I trovatori di Dante, di I trovatori - Molesini Editore Venezia
I trovatori di Dante
di I trovatori
Molesini Editore Venezia
Poesia
Pagg. 120
ISBN 979-12812-70-14-5
Prezzo Euro 12,00
Traduzione di Francesco Zambon
Con un saggio di Claudia Di Fonzo
«Poco
vale ricchezza
Se
la si usa a casaccio
Senza
legge e diritto!»
I trovatori
Dante conobbe bene la poesia in lingua d´oc, una delle tre lingue - con la lingua d´oil e la lingua del sì, francese e italiano - che formano quello che egli definisce l´ydioma tripharium. Ed essi costituirono uno dei suoi modelli poetici fondamentali, dalla giovanile Vita nuova fino alla Commedia. Nel suo trattato di poetica, il De vulgari eloquentia, Dante cita a diverso titolo ben undici componimenti di sei trovatori diversi; alcuni testi sono allegati come esempi metrici o retorici, altri come espressione dei tre temi o materie da lui distinti nella poesia lirica: armi, rettitudine e amore. Nella Commedia, poi, egli mette in scena alcuni di questi poeti, ripartendoli calcolatamente nelle tre cantiche: nell´Inferno è collocato Bertran de Born, poeta delle armi, fra i seminatori di discordia; nel Purgatorio Arnaut Daniel, poeta dell´amore profano, fra i lussuriosi; nel Paradiso infine Folquet de Marselha (Folco), poeta della fede e dell´amore divino dopo aver cantato quello per le donne, fra gli spiriti amanti. E le parole che gli rivolge Arnaldo sono addirittura in lingua occitana, unico caso di discorso in lingua non italiana presente nel poema. Dante riprese inoltre in Al poco giorno e al gran cerchio d´ombra la forma metrica inventata da Arnaut Daniel, la sestina, che avrebbe avuto in seguito un immenso successo in tutte le letterature europee. Questo volume riunisce tutti i componimenti citati da Dante nel De vulgari eloquentia (oltre a una canzone di Peire d´Alvernhe e alla sestina di Arnaut, che egli imitò direttamente). Rispetto alle precedenti e analoghe sillogi di Chaytor, di Monaci e di Folena, essi sono qui per la prima volta accompagnati da una traduzione che, pur nella fedeltà al testo originale, ne rispetta rigorosamente le misure metriche.
I trovatori di Dante
Per
nessun "sì" darei il vostro "no",
Perciò muto sovente
riso in pianto;
Del mio dolore come un folle godo
E della
morte, se vi guardo in viso.
E come il basilisco che con
gioia
Si uccide contemplandosi allo specchio,
Così voi
siete per me specchio: quando
Vi vedo e vi contemplo mi
uccidete.
Claudia Di Fonzo è medievista e in particolare studiosa di Dante, cui ha dedicato numerose monografie e saggi. Da diversi anni si è specializzata, a proposito di Dante e di altri autori, sul rapporto fra diritto e letteratura, materia che insegna presso l´Università di Trento. Fra le sue pubblicazioni spiccano la prima edizione critica de L´ultima forma dell´«Ottimo commento» all´Inferno (Longo 2008) e diverse monografie su Dante e la cultura medievale (Dante e la tradizione giuridica, Carocci 2016; Scale e tribunali dell´aldilà, Longo 2022; Albedo iustitiae. Il peccato ermafrodito e altre questioni di diritto e letteratura, Ed. dell´Orso 2023).
Francesco Zambon è professore emerito di Filologia romanza presso l´Università degli Studi di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica amorosa). Ha scritto anche su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei, fra cui Montale, Pascoli, Pasolini, Pierro, Ceronetti, Zanzotto e Pessoa. Con questa casa editrice ha pubblicato L´iride nel fango. L´anguilla di Eugenio Montale (2022), curato Messaggio di Fernando Pessoa (2022) e tradotto L´altra metà del sogno mi appartiene, vol. I, di Alicia Gallienne (2023).