Deja vu. Quindici racconti rievocati, di Marco Giorgini, edito da Kult Virtual Press
Deja vu
Quindici racconti rievocati
di Marco Giorgini
Edizioni Kult Virtual Press
Narrativa
Pagg. 248
ISBN 979-8302950864
Prezzo Euro 6,99
Tutto weird
Questa raccolta di racconti, già pubblicati in passato su libri, riviste e siti web, spesso ormai impossibilitati a essere letti, comprende diversi generi, dalla fantascienza all'horror, nel sottogenere weird, quello nato con il preciso scopo di provocare nel lettore sbigottimento e paura e che ha visto fra i suoi autori artisti del calibro di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft. Giorgini ha inteso con questo suo volume riunire la sua produzione di maggior qualità, a vantaggio degli appassionati del genere, una opportunità che non rientra tanto nelle logiche editoriali, ma nella volontà di rappresentare una specifica testimonianza letteraria. Si tratta in tutto di quindici racconti, scritti in epoche diverse, ma in un arco di tempo che va dal 2000 al 2010 e che nell'occasione hanno avuto una opportuna revisione, peraltro di modesta entità, tanto da non esserne stravolti.
Per quanto le tematiche e le situazioni, insomma in pratica il genere non rientri fra quelli che più mi risultano graditi, in considerazione anche dell'amicizia con l'autore ho inteso tuttavia leggere con la miglior predisposizione, certo che in ogni caso avrei potuto trarre più di un'impressione positiva, il che effettivamente si è poi avverato.
Poiché i racconti sono diversi ce ne sono di maggior o minor gradimento, come è ovvio che sia, e infatti giunto al termine della lettura ho constatato questa circostanza, e senza voler parlare di tutti e quindici, perché sarebbe troppo oneroso, mi sembra giusto fornire almeno un breve cenno di quelli che più mi hanno colpito.
Con La fine delle trasmissioni si parla delle esperienze extrasensoriali di un soggetto, una specie di allucinazioni riscontrabili in genere in chi si droga, ma non è il caso della persona in questione, e proprio per questo, prima ancora di trovare una cura, è indispensabile cercare di capire, così che la nostra medicina lo rende oggetto di studio. In effetti il suo problema è quello di udire, come se fossero vicinissimi a lui, suoni e voci lontane, e ogni volta che capita la provenienza è sempre più distante, addirittura l'Australia. Non vado oltre, perché questo genere, come i polizieschi, esige sempre alla fine una soluzione e anticiparla sarebbe senz'altro sconveniente.
E poi ci sono i racconti brevi, molto brevi, quasi dei flash, come L'adepto, che si svolge in un piccolo insediamento inglese, dove c'è un antico rito di iniziazione con una vittima sacrificale, o come Nel buio, con una casa dagli strani e misteriosi rumori, per non parlare del cortissimo Mare nero, una sorta di giorno del giudizio.
Il mistero, che è poi tutto ciò che non riusciamo a spiegarci, è onnipresente, accompagnato dalla fantasia che mettiamo nel cercare di fornirci una risposta, purtroppo impossibilitati a ottenere. E quanto più ci sono stranezze, quanto più non riusciamo a comprendere, tanto più scivoliamo nel nostro inconscio. Questi racconti sono il frutto di questa inconsapevole ricerca di risposte che contiamo di reperire dentro di noi, ma che non troveremo.
Da leggere.
Marco Giorgini, nato a Modena nel 1971, lavora da quasi trent'anni nel campo della linguistica computazionale e, nello stesso periodo, coordina la rivista culturale online KULT Underground. Autore di racconti e videogiochi d'avventura narrativi, ha pubblicato anche diversi romanzi, tra cui spicca il giallo per ragazzi Il Mistero della Statuetta Egizia (2019). Negli ultimi anni, gran parte della sua produzione è stata inclusa in antologie collettive, spesso ambientate nella sua città natale, come nel caso del racconto weird Moden-e (2024), inserito nell'antologia Modenesi per Sempre.
Renzo Montagnoli