Samuele Editrice
L'intervista è ad
Alessandro Canzian, dominus della Samuele Editrice di
Pordenone.
http://samueleeditore.leonardo.it/blog
Alessandro Canzian
non è uno sconosciuto per i frequentatori di Arteinsieme,
poiché vi appaiono alcune sue poesie e un'intervista, quale autore, risalente al 29
giugno
Le origini della vostra casa
editrice?
Quali sono gli elementi di
originalità del vostro progetto?
Gli elementi di novità, e per quanto riguarda
Oltre a questo c'è un altro elemento di novità che va un po'
controcorrente nel panorama editoriale odierno: il credere alla poesia come
portatrice di memoria storica. La nostra prima collana (Poesia del Novecento, I poeti di Pordenone) infatti
prescinde dai contemporanei e porta alla popolazione di un dato luogo (per
inciso Pordenone) ciò che è stata la sua storia poetica dal 1900 al 2000. Un exemplum per capire chi si è stati e, alla fin fine, per
capire quali siano stati i veri padri degli ultimissimi autori locali. In
questo contesto di desiderio storico si inserisce il significato del logo,
l'ape di Alvisopoli, che a molti ancora riporta alla
memoria la gloriosa tipografia di Alvisopoli (paese
vicino a Portogruaro, vicino a Pordenone) che ebbe il merito di belle e
importanti edizioni di pregio (tra le quali un'opera del Monti su Napoleone
Bonaparte).
In ultimo un elemento che del tutto nuovo non è, ma che nell'ambito
poetico pare suonare come una nota stonata. Per nostra scelta non ci immettiamo
nella grande distribuzione (dove l'esperienza insegna che tutto si perde
divenendo inutile) ma stiamo tentando di costruire una clientela di nicchia per
un prodotto di nicchia. Così facendo ci aspettiamo di creare un commercio
attorno al libro che non scada però nel libro “commerciale” (intendendo per
“commerciale” le classiche “barzellette di Totti” edite da Mondadori)
Quale
pensate che sia il futuro dell'editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Il futuro dell'Editoria italiana sarà pensabilmente
identico al presente. Uno stagno nel quale c'è tanto vuoto. Ma sulla riva dello
stagno esistono ancora piccoli editori idealisti, altri un po' più cresciuti
(sto pensando a San Marco dei Giustiniani), che
producono editoria di qualità, che producono cultura, che fanno arte con
l'arte. Noi non sappiamo quale sarà il nostro futuro sulla base delle difficili
premesse che ci siamo dati (commercializzare la vera poesia), di certo però
sappiamo che la nostra intenzione è di diventare un altro piccolo editore di
qualità, idealista e che, se proprio non vive, almeno sopravvive.
In Italia si legge poco: di chi è la
colpa? Un po' anche delle case editrici?
L'Italia è classicamente un paese di “poeti e navigatori” ma,
altrettanto classicamente, di cattivi lettori. Ciononostante ci sono moltissime
variabili da inserire nell'equazione sfavorevole alla lettura. Innanzitutto il
lavoro che sempre più occupa lo spazio umano, l'otium
necessario alla lettura. Poi la presenza di un'editoria di commercio (che vive
di grandissimi numeri creati ad hoc per prendere i contributi statali e quindi
vivere pur proponendo opere ignobili) che declama come grandi autori persone e
scritti che nulla hanno a che fare con la vera qualità di un'opera. Poi non è
da dimenticare la crisi della critica che diviene necessariamente crisi della
produzione (anche se la questione se sia la critica che influisce sulla
letteratura o la letteratura che influisce sulla critica è ancora aperta ed
appassionata). E gli italianissimi clientelismi,
servilismi e tutti quei surrogati di “mani pulite” che spesso s'intersecano a
poco lodevoli sex gate editoriali. La televisione
anche ha portato ad esaltare opere altrimenti dimenticate e spesso a ragione
(non è il caso ma mi viene in mente la prima edizione italiana di Kundera fatta
da Mondadori, tradotto da Buongiorno nostro secondo autore di collana, che
passò totalmente inosservata e invenduta quando poi, pochi anni dopo, divenne
nell'edizione Adelphi un best seller come seguito del film “L'insostenibile leggerezza dell'essere”).
In ultimo volendo parlare dell'editoria di poesia, c'è la crisi dell'editoria
che permette e alimenta l'esistenza di un mare di piccoli editori/imprenditori
che nella quasi totalità dei casi promettono grandi cose, si intascano il
contributo autoriale, e non curano minimamente
l'autore o l'opera (finendo il loro interesse con la stampa del libro a mò di semplicissima tipografia).
Come immaginate possa essere il
vostro lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai libri da voi
editi?
Il nostro lettore ideale è un amante della poesia e dei vari
significati della poesia. È un lettore difficile al quale noi vogliamo portare
rispetto con libri che abbiano un significato dentro. Per quanto riguarda i
nostri sforzi per avvicinare il lettore alla poesia potremmo dire che si
incentrano tutti nella qualità dell'opera. La selezione dei testi, il loro
accostamento, il lavoro insieme all'autore anche, sono tutti punti
cardine di un concetto di qualità amato e coccolato e che, in virtù di
questa passione, speriamo di riuscire a comunicare anche al lettore portando
appunto ad amare il lavoro che noi per primi abbiamo amato.
Quale dei vostri libri vi ha dato le
maggiori soddisfazioni e perché?
Al momento abbiamo solo 2 uscite di collana che, tra vendite e
acquisti da parte di istituzioni, conta già una vendita di 155 copie in due
settimane (310 copie in tutto, trattandosi di due volumi). Speriamo che
continui e che ogni libro ci dia e dia le soddisfazioni che merita.