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Editoriali
» Via i generali sudisti e Cadorna, di Ferdinando Camon |
18/09/2017 |
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Via
i generali sudisti e Cadorna
di
Ferdinando Camon
"Avvenire"
19 agosto 2017
Suona il cellulare, e un numero
sconosciuto, sentiamo cosa vuole: "In America abbattono le
statue dei generali sudisti, lei intende tornare alla carica per far
rimuovere le targhe in onore di Cadorna dalle vie e dalle piazze
italiane?" Beh, fa piacere che qualcuno si ricordi delle
battaglie che hai combattuto sui giornali. Ma i generali americani
sudisti e il generale Cadorna sono due cose diverse. E le battaglie
per cancellare i loro nomi dai luoghi nei quali noi viviamo e
lavoriamo sono battaglie diverse. Il "male" rappresentato
da Cadorna e il "male" rappresentato dai comandanti sudisti
sono due mali incomparabili. E poi, la battaglia per la "damnatio
memoriae" del nostro generalissimo io la considero vinta e
conclusa: ho invitato le amministrazioni comunali delle città
del Nord Italia a sostituire il nome di Cadorna dalle vie e dalle
piazze a lui dedicate, e a Udine il giorno dopo l'uscita di
quell'articolo sul giornale della città il consiglio comunale
votò (all'unanimità meno uno) la sostituzione del nome
Piazzale Cadorna con Piazzale Unità d'Italia. Per me,
giustizia è fatta. Udine è sufficiente. Perché
Udine è la città nella quale il generalissimo aveva
posto la sede del suo comando. Era la "sua" città.
Averlo rimosso dalla sua città è un buon risultato. Non
è che scrivendo sui giornali puoi ottenere molto di più.
In
America l'iniziativa parte dai sindaci e dalla popolazione, è
la gente che tira giù le statue e le fa a pezzi. Perché
quelle statue "celebrano" valori che sono diventati
dis-valori. Ho scritto "celebrano" e non "ricordano".
Ricordare si può, ricordare si deve. È celebrare che
non si può più. I valori-disvalori per i quali
combattevano e morivano i sudisti nella guerra di secessione avevano
al vertice lo schiavismo, la sottomissione dei neri, il loro lavoro
manuale coatto, la cancellazione della loro dignità umana.
Questi valori-disvalori, questi disvalori considerati valori, sono
ancora la fonte che alimenta gruppi, associazioni, movimenti in
America, e si tratta del Ku-Klux-Klan, del suprematismo bianco,
dell'apartheid, del razzismo. La guerra degli Stati che volevano la
separazione e la sottomissione dei neri è stata perduta, e
questo è un bene per l'umanità. Gli uomini hanno pari
dignità, son duemila anni che il Cristianesimo lo predica. E
oggi l'America è il paese che guida l'umanità in questa
direzione. Può permettersi di avere statue in onore di chi
andava nella direzione opposta e uccideva e moriva? L'abbattimento
delle statue dei generali sudisti ha qui la sua origine. Tuttavia la
rimozione è una cosa, la distruzione un'altra. Avrei preferito
che le statue venissero conservate in qualche museo. Chi vuol
vederle, va lì. Guardandole, può sentire una civiltà
scaduta, e capirla. Quando fanno in tv "Via col vento" lo
guardo per la millesima volta. È un film (e un libro) razzista
e schiavista, ma ti fa capire come potessero esistere i razzisti e
gli schiavisti. Ancor oggi ci sono ragazze che s'identificano con
Rossella. Bruciare il libro? Come bruciare un uomo.
Cadorna è
un problema diverso. Io ero e sono per la rimozione del suo nome
dalle strade e dalle piazze perché disprezzava e sprecava i
nostri soldati a migliaia, con ordini insensati e per operazioni
suicide. Ho visto un film di Malick in tv, di recente, "La
sottile linea rossa", storia di un reparto americano in prima
linea. "Capitano, porti i suoi uomini all'assalto" ordina
un colonnello. "Signor colonnello, non eseguirò il suo
ordine" risponde il capitano. "Io la manderò alla
Corte Marziale" minaccia il colonnello. "Signore, la
informo che ho due testimoni accanto a me, e le consiglio di
procurarsi due testimoni anche lei, perché se io obbedisco al
suo ordine, porto il mio reparto al suicidio". Il colonnello
ritira l'ordine. Una cosa così, Cadorna non l'ha mai fatta. Ha
mandato i nostri soldati al suicidio infinite volte, caparbiamente,
consapevolmente. Merita statue, strade, piazze, un comandante del
genere? No, meritava la Corte Marziale.
www.ferdinandocamon.it
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