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Primo Esodo (Noè), di Daniela Raimondi

Primo Esodo (Noè), di Daniela Raimondi

Primo Esodo

(Noè)

di Daniela Raimondi



E Dio fu scontento degli uomini e disse:


Mai più bisce tranquille solcheranno i prati

né grasse mule saliranno i monti.”


Il sole si fermò in mezzo al cielo,

la bussola ghiacciò sotto l'ottava luna.

Per quaranta giorni e quaranta notti

la pioggia cadde sulla terra.

Il Nord e il Sud si confusero,

i topi affogarono dentro i ruscelli in piena

e i fiumi crebbero, fino a coprire i campi,

i prati e i monti.


Vagai per mesi sulle acque,

primo naufrago in un mondo

senza più alberi o prati,

un luogo di desolazione

senza più fiera nel bosco o passero nel cielo.


Quando ogni cosa sulla terra morì

le piogge cessarono.

Dopo centocinquanta giorni

liberai nel cielo una colomba.

Verso sera questa tornò portando nel becco

un ramoscello di ulivo.


Solo allora uscii dall'arca

con i figli, le mogli dei figli,

e il bestiame, i rettili, le api,

ogni forma vivente con alito nelle narici.

Edificai un altare e resi grazie al Signore

e il Signore mi disse:


Finché durerà la terra

seme e messe,

freddo e caldo,

estate e inverno,

più non cesseranno.”


Da I fuochi di Manikárnica -Terra promessa - (puntoacapo, 2020)