Piccola fiaba nel bosco d’inverno, di Giovanna Giordani
Piccola fiaba nel bosco d'inverno
di Giovanna Giordani
Quella notte la quiete nel bosco era grande più che mai. La neve copriva tutto con il suo manto luccicante ai raggi della luna. Dai comignoli delle casette degli elfi e delle fate uscivano sottili fili di fumo e le piccole finestre luminose punteggiavano il paesaggio come minuscole lampade.
All'improvviso però l'incanto venne interrotto da un piagnucolio proveniente dai confini del bosco.
Il primo ad uscire di casa fu elfo Giacomino (detto anche orecchiofino, proprio perché sentiva i rumori più lontani). Cercò di capire da dove provenisse quello strano lamento e s'incamminò per il sentiero a lui noto. Man mano che Giacomino procedeva il pianto si faceva più forte e così Giacomino cominciò a correre verso quella voce per capire di chi potesse essere.
Fu così che a un certo punto, sotto un abete bianco, vide una sagoma raggomitolata su sé stessa. L'elfo si avvicinò e poté constatare che si trattava di un piccolo bimbo che tremava di freddo e di paura. Immediatamente Giacomino se lo prese fra le braccia e s'incamminò in fretta verso la sua capannina. In poco tempo la raggiunse e, accolto dalle premure della sua compagna Felicita, una fata assai carina, portò subito il piccolo in un lettino che tenevano sempre a disposizione per eventuali ospiti.
Gli chiesero qual era il suo nome e il bimbo rispose che si chiamava Amin e che si era perso mentre fuggiva con la mamma da uomini che volevano fare loro del male.
Allora bisognerà andare in cerca della tua mamma – disse Felicita, - vero Giacomino? –
L'elfo Giacomino non se lo fece ripetere due volte e cominciò a radunare altri elfi suoi amici invitandoli ad andare con lui a cercare la mamma di Amin.
Tutti acconsentirono subito (loro hanno un animo buono e generoso) e tornarono nelle loro casette per equipaggiarsi per bene contro il freddo pungente.
Erano proprio in tanti, e camminavano in file ordinate lungo i sentieri che conducevano fuori dal bosco.
Giunti sulla strada asfaltata videro in lontananza delle nubi salire dalla terra assieme a dei bagliori e tuoni poco rassicuranti.
Si fermarono e si consultarono sul da farsi. Mentre ognuno suggeriva i propri consigli videro giungere nella loro direzione una donna che sembrava fuggire disperata da quel luogo così cupo.
Man mano che ella si avvicinava quegli abitanti del bosco la udirono invocare a gran voce il nome di Amin.
È la sua mamma – disse Giacomino - dobbiamo condurla dal suo bambino.
Tutti gli elfi si avvicinarono dunque alla donna e la invitarono a seguirli dopo averle raccontato del ritrovamento del bambino. Lei accolse subito il loro invito e li seguì colma di speranza.
Quando il piccolo Amin vide la sua mamma entrare nella casetta di Giacomino le corse incontro e, abbracciatala, cominciarono ambedue a piangere di gioia .
Fata Felicita iniziò a cucinare dei manicaretti che solo lei sapeva fare e così tutti furono rifocillati e riscaldati nell'accogliente capanna. Fuori la neve iniziò a scendere con la sua consueta grazia, accompagnata dal suono dolce di una musica lontana.
Il bosco ritrovò così la sua quiete assieme ai suoi fantastici abitanti felici di aver dato riparo a chi ne aveva avuto bisogno.
Ma proprio quella sera gli elfi dovevano andare ad un raduno molto importante dal loro amico Babbo Natale poiché, come tutti gli anni, lo aiutavano a preparare i doni da consegnare ai bambini nel mondo. Gli raccontarono così del piccolo Amin e Babbo Natale li lodò per la loro buona azione. Subito il nonno più famoso del mondo preparò un bellissimo regalo per Amin e tutti assieme si recarono alla capanna di Giacomino. A questo punto è inutile dire che quella notte sopra la capanna di Giacomino e Felicita brillava la stella della felicità.