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I martiri dell’Aldriga

I martiri dell’Aldriga

I martiri dell´Aldriga

di Renzo Montagnoli



E come è possibile dimenticare

l´urlo delle madri disperate

di fronte ai figli martirizzati,


occhi infossati senza più lacrime,

braccia invano protese verso un cielo

muto testimone dell´eccidio.


Chiesero a chi voleva uscire

dal lager per un lavoro e dieci

le mani alzarono nulla intuendo.


Nella valletta scavarono una fossa,

la loro tomba in cui caddero

uno dietro l´altro, colpiti dalle raffiche.


Mentre le vite si spezzavano,

forse videro gli uccelli che fuggivano,

le foglie degli alberi e il verde dei prati.


Una lapide a ricordo, il tempo passa,

le madri non ci sono ormai più,

anche il ricordo con gli anni


sbiadisce, ma c´è scritto nella storia

affinché i posteri possano sapere,

comprendano l´orrore di una strage,


di come il silenzio della valle

fu rotto dal rumore degli spari

che stroncarono vittime innocenti.


Ora sul luogo è cresciuta l´erba,

fra le fronde cantano gli uccelli,

all´Aldriga i dieci riposano in pace.


Il 19 settembre 1943 dieci militari italiani prelevati dal campo di concentramento del Gradaro di Mantova, furono fucilati dai militari tedeschi. All'alba di domenica 19 settembre 1943 i tedeschi agli internati del campo di concentramento del Gradaro dissero di cercare dieci volontari per scavare delle trincee. I dieci militari che si fecero avanti, furono portati a pochi chilometri dalla città in una zona denominata Valletta Aldriga, in territorio del Comune di Curtatone. Le vittime, giovani dai 19 ai 35 anni, vennero fucilati a uno a uno. La rappresaglia venne motivata con il ferimento di due soldati tedeschi in un attentato, ma in realtà all'origine del ferimento fu una rissa fra austriaci e tedeschi raccontata come un'aggressione nemica per evitare pesanti provvedimenti disciplinari. (da Wikipedia)



Da La pietà