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Ape e La casa madre, di massimolegnani

Ape e La casa madre, di massimolegnani

Ape

di massimolegnani



Nel breve, timido, sole tra una folata di vento e uno scroscio di pioggia un´ape solitaria s´avventura in volo fino al glicine per fare il suo mestiere.

Operaia a cottimo ha lasciato passare, per pigrizia o malattia, i giorni migliori, quando in pieno sole le sue colleghe ronzavano frenetiche attorno ai fiori lilla. Ora lei, in ritardo con la propria quota di produzione, è l´unica ancora al lavoro e affronta condizioni di tempo precario che mettono a rischio la sua stessa vita. Ma l´ira della regina non ammette deroghe. Riuscirà la nostra ape a portare a termine il suo compito?





La casa madre

di massimolegnani



C´è questo glicine quasi secolare che è cresciuto con la casa. Noi siamo arrivati qui a cose fatte, la casa già passata da contadina a quasi signorile, il glicine ormai saldo sulle gambe.

Ma prima, in un tempo addietro che non fatico a immaginare, questo glicine era gracile, stentava a crescere e per aiuto si attaccava ai balconi e alle grondaie della casa come un bimbo ai primi passi alle gonne di sua madre. Ora, come accade nelle famiglie dove il tempo ribalta le generazioni e le attenzioni, la casa madre è invecchiata e lui, il glicine in fiore, l´abbraccia stretto più di prima, s´avvinghia alle ringhiere come a volerla sorreggere nella vecchiaia.

Sarai il bastone della mia vecchiaia, diceva mia madre mentre io crescevo incerto, poi lei non ha fatto in tempo ad invecchiare ed io a sostenerla. Però ho una figlia, alta e bella nella sua primavera come un glicine fiorito. La guardo che travasa in equilibrio sorrisi e fiori con sua mamma e so che quando sarà il tempo la figlia si farà glicine saldo a sostegno della casa madre.