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La prigione, di Georges Simenon, edito da Adelphi

La prigione, di Georges Simenon, edito da Adelphi

La prigione

di Georges Simenon

Edizioni Adelphi

Narrativa

Pagg. 170

ISBN 9788845938535

Prezzo Euro 18,00



Il movente



In La prigione abbiamo un protagonista assoluto, Alain Poitaud, direttore trentaduenne di un periodico a grande tiratura; l´uomo avrà la vita sconvolta da un evento tremendo, cioè l´uccisione della cognata a opera di sua moglie, fatto tanto più insolito, considerati i rapporti intercorrenti fra l´assassina e la vittima, cioè si tratta di due sorelle.

Quest´uomo, con una moralità solo apparente, che va a letto con tutte e che aveva intrecciato una lunga relazione con la cognata, terminata alcuni mesi prima del misfatto, cercherà di capire, indagherà sul movente finendo inevitabilmente per cercare in se stesso.

Ne esce un quadro sconfortante, non solo individuale, ma anche di una borghesia fatta di gesti ripetuti in cui l´apparenza è la sostanza, dove l´immoralità è consuetudine diffusa, un quadro deprimente in cui si bruciano esistenze senza concrete e durature soddisfazioni.

La prigione è un romanzo non proprio lineare, anzi tortuoso, come se Simenon, nella preoccupazione di far conoscere al protagonista se stesso abbia preferito un po´ tralasciare le esigenze dei lettori, che a volte si trovano perplessi di fronte all´evoluzione della trama. Tuttavia la mano sicura e l´esperienza dell´autore evitano che la vicenda deragli, anzi, grazie a una trovata geniale, verrà riservato un finale inatteso che non potrà che soddisfare il lettore facendo dimenticare alcune parti della struttura non proprio realizzate come si deve.

Il romanzo, pur essendo intrigante, non è tuttavia a livello dei migliori di Simenon; mancano le atmosfere di quelli d´anteguerra, l´analisi psicologica, se pur sempre presente, è meno attenta e si possono notare certe forzature nella descrizione dei personaggi che in passato apparivano invece più naturali.

Resta comunque senz´altro leggibile.




Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «... leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».



Renzo Montagnoli