La vegetariana, di Hang Kang, edito da Adelphi e recensito da Katia Ciarrocchi
La vegetariana – Han Kang – Adelphi – Pagg. 192 – ISBN 9788845934018 – Euro 12,00
“La
vegetariana”
di
Han Kang è un'opera che penetra l'anima e vi rimane dentro per
molto, moltissimo tempo. La storia ruota attorno a Yeong-hye, una
donna sudcoreana che decide improvvisamente di diventare vegetariana
dopo aver avuto un sogno inquietante. Questa decisione,
apparentemente semplice, diventa il catalizzatore di un drammatico
sconvolgimento nella sua vita e in quella delle persone a lei
vicine.
Il
romanzo è strutturato in tre parti, ciascuna narrata da un punto di
vista diverso: il marito di Yeong-hye, suo cognato e sua sorella,
espediente narrativo che permette al lettore di ottenere una visione
sfaccettata della vicenda, esplorando le reazioni e i sentimenti di
chi sta attorno a Yeong-hye e offrendo una comprensione più profonda
della sua condizione.
Uno
dei temi centrali del libro è la malattia mentale: la decisione di
diventare vegetariana non è semplicemente una scelta alimentare, ma
rappresenta un sintomo di una crisi psicologica più profonda. Il suo
rifiuto del cibo animale si evolve in una progressiva alienazione
dalla realtà e da se stessa, portandola a comportamenti sempre più
estremi e autolesionisti. La narrazione di Han Kang riesce a
catturare con precisione e sensibilità le sfumature della malattia
mentale, mostrando come essa influenzi non solo la vita di chi ne
soffre, ma anche quella delle persone che cercano di comprendere e
aiutare.
In
parallelo, il libro esplora anche i disturbi alimentari: la relazione
di Yeong-hye con il cibo diventa sempre più problematica e
ossessiva, fino a raggiungere un punto di rottura. Il suo rifiuto del
cibo diventa un mezzo per esprimere un disagio interiore profondo e
inarticolato, un modo per esercitare controllo in un'esistenza che
sembra sempre più fuori dal suo controllo. Han Kang tratta questo
tema con una rara sensibilità, evitando stereotipi e cliché, e
offrendo invece un ritratto autentico e struggente della sofferenza
di Yeong-hye.
Il
marito, un uomo pragmatico e convenzionale, è incapace di
comprendere il cambiamento della moglie e la considera una deviazione
inspiegabile e inaccettabile. Il cognato, un artista, vede in
Yeong-hye un'ispirazione per le sue opere, ma la sua ossessione per
lei lo porta a sfruttare la sua fragilità piuttosto che sostenerla.
La sorella di Yeong-hye è l'unica che cerca veramente di capire e
aiutare Yeong-hye, ma anche lei è sopraffatta dalla complessità
della situazione.
“La
vegetariana”
è
un libro ben scritto e bilanciato, che riesce a trattare temi
difficili senza risultare opprimente o
sensazionalistico.
Personalmente,
ho trovato la lettura di questo romanzo singolarmente coinvolgente,
mi aspettavo che mi provocasse maggiore angoscia, dati i temi
trattati, ma la narrazione è così ben equilibrata e credibile che è
stato impossibile non rimanere attanagliati nella storia.
“La
vegetariana”
è
un libro che invita a riflettere su molto, ma anche sulle difficoltà
di stare vicino a chi soffre.
Citazioni tratte da: La vegetariana di Han Kang
All'improvviso si rende conto di quanto si sia assuefatta ai malati mentali. (…) a volte sono le strade tranquille, piene delle cosiddette persone «normali», ad apparirle strane. (pag 140)
Se solo i nostri occhi non fossero visibili agli altri, pensa. Se solo si potesseroro nascondere i propri occhi al mondo. (pag 148)
La vita è così strana, pensa dopo aver smesso di ridere. Le persone anche dopo che gli sono successe certe cose, non importa quanto terribili, continuano comunque a mangiare e a bere, ad andare la bagno e a lavarsi – in altre parole, a vivere. E a volte ridono perfino di gusto. E probabilmente hanno questi stessi pensieri, e quando succede si ricordano tutta la tristezza che erano riuscite per breve tempo a dimenticare. (pag 164)
È il tuo corpo, puoi trattarlo come ti pare. L'unico territorio in cui sei libera di fare come preferisci. Ma anche questo non va come volevi. (pag 171)
Katia Ciarrocchi