semivuote appunto per questa discrepanza e non noto
una reazione esplicita da parte delle alte autorità
ecclesiastiche che sia tesa al ricongiungimento con i credenti.
Di
fatto, quando noto che oggi il Vaticano prosegue una politica di
fusione delle diversissime culture esistenti, formatesi nel corso dei
secoli con il superamento di tanti conflitti tragici e dolorosi,
sostenendo l'immigrazione in massa di persone che starebbero meglio a
casa loro, unite con le proprie famiglie ed amici, non mi resta che
sperare in un tempo migliore.
È
evidente che sia il Vaticano del papa Bergoglio sia il comunismo sia
le forze politiche e finanziarie mondiali seguano congiunti una
uguale politica di dominio che poco ha a che fare con il
cristianesimo praticabile del suo fondatore.
Al
contrario, la loro politica dovrebbe essere unicamente quella di
aiutare i bisognosi nella loro terra a diventare autarchici
indipendentemente dal loro credo.
E
qui è evidente che il Vaticano reagisce alla perdita della sua
autorità sui credenti, diventati più istruiti e
coscienti, con il sostenere l'immigrazione globale, senza tener conto
dei gravi squilibri sociali che essa crea nei paesi accoglienti, per
poi erigersi a benefattore e garante dell'equità di
trattamento tra i residenti e i nuovi arrivati.
Tutto
questo in conformità con il diritto universale di poter
emigrare dove si voglia, propagato apposta dall'ONU, senza tener
conto dei gravi danni che esso crea alle popolazioni stesse.
Ed
è qui che si palesa il vecchio gioco politico di sempre, che
consiste nel fatto, che un popolo bisognoso è più
facilmente manovrabile.
Una
pericolosa mossa politica è quindi in atto che, come tale, va
contrastata energicamente con programmi informativi e illustrativi.
In
questo senso giudico anche la mossa del Papa di avvicinamento
all'islamismo, finora suo acerrimo nemico ed ora collaboratore celato
per mantenere il potere.
Il
motivo risiede nella odierna crisi culturale mondiale, sia politica
sia religiosa, le cui origini sono da ricercare nello sviluppo
cognitivo e di coscienza dei popoli che mette a rischio l'esercizio
del potere della classe elitaria.
Il
mantenimento del potere è quindi in questione, potere che gli
attuali detentori non vogliono lasciare.
Con
riferimento alla Chiesa , vedo un'unica soluzione, che è
quella di riformare le sue alte strutture gerarchiche, perchè
troppo rigide e non fondanti sul merito dei suoi detentori.
Mi
riferisco qui ad una Chiesa che sia vicina al popolo e non al potere
istituzionale, a una gerarchia eletta dai credenti e rinnovabile
periodicamente.
Il
cristianesimo è una ideologia fin troppo esemplare, della
quale ogni uomo ha bisogno, da temere la sua fine, mentre la Chiesa,
quale istituzione, deve rinnovarsi periodicamente.
Il
motto è quindi: passano i Papi, le alte autorità
ecclesiastiche, ma non l'ideologia che li ha creati.
E
qui mi viene da aggiungere che il mondialismo in atto è
antidemocratico, perchè deciso dall'elite mondiale per
realizzare i propri interessi di potere e non dai popoli.
Saranno
loro a pagarne il prezzo che mi rammenta che la storia si ripete.
Se
allora il popolo fu ammaliato dall'importanza dell'unità
nazionale, ora lo è da quella mondiale, che viene presentata
come unica forma politica capace di realizzare benessere e libertà
per tutti i popoli.
Sapendo
come finì allora il grande progetto di conquista del mondo
sotto l'egida di una nazione, possiamo immaginarci come finirà
questo, che è di molto più complicato e rischioso.
La
dittatura, che ne sorgerà, rafforzerà il potere
dell'elite mondiale, a scapito delle libertà e dei diritti dei
popoli, che saranno costretti a vivere in un grave stato di
sottomissione.
Mi
pongo ora la domanda sul come evitare l'andamento in corso?
A
primo acchito bisognerebe aggiornare il sistema capitalistico,
creando i suoi impianti produttivi e di ricerca in tutto il mondo
secondo delle caratteristiche ambientali e territoriali esistenti, di
modo che si possa evitare le immigrazioni in massa, ma senza privarlo
delle sue energie che generano creatività, rendimento e
merito, al contrario della prassi comunista della raccomandazione ed
assistenza senza diritto per merito acquisito.
La
fine di una istituzione non è la fine del mondo, per cui non
ha senso sostenerla, quando non riuscisse a rigenerare le sue
energie.
Una
cosa è certa: entrambi i sistemi devono svilupparsi insieme,
perchè è dai difetti dell'uomo che sono sorti.
Il
fine deve essere il creare una società cosciente e libera, una
società unibile nel tempo a venire.
Ed
è così che le annunciazioni cristiane vanno
interpretate per non perderle per strada.
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