Disamore, di Menotti Lerro - Editrice Genesi
Disamore
di Menotti Lerro
Editrice Genesi
Teatro
Pagg. 44
ISBN 9788874149902
Prezszo Euro 12,00
Incapacità sentimentale e di empatizzare
La
breve, dolcissima e ferocissima pièce teatrale di Menotti Lerro ci
catapulta violentemente nella tossica incapacità sentimentale di cui
l'ignaro mondo ormai si nutre fino alle estreme conseguenze.
Dopo
una vita di sofferenza, di abusi anche familiari, assistiamo alle
ultime 48 ore di Matilde, donna dalla sensibilità straordinaria che
ripercorre attraverso un distorto e follemente lucido dialogo allo
specchio, il sentire delle persone che maggiormente hanno determinato
il suo ineluttabile precipitare verso l'inferno.
C'è in lei
l'incapacità di elaborare i lutti della propria oscura vicenda,
l'incapacità di perdonarsi più che di perdonare; incapacità
d'amarsi… di ribellarsi: non riesce più, Matilde, ad empatizzare
con se stessa, perché gli altri non hanno saputo empatizzare con
lei, sprofondando dunque nella follia, fino all'orrorifica fine che
lei stessa si procura per liberarsi dalle voci che l'annientano. Il
dolore è così cupo che neanche “Amore” o la propria “Ombra”
che l'esortano a resistere, o lo stesso frutto che porta in grembo
(forse figlio di una violenza o di un amore perduto) riescono a
fermare infine la sua mano, prima matricida e poi suicida.
Attraverso
la saggezza, la lucidità, la sensibilità e la potenza della sua
scrittura, Menotti Lerro dà corpo ad un'indimenticabile antieroina
che ammonisce la società, a partire dai nuclei familiari, al
vegliare amorevolmente sulle proprie creature se vuole veramente
preservarle dalla follia e dalla morte.
Aggiungo,
inoltre, che nella nostra società, che sovente mistifica
l'autenticità e la verità, le persone, dopo aver soppresso
l'altro, spesso continuano a vivere senza nemmeno prendere in
ipotesi la propria fine. Raramente assistiamo, infatti,
all'omicidio-suicidio, che, nel caso di Matilde, è omicidio, sì,
ma della propria creatura non nata e pertanto già da intendersi come
processo di auto eliminazione, parte del suicidio che sta per mettere
in atto, di lì a poco, paradossalmente, per salvarsi dagli omicidi
che ha già subito e che continua a subire rivivendoli attraverso il
lacerante ricordo. Il suicidio, dunque, nella sua inaccettabilità
teorica, e a volte retorica, non sempre è in verità atto di resa,
ma è da intendersi, in determinate circostanze, come vero e proprio
atto di coraggio, poiché supera e vince l'istinto più importante
e predominante che in noi è insito fin dalla nascita: l'istinto
della sopravvivenza. Un destino troppo crudele può eliminare
nell'essere umano l'istinto di
autoconservazione…
Rappresenta, il suicidio, in casi
peculiari, il sottrarsi a ciò che la psiche non riesce più ad
accettare, come una vita che ci è stata donata, è vero, ma anche
imposta, e che alcune volte ha contorni così tenebrosi nel suo
quotidiano concretizzarsi, da essere percepita finanche contronatura
e pertanto da rifiutare: non tutti sono capaci di reggere, cercando
di perdonare e di perdonarsi, sforzandosi di sublimare ciò che è
stato. A volte, va detto, l'atto di viltà è rimanere, proprio
allorquando si tratta di coloro che hanno messo in atto quello che il
critico letterario Pietro Citati definiva “il male assoluto”
ossia il male che viene inferto all'altro per il banale gusto di
fare del male.
C'è chi ce la fa a rimanere, c'è chi ce la
fa ad andare via… (nonostante tutto).
Maria
Rita Parsi
Menotti Lerro è un poeta, scrittore, drammaturgo e critico letterario italiano, nato a Omignano (SA) nel 1980. Docente per diversi anni presso l'Istituto Universitario di Mediazione Linguistica CIELS di Milano e presso il Campus CIELS di Padova. Laureato nel 2004 presso l'Università degli Studi Salerno in Lingue e Letterature Straniere, ha poi conseguito un Master of Arts presso l'Università di Reading, UK, e un Dottorato di Ricerca presso l'Università degli Studi di Salerno. Nel 2022 ha conseguito una nuova laurea in Lettere, Sapere Umanistico e Formazione (Pegaso University). Ha tenuto workshop presso l'Accademia di Belle Arti di Brera sulle intersezioni tra Arte e Letteratura e lezioni post-lauream presso le Università IULM di Milano e di Reading, UK. È stato “Cultore della Materia” per la cattedra di Letteratura Inglese presso l'Università degli Studi di Salerno e Visiting Scholar presso le Università di Warwick, Edimburgo e Reading, dopo una prima esperienza all'estero nel 2003 presso la Oxford Brookes University come “Exchange Student”. Sue poesie o recensioni ai suoi libri sono apparse in diverse riviste letterarie, tra cui “Nuovi Argomenti” (in un numero speciale dedicato ai “Non ancora trentenni”, poeti e narratori nati negli anni Ottanta), “Gradiva”, “Poesia”. È vincitore di diversi premi letterari, tra cui il “Premio Internazionale Giambattista Vico”, “Premio Renata Canepa”, “Premio Paolo Serra”, “Premio Cetona-Verde-Poesia” (tra i vincitori), “Premio l'Aquilaia”, ed è stato insignito di una “Menzione Speciale” presso Palazzo Montecitorio nell'ambito del Premio “100 Eccellenze Italiane”, tra i tre autori selezionati per la “Sezione Letteratura”. Ha pubblicato il CD musicale I Battiti della Notte, Zona 2015. È Cittadino Benemerito di Omignano Cilento e Cittadino Onorario di Salento Cilento. Ha ideato la Piramide Culturale del Cilento e il ‘Triangolo Culturale del Cilento Antico': Omignano – “Paese degli Aforismi”, Salento – “Paese della Poesia”, Vallo della Lucania – “Sede del Centro Contemporaneo delle Arti”. Nel 2019 ha lanciato un “Nuovo Manifesto sulle Arti”, principale base teorica del Movimento nazionale de La Scuola Empatica / Empatismo. È direttore artistico del “Premio Internazionale Cilento Poesia” finanziato dal Ministero della Cultura. Per il teatro è autore di una tetralogia: Donna Giovanna, l'ingannatrice di Salerno, Il Gorilla, Il Dottor Faust e La solitudine dei miti.