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L'intervista di Giuseppe Iannozzi a Gordiano Lupi, coautore con Yoani Sanchez di In attesa della primavera, edito da Anordest

L'intervista di Giuseppe Iannozzi a Gordiano Lupi, coautore con Yoani Sanchez di In attesa della primavera, edito da Anordest

In attesa della primavera

Gordiano Lupi – Yoani Sánchez

Intervista a Gordiano Lupi

di Iannozzi Giuseppe

 

Gordiano Lupi – Yoani Sánchez In attesa della primavera – Edizioni Anordest – Prefazione di Mario Calabresi – Pag. 230 – Euro 12,90 – ISBN 9788896 742778

 

 

“Alcuni anni fa ho letto uno studio realizzato dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro dove si considerava la professione di giornalista come la seconda più rischiosa a livello mondiale […] Qui nessuno spara ai redattori di notizie e nessuno li sequestra, piuttosto avvelenano la loro professione”. Lo scrive Yoani Sánchez in “Zittire una blogger”. Per assurdo si potrebbe pensare che il castrismo sia un cincinnino migliore rispetto allo stalinismo di Putin; è facile (e giustificato) credere che l'assassinio di Anna Politkovskaja trovi la sua spiegazione nelle denunce critiche della giornalista contro l'ex agente segreto russo, eletto il 4 marzo 2012 per la terza volta Presidente della Federazione Russa. Ciononostante io credo che i vertici politici cubani non si farebbero scrupolo alcuno a eliminare fisicamente…

 

 

Non credo che i vertici politici cubani abbiano mai avuto nel loro DNA la spinta a eliminare fisicamente i loro avversari politici. Certo, in alcuni casi è stato fatto, ma sempre con una parvenza di legalità, dopo un processo più o meno regolare. Sto pensando al caso Ochoa. In altri casi ci sono stati incidenti più o meno sospetti, da Camilo Cienfuegos alla recente morte di Oswaldo Payá, ma non esistono prove certe. Il regime cubano – nella maggior parte dei casi – tende a isolare l'avversario politico, a renderlo innocuo, impotente, non tanto a eliminarlo fisicamente. Vedi il caso Padilla, ma anche il lungo isolamento culturale di cui fu oggetto Virgilio Piñera.

 

 

Yoani Sánchez è una blogger molto conosciuta, forse la più conosciuta al mondo. Fidel Castro ha, per così dire, le mani legate. Non può permettersi di farla scomparire, tanto più che gli USA si sono da tempo schierati dalla parte di Yoani. Anche se moribondo, Fidel è ancora il simbolo del potere a Cuba, il lider maximo. Ci sarà mai la primavera per Cuba, e, soprattutto, tu, Gordiano Lupi, pensi che Cuba cambierà in meglio, o si andrà invece incontro a un grande disordine sociopolitico?

 

 

Non credo che nessuno voglia far scomparire Yoani, tanto meno Fidel Castro, ormai un vecchio moribondo sostituito al potere dal pragmatico fratello Raúl che sta cambiando il volto di Cuba. Il problema è che lo sta cambiando troppo lentamente. Non credo che Cuba finirà nel caos. Vedo un futuro “cinese”, magari (spero) con più diritti umani.

 

 

Yoani ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Purtroppo non ha potuto raccoglierli tutti con le sue proprie mani, questo per il rigido sistema castrista che considera Yoani una dissidente, vale a dire una minaccia per Cuba. Le restrizioni di viaggio per i cubani sono molto forti, segno questo che Cuba ha paura. A tuo avviso, Gordiano Lupi, Cuba ha paura più di Yoani o della libertà che i cubani reclamano a gran voce?

 

 

La domanda è sorpassata dalle riforme di Raúl. Non so se hai seguito le ultime notizie di cronaca. Adesso i dissidenti escono ed entrano senza problemi. Le restrizioni di viaggio sono praticamente cadute e le tanto paventate ritorsioni ai danni di chi usciva dal proprio paese per denigrarlo non si sono verificate. E allora? Non so che dire. So solo che Yoani sta per uscire da Cuba una seconda volta, per andare prima in Spagna e poi in Italia. Tira tu le conclusioni. Credo che il governo cubano non abbia questa gran paura di Yoani… e al tempo stesso – forse sono un po' sordo – non sento i cubani reclamare niente a gran voce. Anzi, no, forse la sola cosa che sento reclamare sono le rimesse da parte dei familiari che vivono all'estero.

 

 

“Più della censura istituzionale e del controllo statale, c'è qualcosa dentro di noi che dobbiamo eliminare”, dice Yoani. E prosegue: “Per questo dico sempre ai miei amici – tra il serio e il faceto – che sto già vivendo il post castrismo, perché non mi pongo limiti per esprimermi. Mi alzo e dico: Oggi voglio essere un poco più libera. La libertà è dunque anche uno ‘stato mentale e spirituale' per quei cubani che oggi aspirano alla primavera, a un arcobaleno di sette colori. Ma quanti sono in realtà oggi i cubani che vogliono sul serio levarsi di dosso l'autoritarismo? E chi sono, a quali fasce sociali appartengono?

