Il cerchio infinito - La recensione di Franca Canapini
Il cerchio infinito
di Renzo Montagnoli
Introduzione
dell'autore
Prefazione di Fabrizio
Manini
In copertina “Galassia M
fotografata dal telescopio
spaziale Spitzer della NASA
Elaborazione grafica
di Elena Migliorini
Edizioni Il Foglio
Letterario
Poesia silloge
Pagg. 70
ISBN: 978-88-7606-196 – 7
Prezzo: € 10,00
Occorre entrare in
punta di piedi in questa poesia che non urla, non graffia, non piange, ma canta
malinconica e sommessa l'esistenza dell'uomo e il tempo, lo spazio, l'universo,
l'eternità, facendosi cosmica.
Occorre ascoltarne in silenzio l'armonia, che
lenta si irradia dai versi, per coglierne il valore. E' come un'altalena, un
lento dondolio, che esprime con immagini delicate il conflitto ( così umano ) tra
l'istintiva angoscia per la fine della vita e la meditata certezza che l‘anima
non muore, essendo l'energia del cerchio infinito dell'Universo.
Il cerchio, inteso
come ciclicità di eventi in un eterno infinito, è il tema principale: il
cerchio della vita di ogni singolo essere vivente, il cerchio
dell'anima-respiro dell'universo, il cerchio dell'universo-caos perfetto. E nel
cerchio/i scorre il tempo, come “ un incessante fluire di acque mutanti “
( Il fiume).
Si narra la condizione di sperimento
esistenziale del piccolo uomo ( che ben descriveva Pascoli nel
Il bolide “E mi sentii quaggiù piccolo e sperso errare tra le stelle in
una stella”) che cerca di rispondere alle inquietanti domande sul senso della
vita con le sue conoscenze, la sua sensibilità, le sue emozioni; e a tratti
sembra riuscirci:
“ ma gli sprazzi di luce che si aprono
in me/ sono il premio della fatica/ di conoscere la vita/ di sapere chi sono “ ( La sacra montagna )
.
L' illuminazione più
importante è l'intuizione dell'esistenza dell'anima:
“ Queste membra/la pelle/le ossa/gli
occhi/sono il vestito/di un essere infinito/che non vediamo/ma che avvertiamo” (Dentro di me ); non
si può spiegare ma solo sentire l'anima che prende casa nella vita corporea
perché “ l'eterno è il suo regno/il tempo finito lla
sua grazia/lei /che dà la vita/è il respiro dell'Universo.” ( il respiro
dell'Universo )
Riuscire a mantenere dentro di sé questa consapevolezza permette
di conquistare la serenità, mitigando l'ansia per la morte del singolo: siamo
punti di una linea, atomi di un tutto eterno in continuo mutamento, che mai
avrà fine: siamo vita nella vita. E la vita è talmente
potente che riesce a sbocciare anche quando tutto ormai sembra spento, come
nell'onirica Il tempo:
“un seme rimasto a
lungo in letargo/rapido si scosse alla frescura dell'acqua…”
In questo fluire
incessante di vite ( folgori che si perdono nell'eternità ) che si
succedono l'una all'altra, resta però la struggente unicità del singolo che
sente il tempo accelerare:
“ Non c'è ormai/più
un ieri,/nemmeno un oggi,/un battito di ciglia/ed è
già domani” ( Il tempo corre )
che non riesce ad arrendersi alla morte e
lotta per conquistare un'altra primavera:
“ un vecchio in
panchina/scalda le dolenti giunture/ e la bocca sdentata/s'apre in un rapido
sorriso./Un'altra primavera/un'altra
stagione/rubata all'eternità” ( La primavera)
“ Quasi contorto nel freddo/s'aggrappa
ancora alla vita/tronco rugoso orbo di foglie/avvinghiato all'umida
ringhiera/sfida il vento d'inverno/ sperando in un'altra primavera” ( Il
glicine ),
“Assopito sotto l'olmo/ho udito la sua
voce/era lei che mi parlava,/era lei che mi
raccontava/del tempo con me trascorso,/dell'autunno prossimo a venire./ le ho
chiesto dell'inverno/ma non m'ha risposto” (Una lacrima)
anche se il
percorso della vita talvolta appare assurdamente faticoso:
“gira la ruota,quasi
s'impenna/un gemito d'ingranaggio/la macina muove gracchiando/ed ecco che piove
farina./esausta, lenta, l'acqua riprende la via (Il percorso)
“corre in un'eterna
fatica/le sue strade son lastricate di stelle/la sua meta è rincorrere se
stessa/in un corrosivo cosmico affanno” ( La cometa )
Allora il poeta
diviene teneramente malinconico osservando lo svilupparsi di nuove vite:
“guardo la tua alba nella luce del mio
tramonto” ( Il cerchio infinito 2 )
e lo
spegnersi di altre:
“E' un vecchio lampione/corroso dal tempo/e
che lento/silenzioso/si spegne” ( Dalla finestra )
fino a rifugiarsi
nel sogno che appare come l'unica realtà:
Il sogno è la
realtà
dell'eterno
il risveglio
è l'irrealtà
di un tempo finito ( Il sogno della libellula )
In questo “cerchio
infinito/di albe e tramonti,/di nascite e perdite,/in
cui tutto mai termina” “un bardo alla deriva” cerca la via per la
montagna sacra…e noi insieme a lui.
Franca Canapini