ChiareVoci Edizioni.
Intervista a Giuseppe Carlo Airaghi, dominus di ChiareVoci Edizioni
D: Ho l'impressione che ci sia un rinnovato interesse per la poesia, almeno dal punto vista imprenditoriale, coinvolgente anche nominativi che fino a poco tempo fa avevano un rapporto, per così dire di fornitura, con le case editrici. Per esempio è questo il caso del narratore e saggista Andrea Molesini, che ha dato vita nel 2023 a Molesini Editore Venezia e più di recente a ChiareVoci, una tua creatura. Al riguardo cosa ti ha spinto a imbarcarti in un'avventura in un campo imprenditoriale per te nuovo, non facile, anzi difficile?
R:
Nonostante
io legga e scriva poesie fin da ragazzo, mi sto approcciando
all'ambiente letterario ed editoriale solo da pochi anni; di
conseguenza, non sono in grado di fare comparazioni attendibili tra
lo stato attuale della poesia e quello dei decenni precedenti.
Quello
che posso osservare oggi è che, a livello generale, la poesia
interessa pochissimo: non solo agli strati meno acculturati della
popolazione italiana, ma persino a quelli più attrezzati.
Lo
dimostra in maniera evidente il fatto che, in qualsiasi libreria (che
non sia specificamente dedicata alla poesia), gli scaffali destinati
a quest'ultima siano striminziti, se non addirittura
assenti.
D'altro
canto, l'utilizzo dei social ha permesso una condivisione e una
produzione di testi poetici che, seppur positiva, genera un
indistinto rumore di sottofondo, in cui i grandi autori contemporanei
si mescolano ai poeti della domenica, livellando tutto in modo sì
democratico, ma privo di qualsiasi selezione critica.
In
questo sottobosco letterario proliferano numerose piccole case
editrici. Una buona parte di esse lavora in modo accurato,
selezionando testi che ritiene validi.
Di
contro, esistono numerose case editrici che, assecondando l'umana
vanità di noi autodichiarati poeti, pubblicano a pagamento qualsiasi
testo venga loro proposto.
Anche
le case editrici più virtuose riescono comunque a sopravvivere
vendendo la maggioranza dei libri agli stessi autori, che, in genere,
cercano di venderli, regalarli o barattarli con amici, conoscenti e
parenti, oppure cercano di farlo durante le proprie autopresentazioni
pubbliche.
Con
queste poco rosee premesse, ti chiederai non solo perché io mi sia
imbarcato nella creazione di una nuova casa editrice, ma persino
perché mi ostini a scrivere poesie.
Alla
seconda questione posso rispondere con più facilità: è il mio modo
istintivo di rapportarmi con il mondo.
Alla
domanda sul perché mi sia lanciato in questa avventura
imprenditoriale, invece, faccio fatica a rispondere. La molla è
scattata per ragioni contingenti al mio attuale rapporto di lavoro
subordinato, ma di questo preferirei non parlare.
Faccio
fatica a rispondere perché, alla base, c'è un'enorme
contraddizione: penso che ci siano troppe piccole case editrici,
troppi aspiranti poeti privi di una cultura poetica e una scarsissima
richiesta di libri di poesia.
Forse,
scioccamente, credo di poter dare un contributo, anche solo di
metodo, per un cambio di tendenza.
E
comunque, i mulini a vento mi hanno sempre attratto.
D: Come è il rapporto della tua casa editrice con chi scrive poesia, cioè come è la politica aziendale, cercate voi i poeti da pubblicare, o sono i poeti che vi devono cercare, proponendo le loro opere? In ogni caso, il rapporto commerciale cosa prevede (mi riferisco al pagamento dei diritti d'autore, oppure alla richiesta di contributi per la pubblicazione)?
R:
Queste sono domande a cui mi risulta più semplice rispondere.
La
politica aziendale, o l'idea portante che dir si voglia, è ben
chiara: allo stato attuale, e per tutto il 2025, è la casa editrice
a proporre collaborazioni ad autrici e autori dei cui testi conosce e
apprezza il valore.
Questa scelta è dettata da diversi
fattori:
In primo luogo, risulta complesso, allo stato attuale,
accogliere e selezionare con la necessaria attenzione eventuali nuovi
testi.
In secondo luogo, il calendario delle pubblicazioni è
già programmato per almeno i prossimi sei mesi.
Non sono
richiesti contributi economici da parte degli autori, né vi è
l'obbligo di acquistare copie del proprio libro.
Nell'accordo di pubblicazione, è prevista per l'autore una percentuale sul prezzo di copertina del volume.
D: Ritengo che, come tutte le case editrici, anche ChiareVoci abbia un proprio progetto editoriale. Ce ne puoi parlare?
R:
Se
cercassi di affrontare tutti gli aspetti della questione “progetto
editoriale”, la risposta rischierebbe di risultare, oltre che
troppo articolata, anche contraddittoria. Limitandomi all'essenza,
al nocciolo della questione, posso rispondere in modo sintetico: il
progetto editoriale, il desiderio di Chiare Voci, è quello di
pubblicare e rendere disponibili ai lettori testi, in particolare
testi poetici, che io leggerei con soddisfazione.
Il
testo viene prima di tutto, senza tener conto di nomi, circoli o
dell'intero corollario che si muove naturalmente nell'ambiente
letterario. Non intendo solo testi in cui mi possa rispecchiare, che
in qualche modo mi somigliano per voce, stile o argomento, ma anche
opere che, pur lontane dalla mia zona di comfort, riconosco come
valide e autenticamente poetiche.
Non
è mia intenzione pubblicare testi “poetesi”, sentimentalistici,
retorici o pieni di buon senso e immagini abusate e confortanti.
Quello che voglio – sempre secondo il mio parziale e fallace gusto,
beninteso – è poesia vera, capace di sorprendere, interrogare e
lasciare un segno.
D: Dove è possibile trovare i libri di poesia che pubblicate e come è possibile acquistarli?
R: "I libri sono consultabili e acquistabili sul sito della casa editrice www.chiarevociedizioni.it
e
su amazon dove è presente la collana ChiareVoci edizioni https://www.amazon.it/dp/B0CST84BVY?binding=paperback&ref=dbs_dp_sirpi
Allo stato attuale stiamo concludendo gli accordi con una decina di librerie presenti nella zona a Nord est di Milano.
Senza dimenticare il fatto che buona parte degli scambi avvengono durante le presentazioni dei libri e all'interno delle fiere di settore dedicate alla piccola e micro editoria."