I mercatini di Natale, di Renzo Montagnoli
I mercatini di Natale
di Renzo Montagnoli
Ormai non c´è una cittadina o anche un paese che non abbia nel mese di dicembre il suo mercatino di Natale e dato che ciò accade da diversi anni è diventata una tradizione, ma proprio per questo mi sembra logico chiedersi quale sia stata l´origine.
Queste manifestazioni commerciali hanno lontani natali, che risalgono addirittura al Medioevo ed erano collegati e contemporanei a grandi fiere che erano organizzate in periodi del tutto particolari quali quello dell´Avvento. I primi, conosciuti a quell´epoca come mercatino di San Nicola poiché si tenevano in occasione di questa ricorrenza, risalgono al XIV secolo e si tenevano in Germania, in Austria e in Alsazia. In particolare il più antico sarebbe quello di Vienna nel 1296, a cui seguirono negli anni successivi altre analoghe manifestazioni in Germania. Di uno solo però abbiamo certezza assoluta perché presente in un documento scritto ed è quello di Dresda del 1434, mercatino che serviva per rifornire i cittadini della carne per il pranzo di Natale. Da noi i mercatini natalizi hanno origini assai più recenti e precisamente il 1991 a Bolzano, anche se sembrerebbe che il primo risalga al XVIII secolo a Bologna, evento tuttavia circoscritto e legato più che altro alla festa di Santa Lucia (13 dicembre).
E a proposito di Santa Lucia mi ricordo che già da piccolo , camminando con i miei genitori sotto i portici di Mantova, incontravo alcune bancarelle che, in vista del 13 dicembre, proponevano dolciumi e balocchi, perché nella mia zona i doni annuali ai bimbi sono portati dalla famosa santa che viene nella notte fra il 12 e il 13 dicembre con un asinello carico di giocattoli e di leccornie lasciandone in tutte quelle case dove ci sono i bimbi. Quando è prossima a una di queste si annuncia con il trillo di un campanellino e il bambino, che è già letto e dorme, se si dovesse svegliare dovrebbe mettere la testa sotto le coperte, perché se vede la Santa non riceverà nulla. Questa è ovviamente una tradizione e una leggenda al contempo, anche perché i bimbi, tranne quelli piccolissimi, sanno bene che Santa Lucia sono i genitori e i nonni.
Con il passare degli anni, le migliorate condizioni economiche e la schiavitù imperante del consumismo hanno esteso il periodo del mercatino natalizio a tutto novembre e dicembre, con un particolare occhio di riguardo per gli adulti piuttosto che per i bambini. E´ così che da Nord a Sud le casette piene di lucine attraggono i consumatori, proponendo maglioni lapponi confezionati in Cina e addobbi natalizi che arrivano dall´estremo oriente; di locale, se così si può chiamare, restano pochi prodotti, in genere alimentari, dai salami con l´aglio mantovani ai krapfen tirolesi, che in realtà sono solo dei bomboloni. La gente passeggia, osserva, qualche volta assaggia, magari fa anche un salto all´immancabile pista di pattinaggio, dove lì i salti sono assicurati a chi ha poca pratica. Poi magari un´altra domenica ci si sposta dal mercatino di Mantova a quello di Trento per constatare che gli espositori propongono le stesse cose; si acquista anche (c´è da vergognarsi ad andare a un mercatino senza comprare niente), poi quando si torna a casa e si mettono i wurstel nel frigorifero ci si accorge che li avevamo già in uno scomparto, uguali identici, comprati alcuni giorni prima in un supermercato a un prezzo inferiore. Essersi lasciati abbindolare non piace di certo ed è così che si tira allora un moccolo, ripromettendosi di non andare più a un mercatino di Natale, per poi ritornarci puntualmente l´anno successivo, perché ormai sono più che una tradizione un rito del consumismo, a cui è pressoché impossibile sottrarsi.
N.B.: Nella foto, reperita nel web, particolare del mercatino di Natale di Mantova