Pasqua
di resurrezione
di
Lorenzo Russo
Vieni,
accompagnami alla salita sul monte delle rivelazioni.
Come
puoi affermare che sia veramente così?
Me
lo suggerisce il mio stato d'animo che di passo in passo si
alleggerisce sempre di più, fino a trovare la sua
essenzialità.
Che
cosa intendi con questa parola: essenzialità?
Essenziale
è tutto ciò che crea equilibrio tra terra e cielo.
Di
questa essenzialità era provvisto Gesù Cristo.
Ci
deve essere chiaro che, senza questa forza d'equilibrio, egli non
poteva vivere la sua vita così come l'ha vissuta.
Proprio
per questo motivo era dotato di doti ebbene essenziali, da riuscire a
sopportare le restrizione terrene, fino al supplizio sulla croce.
L'essenziale
si esprime con il considerare la vita una missione da svolgere, un
ordine ricevuto dall'Alto, al quale il soggetto si sente di
appartenere.
Normalmente,
le persone dotate di tale energia non vivono una vita lunga, in
quanto il loro agire sta in forte contrasto con le costrizioni
dimensionali fondanti sulla forza e potere.
Ad
un certo punto regge il principio della concorrenza spietata,
espressa in poch parole con o io o tu, insieme non si va.
Al
contrario, invece, le energie comuni si perdono nella dimenticanza
che è tipica dell'uomo.
Si
tratta qui, evidentemente, di creare un effetto che perduri nel
tempo, così che lo riscontriamo anche oggi, ogni qualvolta
pensiamo al supplizio sulla croce, senza il quale le sue
annunciazioni si sarebbero probabilmente perse nel vento.
Metto
qui in evidenza l'effetto della commiserazione e ammirazione per lui,
da suscitare ancor oggi riverenza, dolore, senso di colpa.
Mi
è anche chiaro che, vivendo in una realtà dubbiosa,
amara, vendicatrice, violenta, l'uomo si aggrappa al povero Gesù
per implorarlo di intercedere presso il Padre Celeste affinchè
lo liberi del suo destino.
Gesù
assume qui il ruolo di interlocutore con il Superiore, non visibile e
percepibile nella sua vera essenza, da sembrare per molti un prodotto
della propria fantasia, necessità esistenziale, condizione
intellettuale e cognitiva.
Ebbene,
ci voleva un inviato non comune, capace di svegliare l'uomo dal suo
letargo esistenziale, uno che riaccendesse la fiamma della salvezza,
dopo secoli di oscurità, un intermediario capace di
colloquiare con il Creatore perchè puro nell'anima e nel
cuore, perchè pronto a pagare il riscatto con la sua vita.
D'altra
parte non manco di notare, di vedere qui uno sdopppiamento della
figura del Creatore che, forse perchè rammaricato
dell'incapacità dell'uomo di svilupparsi nel suo senso, che
sarebbe quello di riconoscere di essere colpevole e implorare il
perdono, reagisce rimodellando il suo costrutto difettoso con l'invio
del suo figliol prodigo.
Si
può, qui, ritenere, che padre e figlio siano identici, ebbene
uno sdoppiamento dell'Entità originaria per ragioni a noi
ancora sconosciute?
È
cos'è allora, con la preghiera di Gesù, rivolta al suo
padre, di assolvere l'uomo, in quanto incosciente di essere
colpevole?
Ammettendo
che sia così, l'uomo sarebbe vittima di conflitti avvenuti
altrove, un cacciato dal paradiso senza cognizione di colpa.
Il
mio parere è, che qui si tratti dell'ancora attuale
impossibilità dell'uomo di superare le restrizioni
dimensionali.
Sono
loro che definiscono le condizioni della sua vita in terra, dove
tempo e spazio diventano per lui elementi necessari di orientamento.
Il
fine sarebbe quello di realizzare il progetto universale fondante
sul „divenire“ attraverso trasformazioni
continue e finalizzate a creare un mondo nuovo e migliore.
In
questa nuova realtà, l'uomo non avrebbe più bisogno di
orientarsi sul concetto di tempo e spazio, che così
svanirebbero.
Le
costrizioni dimensionali sono allora il prodotto di una ancora
sconosciuta energia despotica, simile a quella trasmessa dalla
mitologia greca, nella quale si apprende che Urano fu simbolo della
oscurità del suo tempo. A dimostrarlo fu il suo tentativo di
uccidere i suoi figli per timore di essere detronizzato.
Sempre
secondo la mitologia, fu la madre Gea a salvarli, segnando l'inizio
del dualismo universale e con esso un passo evolutivo nella storia
dell'uomo.
Ed
è qui che Gesù segna con il suo venire un ulteriore
passo in avanti nello sviluppo dell'uomo.
Celebriamo
quindi la Pasqua in suo onore e gratitudine, se non altro serve a
smorzare per un momento i grandi difetti dell'uomo, come egoismo,
egocentricità, permalosità, violenza.
Che
Gesù sia stato un inviato del padre o no, non importa poi
tanto, mentre che egli abbia sofferto come uomo la crocifissione sul
Golgota testimonia la grande portata della sua venuta, quale
annunciatrice di una nuova era, una non più sottoposta alla
volontà di un Dio lontano e autoritario, ma di uno dell'amore.
Guardati,
uomo, dal seguire gli istinti della maledizione, segui le voci della
tua coscienza, perchè solo lei può suggerirti come
uscirne illeso, solo lei può indicarti la via della salvezza,
dell'elevazione ad altra vita.
Tutto
questo ha annunciato Gesù nella sua vita, anche quando,
morente sulla croce, si sentì abbandonato dal suo Padre
Celeste.
La
sua supplica padre, perchè mi hai abbandonato, dimostra
di essere stato veramente uomo, di essersi sentito unito con l'uomo,
di aver compreso la sua natura debole, indifesa.
Ma
anche ammettendo che esista veramente un'energia creatrice del tutto,
una che segua un processo universale finalizzato ad assolvere
l'umanità intera, trasferendola in una realtà di pace
ed armonia, l'evento sul Golgota supera ogni concetto ragionevole sul
perchè è dovuto succedere.
Altrimenti
verrebbe ichiamata in causa l'esistenza del fato o caso,
dell'esistenza di un Dio Supremo che si diverte con le sue creature o
semplicemente non smette di programmare sistemi autonomi sempre più
complicati e difettosi.
Per
il momento non resta all'uomo, che ritentare sempre di nuovo la
salita sul monte delle rivelazioni.
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