Politici,
vil razza dannata
di
Renzo Montagnoli
Mi
soccorre il Rigoletto di Verdi per questo articolo che non intende
fare di ogni erba un fascio, anche se inevitabilmente qualche
politico non si identificherà con quelli di cui parlerò,
perché nel complesso onesto e dedito al bene pubblico, merce
rara in verità, al punto da considerarlo la classica eccezione
che conferma la regola.
Credo
che ormai sia assodato che chi ci rappresenta fa, quasi sempre, i
propri interessi, che opera male, senza coerenza e nella convinzione
di essere superiore a tutti i cittadini. Purtroppo i fatti mi danno
ragione e ci tocca vedere ministri della pubblica istruzione che non
sanno l’italiano e ministri dei comparti economici che sembrano
non conoscere le principali leggi di questa disciplina.
Il
problema, ahimè, è vecchio e non è tipico di
questo o di quel partito, ma è un male talmente comune da
pensare che non vi sia rimedio. L’Italia da quando è
nata è scossa da scandali politici (tanto per citarne uno
famoso, in cui fu coinvolto anche il re Umberto I, quello della Banca
Romana) e tutti, o quasi tutti a essere magnanimi, dei politici hanno
avuto mani in pasta in affari che a definire poco leciti è un
puro eufemismo. Fra l’altro si sono fatti leggi che li tutelano
a dismisura, che rendono spesso impossibile una proficua azione della
magistratura, leggi, a ben guardare, bipartisan, perché fatte
nel loro comune interesse. E’ evidente un fenomeno e che cioè,
con l’avvento della seconda repubblica, le cose, anziché
migliorare, sono peggiorate, con il risultato che la corruzione è
diventata pratica del tutto comune, tanto che l’onestà,
poco a poco, viene sempre più vista come un difetto. Prima c’è
stato il periodo berlusconiano, una tragedia per l’Italia
checché i suoi sostenitori ne dicano, poiché sono sotto
gli occhi di tutti i conti disastrati per i quali fu necessario
l’intervento europeo, e poi, dopo un governo di tecnici le cui
decisioni hanno finito per privilegiare i ricchi in danno dei poveri,
c’è stata l’infelice parentesi di Renzi, assai
bravo nella sua missione di distruggere il PD, del tutto incapace di
gestire un paese, tronfio e convinto d’essere un genio, quando
invece è meno di un mediocre, in tutto e per tutto un degno
successore di Berlusconi. Al riguardo basti pensare che questi due
pessimi soggetti hanno partorito una legge elettorale che ha reso
ingovernabile il paese, oltre al fatto che ostacolano qualsiasi
coalizione di governo, di modo le cose vadano di male in peggio.
Eppure, non poca gente crede ancora in loro, il che mi fa pensare
che, quando questo sostegno non sia interessato, dipenda
esclusivamente da ridotte attitudini mentali. Sarebbe ingiusto
tuttavia attribuire colpe solo a Berlusconi e a Renzi, perché
ne hanno non poche anche tutti gli altri politici, in particolare
quelli che, essendo veramente onesti, per non improbabili motivi di
conservazione della poltrona non denunciano i reati commessi da
altri, come sarebbe invece loro obbligo. E’ uno schifo talmente
generalizzato che, parlando con altre persone, non pochi si esprimono
in termini ben poco lusinghieri, che vanno dai “politici
ladri” a “che schiattassero tutti i parlamentari”.
C’è tuttavia qualcuno che ha fatto di meglio, senza dire
e senza scrivere, ma con l’arte di cui è dotato;
infatti, nel corso di un mio recente breve soggiorno a Riccione,
nell’hotel in cui ero alloggiato faceva bella mostra di sé
un quadro di tale Pastore, che mi è stato riferito essere
figlio di artista più noto. L’ho fotografato e
l’immagine, allegata a questo articolo, penso che non abbia
bisogno di commenti.
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