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Senzatetto, di Gianluca Ferrari

Senzatetto, di Gianluca Ferrari

Senzatetto

di Gianluca Ferrari


L'uomo che si rivela il più

debole è solo nella città

quanto, se non più di quello

sperduto in mezzo a un deserto

(Simone Weil)


Nel quarzo di metropoli, affianco

dei tombini tra vapori che sotterranei

draghi impietositi soffiano sopra

le viscere ricurve a feto per dormire.

Luna: loculo di tufo, diacce trine

scolpisce nell'aria il respiro. Selciato:

sirena che ogni notte suo tributo

esige da portare nelle praterie

di posidonia. Noi cavalieri sbalzati

dalla vita in groppa a ruggini e panchine,

dall'armatura di cartone nella

quintana d'inverno che lancia in resta

ci trafigge il cuore. Di là del vetro

scintilla una spelonca di panini

miraggio che puoi quasi toccare,

noi Tantali d'inferno anticipato;

una bottiglia di liquore che non sappiamo

più quand'è che abbiam comprato ammicca

da una tasca: il nostro reliquario.


Da Acquerelli gotici (edito in proprio, 2020)