 

 

Credo che siano pochi, tutto sommato. Il cubano della strada pensa a risolvere il problema di mangiare e vestirsi, magari anche quello di divertirsi e viaggiare, ma la politica interessa solo le fasce intellettuali della popolazione. La libertà, la democrazia, i diritti umani sono sentiti come un valore soltanto da scrittori, registi, cantanti, giornalisti…

 

 

Generación Y è il blog di Yoani Sánchez. La versione italiana del blog (http://www.lastampa.it/blogs/generacion-y) è affidata alle tue cure, Gordiano Lupi. Quando hai incontrato Yoani? Ti sei subito schierato dalla sua parte, o hai avuto dei tentennamenti?

 

 

Mi sono subito schierato dalla sua parte. Mi sono fidato di lei, delle sue idee (che condivido), della sua buona fede. Spero di non dovermi ricredere. Sarebbe una brutta doccia fredda…

 

 

Come è nata e come si è sviluppata l'idea di In attesa della primavera (EdizioniAnordest), che raccoglie molti post storici di Yoani Sánchez? L'introduzione al volume è di Mario Calabresi, direttore de La Stampa: “… è diventata una di ‘famiglia' per noi della Stampa, una testimone eccezionale che ci ha aiutato a scoprire la complessa evoluzione delle vicende cubane. Attraverso Yoani, però, sono stati soprattutto i lettori italiani a vivere l'altalena di frustrazioni e piccole e grandi conquiste che caratterizzano la vita quotidiana sotto uno degli ultimi regimi comunisti del mondo.

 

 

Il libro è nato da un'idea di Mario Tricarico, editore di Anordest, che voleva una biografia sulla blogger che incarna l'idea di una primavera cubana. Io avevo già scritto un Per conoscere Yoani Sánchez, alcuni anni fa (Edizioni Il Foglio). Abbiamo ampliato, aggiornato, migliorato la parte biografica di quel testo: è venuta fuori una storia (spero) interessante per il lettore, visto che Yoani si racconta da sola.

 

 

Il comunismo par proprio che abbia fallito, non ha reso tutti gli uomini uguali, au contraire, in molti casi, è stato un danno, una morte annunciata per milioni di persone (vedi le purghe staliniste, ad esempio). Aveva dunque ragione George Orwell: “Tutti, o quasi, i comunisti da salotto che prima della guerra si agitavano furiosamente contro le atrocità naziste, non appena la guerra ha cominciato a diventare una seccatura hanno dimenticato le atrocità naziste e hanno palesemente perso ogni simpatia per gli ebrei.” Con la caduta del castrismo che prima o poi avverrà, i regimi comunisti saranno finalmente sol più un triste ricordo, un errore mortale che poteva esser forse evitato?

 

 

Tutte le forme dittatoriali sono errori mortali che potevano essere evitati. La democrazia è un sistema imperfetto, ma resta il meno problematico. Non nego che il capitalismo contenga un sacco di ingiustizie. Direi che i due sistemi alternativi hanno fallito entrambi. Il comunismo ha dalla sua un vantaggio: non si è mai concretizzato. A Cuba, infatti, non c'è un sistema comunista così come lo intendeva Marx, ma un sistema basato su un caudillo, un regime paternalista, un capitalismo di Stato. Forse perché è un'utopia irrealizzabile.

 

 

In cosa si differenzia In attesa della primavera (EdizioniAnordest) di Yoani Sánchez e Gordiano Lupi rispetto ad altre pubblicazioni? Val la pena di ricordare Per conoscere Yoani Sánchez (Gordiano Lupi, Il Foglio Letterario, 2010).

 

 

Sono due cose diverse. Per conoscere Yoani Sanchez non è solo una biografia, ma una raccolta di articoli e interviste. C'è persino un fumetto di Claudia Cadelo che ricostruisce un'aggressione subita dalla blogger. In attesa della primavera racconta gli ultimi cinquant'anni della storia di Cuba con le parole di Yoani e i miei commenti.

 

 

Inutile nascondersi dietro un dito, ieri nutrivo delle forti perplessità sull'operato di Yoani Sánchez. Oggi invece sono più che mai convinto della genuinità delle idee di libertà e giustizia di Yoani. Ieri, nel giugno 2010, ribattendo alle mie perplessità, tu, Gordiano Lupi, scrivevi così: “Mi schiero con Yoani perché sono convinto che sia dalla parte della Cuba del popolo, quindi che sia lei la vera rivoluzionaria. Mi schiero con Yoani perché sono stato io a farla conoscere in Italia, sono sempre io che la traduco per La Stampa e che ho voluto il suo Cuba Libre per Rizzoli. Mi schiero con lei perché conosco a fondo Cuba e non posso condividere il tuo binomio: stare con Cuba o stare con Yoani. Cosa vuol dire stare con Cuba? Stare dalla parte della dittatura? Yoani Sanchez è una cittadina che parla e che vorrebbe essere libera in una Cuba libera. Non fa politica.”

