Una
gita a Grazzano Visconti
di
Renzo Montagnoli
A
volte nasce il desiderio di fare una gita non particolarmente
impegnativa, con una meta che consenta non solo un’agevole
andata e ritorno, ma che permetta una visita facile in loco. Non è
per niente difficile trovare una destinazione che risponda a questi
requisiti, perché l’Italia, per nostra fortuna, abbonda
di ricchezze naturali e artistiche. Questa volta la scelta è
caduta su Grazzano Visconti, un paesino in provincia di Piacenza sito
all’ingresso della Val di Nure, circondato da fertili campi e
dai pregiati vigneti dei colli piacentini. Da dove abito io (Borgo
Virgilio in Provincia di Mantova) sono in tutto 120 km., con una
strada abbastanza veloce che comprende anche un tratto autostradale
non lungo, ma che consente di evitare l’attraversamento di
Cremona e di Piacenza, poiché la viabilità a pedaggio è
appunto da Cremona a Piacenza. Il tragitto è indubbiamente più
rapido per chi proviene da Milano o da Bologna, perché si
utilizza l’autostrada del sole. Che cosa c’è di
interessante a Grazzano Visconti?
Ci
sono diverse attrattive, tutte meritevoli di una visita. Prima di
tutto, c’è fa considerare il castello, costruito nel
1395 da Giovanni Anguissola, famiglia che ne fu proprietaria fino al
1870, allorché deceduto l’ultimo conte fu ereditato
dalla madre Fanny di Visconti di Modrone, casato che ne è
ancora proprietario.
L’edificio
fu impostato a forma quadrata con quattro torri agli angoli, di cui
due quadrate e due cilindriche. Questa rocca, baluardo di difesa dei
Ghibellini nelle feroci lotte per il predominio su Piacenza non
rappresentò semplicemente una residenza, ma fu testimone di
scontri, anche con episodi gloriosi; circondato da un ampio fossato,
il ponte levatoio di cui era dotato fu tolto con il trascorrere del
tempo e la sempre minore importanza della fortezza, soprattutto con
l’avvento delle artiglierie. Peraltro inevitabile è
stato che, passando gli anni, il maniero sia stato oggetto di più
rifacimenti, come appunto quello del 1698 che pose fine al ponte
levatoio. Poi, allo scempio naturale provocato dalla vetustà
si accompagnò una progressiva trascuratezza, tanto che nel
1870 alla morte del conte Filippo senza eredi, fatta eccezione per la
madre, molte parti del castello apparivano chiaramente in rovina,
così come le modeste abitazioni adiacenti e la parrocchiale.
L’anziana Fanny Visconti preferì allora lasciare il
tutto al nipote Guido Visconti di Modrone, che non ci è dato
di sapere se fu contento di tale lascito che, per essere sistemato,
imponeva un onere finanziario non trascurabile. Diciamo che si limitò
a ricevere i beni, senza provvedere alla bisogna, ma per fortuna suo
figlio Giuseppe Visconti di Modrone (1879 – 1941), uomo colto,
di gusti raffinati, con la testa sulle spalle, ma anche con idee ben
chiare pensò che era un peccato far andare in malora quella
proprietà e allora in accordo con l’architetto Alfredo
Campanini decise di mettervi mano, con considerevoli opere di
ripristino e di miglioramento del castello, consolidando la
struttura, variando gli spazi interni, apportando modifiche di ampio
respiro nell’ottica di una costruzione che dovesse avere più
una funzione storica che militare, e questo a maggior gloria della
famiglia dei duchi Visconti; in quest’ottica, francamente
scenografica, rientrano anche la riedificazione del borgo, ora più
che mai idoneo a manifestazioni con costumi rinascimentali, nonché
la realizzazione del Parco del Castello, un’opera imponente, in
cui si alternano richiami del giardino all’italiana con una
irrazionalità apparente in altre parti, con una varietà
di piante che è incredibile, fra cui olmi, pioppi neri,
carpini, cedri, il tutto esteso su una superficie di 150.000 mq.; con
una simile distesa verde appare ovvia la presenza di una variegata
fauna, che va dai picchi verdi e rossi alle volpi, con una
consistente presenza di farfalle richiamate da piante che le attirano
e che sono state poste a dimora allo scopo (la lavanda, la verbena,
ecc.). Di particolare rilievo appaiono quindi le visite guidate, le
uniche che consentono di accedere al parco e che si svolgono secondo
il seguente calendario:
Sabato
pomeriggio, domenica e festivi dal 17 marzo al 30 giugno, e dal 10
agosto al 12 novembre.
Gli
orari delle visite guidate potranno variare a seconda della stagione.
Le tariffe relative sono: Intero
7,00 Euro, ridotto 4,00 Euro (dai 5 ai 14 anni); Over 65 : 6,00 Euro;
gruppi precostituiti Euro 5,50 a persona.
Il
borgo è sempre aperto ed è visitabile senza oneri,
mentre il castello, essendo di proprietà privata, non è
purtroppo accessibile.
Le
foto, reperite su Internet, rappresentano nell’ordine:
il
castello,
un
viale del parco,
uno
scorcio del borgo.
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