Editoriale Sometti
Risponde Nicola Sometti dell'Editoriale
Sometti
http://www.sometti.it/index.php
Le origini della vostra casa editrice?
Editoriale Sometti nasce negli anni
Settanta come studio grafico e fotolito dedicata al
mondo degli stampatori, la nostra origine è quindi all'interno del ciclo produttivo.
L'esperienza tecnica maturata negli anni e l'amore per l'oggetto libro ci
portano ad intraprendere l'affascinante e rischiosa attività di casa editrice,
dopo la metà degli anni Novanta, attività che oggi svolgiamo a tempo pieno.
Quali sono gli elementi
di originalità del vostro progetto?
Abbiamo cercato di
sviluppare un progetto di riscoperta della nostra terra, Mantova quindi, e di
farlo attraverso le storie, le persone, i personaggi, le architetture e tutte gli input che via via si
sono susseguiti: abbiamo scoperto negli anni che attraversando una porta se ne
sarebbe schiusa subito un'altra davanti a noi, il nostro passato aspetta solo
di essere portato alla luce e scorso sotto la lente della sensibilità dei
nostri giorni. Ovviamente questo processo tocca tutte
le corde: dall'arte rinascimentale a quella moderna, dalla ristampa di autori
padani dimenticati a romanzi e racconti di giovane fattura, dall'umorismo
conviviale alla riscoperta della nostra Resistenza.
Quale pensate che sia il futuro
dell'editoria in Italia e della vostra casa editrice in particolare?
A giudicare dalle
classifiche, che assomigliano ormai a charts
discografiche, si può dedurre che il futuro dell'editoria passa attraverso le
trasmissioni televisive, la popolarità commerciale, e tanta spazzatura:
purtroppo la società dell'immagine ha invaso anche il mondo editoriale,
determinando un ribasso preoccupante della qualità. Per quel che ci riguarda,
notiamo una riscoperta dell'editoria indipendente e del territorio, la voglia
di conoscere il luogo in cui si vive e hanno vissuto i nostri padri.
In Italia si legge poco:
di chi è la colpa? Un po' anche delle case editrici?
La colpa è soprattutto di
chi ci insegna che la lettura è una perdita di tempo, improduttiva per un mondo
in cui si insegue l'iperattività come modello di
vita. Purtroppo abbiamo anche un sistema scolastico che non aiuta lo sviluppo
di una coscienza individuale e creativa, allontana i ragazzi dalla lettura dei
libri come dei quotidiani, e li avvicina al divertimento fast food, tv e così
via.
Come immaginate possa
essere il vostro lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai
libri da voi editi?
Il nostro lettore ideale è
una persona curiosa, amante della storia, della propria terra e della propria
gente. E' una persona che cerca di ragionare al di fuori degli schemi imposti dai media.
I passi per avvicinare i
lettori al libro, nostro o di altri, coincidono con l'organizzazione di eventi
che sappiano coinvolgere la gente, occorre uscire
dalla visione elitaria della cultura per ridarle una valenza popolare
Quale dei vostri libri vi
ha dato le maggiori soddisfazioni e perché?
Difficile rispondere perché sono
tanti, e per motivi diversi, i libri che ci hanno dato soddisfazione: diverse
pubblicazioni hanno ricevuto premi nazionali, alcuni nostri autori hanno
ottenuto un successo personale che naturalmente fa felici anche noi.
Però la migliore
sensazione è sempre quella primordiale: realizzare un bel libro è sempre una soddisfazione