 

 

Spero di non avere mai forti perplessità sull'operato di Yoani. Ripeto, sarebbe una grande delusione. Vada come vada. Sia come sia. Io ho creduto (e ancora credo) in lei. Certo, poi non è che condivido tutto. Su molte cose non concordiamo, com'è logico che sia. Siamo due persone diverse.

 

 

Nonostante la dipartita di Hugo Chávez – che invano ha cercato di sconfiggere il suo male affidandosi alle cure dei medici cubani -, in Venezuela la primavera sembra essere ancora molto molto lontana. C'è un rapporto, di fratellanza (!), fra Cuba e Venezuela, un legame difficile da spezzare, mi par fuor di dubbio. Raúl Castro regge le redini di Cuba (ma è ragionevole immaginare che nell'ombra a dettar legge sia ancora Fidel), mentre in Venezuela Nicolás Maduro ha raccolto l'eredità di Chávez. Or come ora, mi pare un po' difficile che Venezuela e Cuba si affranchino dal comunismo e quindi dalla dittatura. Gordiano Lupi, qual è la tua opinione in merito?

 

 

Il comunismo non esiste né a Cuba né in Venezuela. Come ho già avuto modo di dire sono due populismi con un caudillo che guida un Capitalismo di Stato. Il Venezuela sta adottando il modello cubano, con il vantaggio del petrolio. Cuba senza il Venezuela sarebbe nei guai (eufemismo) da tempo. Per fortuna del governo (e dei cubani residenti sull'isola) il vicino sudamericano ha preso il posto della vecchia Unione Sovietica. Credo anch'io che sia molto difficile modificare il sistema che guida le due nazioni che – ripeto – è tutto fuorché comunismo.

 

 

Yoani non fa politica. Ma diffondere la libertà, delle idee di libertà, non è di per sé un atto politico, un atto di grande coraggio civile e sociale?

 

 

Sì, lo è. Tutto è politica, in fondo. Yoani deve trovare la forza di rinnovarsi e di fare qualcosa di diverso e di più profondo rispetto alle solite cose che ormai va ribadendo in più riviste e blog da diversi anni. L'idea di aprire un periodico indipendente mi pare ottima.

 

 

Cubani e basta.
“Sei di Cuba? Della Cuba di Fidel o della Cuba di Miami?”. E Yoani, rispondendo al giovane berlinese: “Ragazzo, io sono cubana di José Martí”. Temo che non tutti, in Italia perlomeno, sappiano che José Martí è stato un rivoluzionario cubano che ha combattuto per l'indipendenza cubana. Un eroe ben più grande di Che Guevara, purtroppo oggi ridotto a una mera icona commerciale e giovanilistica.

 

 

José Martí ha in comune una sola cosa con Che Guevara: è morto giovane. Gli eroi, si sa, sono tutti giovani e belli (Guccini). Martí è morto combattendo contro il nemico, per la libertà di Cuba, ma la sua morte è stata una sorta di suicidio. Un po' come Che Guevara in Bolivia, se ci pensiamo bene. Una cosa è certa. Entrambi sono molto utili al regime cubano come santini da esposizione e da esportazione. Ho tradotto molte poesie e racconti per bambini di José Martí. Un giorno o l'altro li pubblicherò, visto che sono fuori diritti. Per ora li leggo a mia figlia.

 

 

 

 

Yoani Sánchez, laureata in filologia nel 2000, alla Università dell'Avana. Nell'aprile del 2007, crea il blog Generación Y (che le ha dato rinomanza internazionale) dove pubblica regolarmente storie di vita cubana, caratterizzate da un tono critico nei confronti del governo. È una delle più influenti voci sulla realtà cubana. Il suo blog è stato bloccato dal 2008 al 2011 agli utenti cubani ed è spesso perseguitata dalle autorità. In Italia, i suoi post sono pubblicati dal quotidiano La Stampa tradotti da Gordiano Lupi. È stata candidata al premio Nobel

 

 

Gordiano Lupi, collabora con La Stampa per cui cura il blog di Yoani Sanchez – Generación Y www.lastampa.it/generaciony. Ha tradotto le opere di Alejandro Torreguitart Ruiz, di Guillermo Cabrera Infante, di Felix Luis Viera e di Virgilio Piñera.
Ha tradotto Cuba libre di Yoani Sánchez. Ha scritto molti saggi e monografie sul cinema italiano degli anni Settanta. Sito internet: www.infol.it/lupi

 

 

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