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Morte di una stagione, di Fernanda Pivano

Morte di una stagione, di Fernanda Pivano

E’ stata una stagione torrida e siccitosa che ci ha quasi tramortito, ma ora che sta per andarsene scende un velo di malinconia, perché ci si avvia verso l’autunno, spesso gravido di pioggia e dispensatore di nebbie spettrali. I mesi che precedono l’inverno ci daranno la misura dello scorrere del tempo, ci ricorderemo allora dei giorni di sole trascorsi e ci sembreranno meno estremi; ci sentiremo più vecchi e d’improvviso stanchi nel grigiore di cieli opachi, di luce smorzata, di venti umidi e freddi. E allora mi sembra giusto salutare la fine di questa estate con una bella poesia di Fernanda Pivano (Genova, 18 luglio 1917 – Milano, 18 agosto 2009), una delle più grandi figure letterarie del XX secolo.




Morte di una stagione

di Fernanda Pivano



Piovve tutta la notte
Sulle memorie dell’estate.
Al buio uscimmo
Entro un tuonare lugubre di pietre
Fermi sull’argine reggemmo lanterne
A esplorare il pericolo dei ponti.
All’alba pallidi vedemmo le rondini
Sui fili fradice immote
Spiare cenni arcani di partenza
E le specchiavamo sulla terra
Le fontane dai volti disfatti.