La recensione di Franca Canapini
Canti celtici
di Renzo Montagnoli
Prefazione di Patrizia Garofalo
Immagine di copertina e fotografie
all'interno di Renzo Montagnoli
Elaborazione Grafica di Elena Migliorini
Edizioni Il Foglio
http://www.ilfoglioletterario.it/
Collana Autori Contemporanei Poesia
Diretta da Fabrizio Manini
Poesia – poema
Pagg. 90
ISBN: 978-88-7606-162-2
Prezzo: € 10,00
Cosa spinge un uomo,
oggi, che solitario percorre
i propri luoghi ( lande di brughiere ed acque )
a far riemergere nel sogno le genti antiche che li popolarono,
se non la ricerca del senso della vita, dell'anima del mondo, se non il suo
sentirsi anello di un eterno andare umano?
Riemergono i Celti ( con
i nostri diecimila anni di rivoluzione agricola ) nella brezza della sera, nello
stormire della querce, nel fiume che scorre lento tra i canneti. Appaiono
improvvisi lungo il fiume, tra le brume, “ guerrieri che riprendono possesso
di un mondo tutto loro”.
Ed è lirismo “ Candida
pelle,/ baciata dalle stelle/ in una notte d'estate
forse immaginata,/ fra contorni di canne lacustri,/ vicini e lontani canti di
civette,/ folletti di contorno a un sogno..”
“ Già il grano imbiondiva,/ steli piegati pronti ad accogliere la falce./ La quiete
dei meriggi assolati/ fra il frinire di cicale,/ un'aria ferma,/ le sere appena
un po' ventilate, con il canto dei cani alla luna..”
ed è elegia “ Sono voci smorzate,/ il
tono sommesso,/ quasi una preghiera…di genti che qui vissero/ di vite di giorni
passati,/ di gioie e dolori,/ di ardori di innamorati,/ di sogni spesso mai
realizzati…”
“ Venivo la sera a
gioire sulle sponde/ il flusso ininterrotto del tuo respiro…mi specchiavo e
dietro la mia immagine/ c'eri tu, rassicurante, padre sereno…Scivolavi, allora,nel letto di argilla…”
ed è dolore per tutto un mondo che si va
irrimediabilmente perdendo “ Erano uomini vissuti prima di noi,/ il seme di
queste piante/ che troppo presto dimenticano le radici/ e vogliono correre
verso il nulla…” “ Il tono si alza in un acuto,/ subito strozzato/ dalla
certezza di una speranza/ irrimediabilmente fugata”
L'autore dei Canti
celtici si chiama Renzo ed è un semplice uomo che ha spalancato le braccia per
accogliervi l'anima del suo mondo, divenendo voce di un popolo solo
apparentemente estinto; e così diventa il bambino a cui “ un giorno mancò il
sole”, il sacerdote del fiume, il pescatore eterno, un uomo senza tempo, il
vecchio “ Ancor domani sorgerà il sole,/ per altri riprenderà il cammino/
per dove il vecchio è alfine arrivato.”
Ecco, perché temere la
nostra morte? Noi siamo stati, siamo e saremo, in un avvicendarsi di
generazioni che continueranno a umanizzare le terre e a provare gli stessi
sentimenti, che non mutano con il trascorrere del tempo.
Questo il messaggio che
ho voluto prendere dal libro. Io, che ho vissuto il passaggio dalla vita
agricola a quella industriale e tecnologica, che a volte ho l'impressione di avere
migliaia di anni, che ho la fortuna di sentire lo spirito dei boschi e di
immaginare i rumori delle genti del passato, non posso che applaudire
Renzo per questi suoi canti suggestivi e amorevoli.
Franca Canapini